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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 16.1906

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Le antichita del territorio laurentino nella reale tenuta di Castelporziano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9313#0128
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LE ANTICHITÀ

DEL TERRITORIO LAUMENTINO

NELLA REALE TENUTA DI CASTELPOKZIANO

La via Severiana, nel tratto compreso tra il Vico
Augustano dei Laurentini e il promontorio di Astura,
doveva offrire al viandante vista lieta e dilettevole, oltre
ogni dire, a cagione delle molte ville e dei giardini
che ne seguivano il confine dalla parte del mare, e
delle selve annose che l'ombreggiavano dalla parte di
terra (') (fig. 1).

In un precedente studio sulle antichità della reale
Tenuta di Castelporziano, stampato l'anno 1903 nei
Monumenti antichi, fu osservato come la via non cor-
resse sul lido, ma un poco dentro terra, lasciando una
striscia libera per le ville, che avevano l'ingresso po-
steriore dalla strada e il prospetto rivolto al mare, fino
al quale scendevano coi loro giardini, con le loro ter-
razze, o coi boschetti di semprevivi che anche oggi pro-
sperano sulle dune del littorale. Queste ville forma-
vano una catena continua dalla Palombara, contine di
Castel Fusano, sino alla torre di s. Lorenzo, e dalla
torre Caldara sino ad Astura, catena lunga circa qua-
rantaquattro chilometri. I proprietarii, i quali mante-

(') Le belle illustrazioni fotografiche che accompagnano la
presente memoria, furono tolte sul posto nei giorni 1 e 9 maggio
dal cav. Andrea Vochieri, insieme a molte altre che non hanno
potuto trovare luogo nel testo. Offro cordiali ringraziamenti al
cortese amico, la cui bontà d'animo è pari all'amore per l'arte.

Monumenti Antichi — Vol. XVI.

nevano comunicazione diretta con la capitale mediante
le vie Ostiense, Vicoaugustana, Laurentina, Laviniate,
Ardeatina, Anziate, Satricana, e loro « ramuli et di-
verticuli » che, come le vene del corpo umano, porta-
vano la vita per ogni più remota parte del territorio,
potevano anche rifornirsi del necessario nei villaggi
della costa, allora rigogliosa di vita e ricca di traffici,
oggi silenziosa e deserta. Il numero di queste ville è
appena credibile. Nove se contano tra quella di Plinio
e Laurento, diciasette tra Laurento e torre Vaia-
nica: nove tra Anzio e Nettuno: e parlo solo di quelle
i cui ruderi sopravanzano dal suolo o dal mare, e pos-
sono essere facilmente riconosciuti da chi percorre quelle
solitudini. Ma chi sa quante altre rimangono celate alla
vista, o dalle arene, o dalle acque, o dalle boscaglie
dei tumoleti?

Nella primavera del presente anno è piaciuto
alle LL. MM. il re e la regina d'Italia di esplorare
uno di questi villini della spiaggia, e precisamente il
quarto a levante di Tor Paterna, e questa esplorazione
è riuscita oltremodo ricca di sorprese, di novità e di
ammaestramenti archeologici degni d'osservazione, dei
quali è utile lasciare qualche ricordo.

11 sito di ciascuna villa è indicato da una colli-
netta di ruderi, alta dai 4 ai 5 metri sulla campagna,
dai 7 agli 8 metri sul mare, e rivestita nella maggior

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