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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

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Ducati, Pericle: Frammento di rilievo in Argento: del museo civico di Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0162

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295

FRAMMENTO DI RILIEVO IN ARGENTO

296

appartenere allo stesso ambiente artistico d'onde sono
usciti i monumenti suddetti di Mantinea e di Atene.

La figura a della lamina richiama la figura di
Nike con la oinochoe nella destra abbassata della
base di tripode; la figura f viene a porsi accanto
all'altra figura di Nike della base, palesando la stessa
filiazione, che accennò il Benndorf, da figure del sec. V,
dal fregio partenonico. Ma a questa Nike, pel motivo
della gamba sinistra sollevata, si avvicina anche la
figura b.

Non analogia profonda di motivi possiamo allegare
rispetto alle lastre di Mantinea; ma ciò è dovuto
essenzialmente al modo con cui le figure di Muse sono
espresse, tutte di prospetto, all'infuori di una. Chè,
qualora esse fossero poste di profilo, l'analogia sarebbe
assai evidente.

Ma ad ogni modo mi pare chiarissima la comu-
nanza di concepimento e di espressione di tutte queste
figure nel modo di drappeggiare e negli atteggiamenti
mirabilmente soavi, sia nel leggero abbandono nella
ponderazione, sia nel movimento grazioso delle brac-
cia, ora libere, ora avvolte nello himation. E, come
tratto particolare, si osservi, per esempio, la cintura
dello himation in e e nella Musa mediana della
prima lastra. Aggiungo poi che le forti incavature
delle pieghe nelle gambe nelle opere in marmo non
sono comuni alle figure della lamina; ma ciò si deve,
io credo, esclusivamente a ragioni tecniche.

Nè si deve passare sotto silenzio che nella lamina
due figure, d ed e, sorelle a tutte le altre sono in
movimento insolito, per cui il quieto abbandono nello
atteggiamento nei rilievi di Mantinea e di Atene,
voluto quasi dal genere di rappresentazione, più non
esiste. Onde è die nella lamina meno si avverte ciò
che possiamo scorgere, sia nei due suddetti rilievi ed
in quello sidonio delle afflitte, sia nelle statue, quali
le Ercolanesi : voglio dire il predominio, ancor timido
o, forse meglio, ancora in germe, del panneggio sulla
azione. Quasi sono scelti determinati atteggiamenti

Einzelaufnahmen, un. 1291 1292; Hekler, Ròmis.he weibliche
Gevìandstatuen {Mùnehner archàolugische Studien, 1909,
pp 127 e segg.) ; Colligiion, op cit., pp. 169 e segg. Si vedi
in Hekler (pp. 226 e seg., tavv. XIV e XV) l'elenco degli esem-
plari di statue romane risalenti alle Ercnlanesi di Dresda. La
Ercolanese di Napoli {Guida Ruesch, n. 227 ; Einzslaufnahmen,
n. 496; Waldstein e Shoobridge, op. cit, tav. VIE a destra);
la « Urania » del Vaticano (Klein, Praxiteles, fig. 72).

delle gambe, ma specialmente delle braccia, affinchè
meglio colpisca l'effetto di eleganza e di grazia che
scaturisce dal finissimo giuoco del drappeggio (').

Credo opportuno di accentuare l'esame della fig. a,
perchè di essa possiamo scorgere il motivo applicato
ad opere numerose e di età varie.

È il motivo della ponderazione sulla gamba si-
nistra con l'altra gamba retratta, applicato ad una
figura di donna posta di profilo a destra ed indos-
sante chitone ed himation Esso motivo si scorge,
come ho sopra notato, presso una Nike della base di
tripode; non così rigorosamente di profilo si può ri-
conoscere nel lato sud del sarcofago delle afflitte
presso la la e la 4a figura da sinistra a destra. Cito,
pei rilievi, la figura femminile su ex-voto, di Ber-
lino (3), e quella su lekythos funeraria a rilievo, di
Atene (4). Se si pongono di profilo a destra alcune
delle statue che più sopra ho citate in nota, ci si pre-
senta presso a poco il medesimo schema : così il fram-
mento bronzeo di Berlino, la statua acefala di Kary-
stos, il tipo della piccola Ercolanese, la « Urania »
del Vaticano, la Ercolanese di Napoli.

Al sec. IV appartiene pure la bellissima base di
tripode del Foro romano, ora degnamente studiata
dallo Hauser (r'). Si ha certo in questa base un pro-
dotto seriore rispetto ai rilievi di Mantinea, di Atene,
di Sidone: un prodotto già della 2a metà del sec. IV.
Nella 2a Menade della lastra A B di questa base

('j Si cfr. Hekler (testo a Brunn-Bruckmnnn, tavv. 6:'3
e 634); la statua del palazzo Doria, ivi edita, rappresenta, per
lo Hekler, appunto una maggiore accentuazione di questa ten-
denza, ed il tipo di essa statua apparterrebbe infatti già al
periodo ellenistico.

(2) Per rilievi anteriori del sec. V si ved. due rilievi votivi
ad Asclepio (Svoronos, op. cit., tav. XXXIV, n 1341 ; e
tav. XXXV, n. 1346).

(») Kekule, op. cit , p. 106.

(*) Athenisrhe A/itteiluni/en, 1887, tav. IX; Gonze, Die
attiche Grabreliefs, n. 904, tav. CLXXVIII.

(5) Brunn-Bruckmaiin, tav. 599. A p. 9 del testo lo Hauser,
confrontando col rilievo da lui ricostruito, dice: Alle diesc
Gestalten sr.hemen also in der Ihat Schicestern zu schein,
die von (/lei -hem Vater, von ijleichem Kiinstler als Urheber
abstamrnen. Il secondo cinquantennio del sec. IV, ed anzi gli
anni più vicini al 3^0 eli e non al 350, ha proposi lo Hauser
in rapporto ci vasi di Kertsch ; in base appunto a questi vasi
ritengo più opportuno di avvicinare alla metà del secolo e
l'originale del rilievo sì sagacemente ricostruito dallo Hauser,
e la base del Foro romano.
 
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