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il tipo a ventre globulare con accenno del piede, collo
cilindrico e labbro svasante. Alt. hi. 0,18; circonf.
m. 0,69. Conteneva ossa umane bruciate, servendole
di copertura una ciotola capovolta con manico non
più esistente e provveduta dei soliti bitorzoli. Tale
scodella a lembo piegato in dentro scendeva fino ad
appoggiarsi sulla spalla del vaso. Superiormente di
m. 0,19 dal fondo del coperchio fittilo stava una
pietra di arenaria per chiusura della bocca del se-
polcro (fig. 20).
La fig. 21 rappresenta uno schizzo dal vero e su
misura, delle ultime quattro tombe esplorate sistema-
ticamente in Timmari: la T. 245** aveva l'urna
(fig. 51) a due anse orizzontali, asportate, era coperta
di ciotola capovolta in frammenti ed ansata con bitor-
zoli esternamente all'orlo e racchiudeva molte ossa
combuste; la T. 246** con l'urna di tipo biconico
(fig. 43), sprovvista di manichi e priva d' avanzi di
combustione, non aveva nè la ciotola rovesciata sopra
il fittile, nè pietra alcuna di chiusura della bocca di
160
seppellimento ; e era solo la stele e questa stessa
spezzata: notevole la T. 247 perchè sopra la so-
lita pietra di chiusura della buca in fondo alla quale
giaceva sepolta 1' urna, era stata deposta altresì l'ur-
netta 248, cavata in rottami, con attacchi di un'ansa
verticale e coperta di ciotola capovolta a manico aspor-
tato, la quale era stata rotta da una pietra che posta
sopra il suo fondo si era conficcata dentro V urna (').
Q. Quagliati.
D. RlDOLA.
(') Uno dei Coretti, per desiderio espresso dal cav. Vittorio
Di Cicco, lia tratto ultimamente fuori, da sotto un albero ch'io
avevo risparmiato, una novella urna cineraria, tutta scomposta
per fenditure e del tipo a duo anso orizzontali, coperta di cio-
tola manicata' urna e ciotola sono ora nel museo provinciale
lucano in Potenza. Un'altra urna in frantumi si raccolse pur
di recente per la caduta di un albero di cotogno sradicato dal
vento ed una terza altresì disfatta si recuperò in vicinanza
dello stesso albero, portandosi i frammenti di questi due ul-
timi cinerari nel museo di Matera.
necropoli arcaica ad incinerazione
SOMMARIE E BREVI OSSERVAZIONI
SULLE OSSA COMBUSTE DI ALCUNE URNE CINERARIE DELLA NECROPOLI DI TIMMARI.
Tu come un ro^o olio divampa al vento,
l i corno un rogo olio la pioggia ha spento.
Pascoli.
Le ossa, disfatte, deformate e ridotto in fragili
frammenti dall'azione del fuoco e della permanenza
per tanti secoli sotterra a contatto dell'acqua e del
terriccio, che lentamente s'infiltrarono nelle urne, mal
si prestano ad uno studio esauriente che possa dare
esatti risultati antropologici. E necessità interrogare
abilmente, pazientemente, lunghissimamente quei po-
veri avanzi per poterne ottenere qualche responso. Non
presumo quindi di averne fatto uno studio rigorosa-
mente scientifico ; me ne mancò il tempo e la speciale
attitudine. Nondimeno dall'esame accurato, sebbene
sommario, del contenuto di poche urne, ho potuto trarre
talune conclusioni, che, basate su dati di fatto, pos-
sono meritare di essere conosciute. Ed espongo queste
soltanto, omettendo per brevità le descrizioni, le mi-
sure, i confronti ed i calcoli che prepararono il ter-
reno all' indagine. Entro senz'altro in argomento.
Urnette. L'urna 211, la più piccola fra quello
toccate al Museo di Matera, conteneva pochi fram-
menti di ossa di bambino.
L'urna 224, che è pure fra le più piccole, e la
sola che avesse per coperchio una pietra, conteneva
del pari pochi frammenti di ossa di bambino (sottili
ossa craniche in buon numero, un estremo di falange
assai piccolo, un dente molare, un incisivo ed un ca-
nino della prima dentizione).
Neil'umetta 105 non si rinvennero che poche ossa
frammentarie di bambino.
L'urna 173, alquanto più grande delle prece-
denti, conteneva insieme le ossa di un giovinetto e
il tipo a ventre globulare con accenno del piede, collo
cilindrico e labbro svasante. Alt. hi. 0,18; circonf.
m. 0,69. Conteneva ossa umane bruciate, servendole
di copertura una ciotola capovolta con manico non
più esistente e provveduta dei soliti bitorzoli. Tale
scodella a lembo piegato in dentro scendeva fino ad
appoggiarsi sulla spalla del vaso. Superiormente di
m. 0,19 dal fondo del coperchio fittilo stava una
pietra di arenaria per chiusura della bocca del se-
polcro (fig. 20).
La fig. 21 rappresenta uno schizzo dal vero e su
misura, delle ultime quattro tombe esplorate sistema-
ticamente in Timmari: la T. 245** aveva l'urna
(fig. 51) a due anse orizzontali, asportate, era coperta
di ciotola capovolta in frammenti ed ansata con bitor-
zoli esternamente all'orlo e racchiudeva molte ossa
combuste; la T. 246** con l'urna di tipo biconico
(fig. 43), sprovvista di manichi e priva d' avanzi di
combustione, non aveva nè la ciotola rovesciata sopra
il fittile, nè pietra alcuna di chiusura della bocca di
160
seppellimento ; e era solo la stele e questa stessa
spezzata: notevole la T. 247 perchè sopra la so-
lita pietra di chiusura della buca in fondo alla quale
giaceva sepolta 1' urna, era stata deposta altresì l'ur-
netta 248, cavata in rottami, con attacchi di un'ansa
verticale e coperta di ciotola capovolta a manico aspor-
tato, la quale era stata rotta da una pietra che posta
sopra il suo fondo si era conficcata dentro V urna (').
Q. Quagliati.
D. RlDOLA.
(') Uno dei Coretti, per desiderio espresso dal cav. Vittorio
Di Cicco, lia tratto ultimamente fuori, da sotto un albero ch'io
avevo risparmiato, una novella urna cineraria, tutta scomposta
per fenditure e del tipo a duo anso orizzontali, coperta di cio-
tola manicata' urna e ciotola sono ora nel museo provinciale
lucano in Potenza. Un'altra urna in frantumi si raccolse pur
di recente per la caduta di un albero di cotogno sradicato dal
vento ed una terza altresì disfatta si recuperò in vicinanza
dello stesso albero, portandosi i frammenti di questi due ul-
timi cinerari nel museo di Matera.
necropoli arcaica ad incinerazione
SOMMARIE E BREVI OSSERVAZIONI
SULLE OSSA COMBUSTE DI ALCUNE URNE CINERARIE DELLA NECROPOLI DI TIMMARI.
Tu come un ro^o olio divampa al vento,
l i corno un rogo olio la pioggia ha spento.
Pascoli.
Le ossa, disfatte, deformate e ridotto in fragili
frammenti dall'azione del fuoco e della permanenza
per tanti secoli sotterra a contatto dell'acqua e del
terriccio, che lentamente s'infiltrarono nelle urne, mal
si prestano ad uno studio esauriente che possa dare
esatti risultati antropologici. E necessità interrogare
abilmente, pazientemente, lunghissimamente quei po-
veri avanzi per poterne ottenere qualche responso. Non
presumo quindi di averne fatto uno studio rigorosa-
mente scientifico ; me ne mancò il tempo e la speciale
attitudine. Nondimeno dall'esame accurato, sebbene
sommario, del contenuto di poche urne, ho potuto trarre
talune conclusioni, che, basate su dati di fatto, pos-
sono meritare di essere conosciute. Ed espongo queste
soltanto, omettendo per brevità le descrizioni, le mi-
sure, i confronti ed i calcoli che prepararono il ter-
reno all' indagine. Entro senz'altro in argomento.
Urnette. L'urna 211, la più piccola fra quello
toccate al Museo di Matera, conteneva pochi fram-
menti di ossa di bambino.
L'urna 224, che è pure fra le più piccole, e la
sola che avesse per coperchio una pietra, conteneva
del pari pochi frammenti di ossa di bambino (sottili
ossa craniche in buon numero, un estremo di falange
assai piccolo, un dente molare, un incisivo ed un ca-
nino della prima dentizione).
Neil'umetta 105 non si rinvennero che poche ossa
frammentarie di bambino.
L'urna 173, alquanto più grande delle prece-
denti, conteneva insieme le ossa di un giovinetto e