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DEL MUSEO CIVICO DI BOLOGNA

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di tripode abbiamo lo schema che qui ci interessa;
ma l'assieme della figura è più mosso, e perciò de-
nota, accanto alla esibizione un po' di fronte della
gamba destra (più di fronte è pure nella figura delle
afflitte nel sarcofago sidonio, ma ivi le gambe sono
più vicino 1' una all'altra), una età recenziore che si
palesa anche nel movimentato panneggio. Ed istrut-
tivo a tal proposito è lo svolazzante lembo del chi-
tone sul piede destro.

È un motivo di figura che passa nel repertorio
cosiddetto neo-attico. Dallo Hauser sono allegati varii
esempi; tra di essi il piii prezioso è il rilievo da
Pandemia ('), notevole per la sua provenienza perga-
mena e per la età a cui risale (2).

Figure consimili furono riprodotte con favore nel
periodo ellenistico, ove il grazioso atteggiarsi delle
figure ampiamente vestite diede agio ad esprimere
con ancor maggiore varietà, ed anzi con ricercatezza,
il ricco giuoco del panneggio; sicché alla tendenza
plastica, apparente tuttavia nelle opere del sec. IV ed
in quelle di pretta derivazione, e, perciò, anche nella
nostra lamina di argento, si sostituì una tendenza ad
un effetto che ha in sè quasi un carattere pittorico
piuttosto che scultorio. Esempì di questo ci sono for-
niti da una statua del Louvre edita dall'Amelung (3),
e da una statua Doria edita da Hekler (4).

Figure consimili godettero di grande favore nel
mondo romano: esse appariscono, come già si è detto,
nella serie dei rilievi neo-attici; si riscontrano in
quella numerosa serie di statue drappeggiate uscite da
offrine elleniche. Esempio notissimo ci è offerto dal
ciclo di statue femminili dalla esedra di Erode Attico,
insignite da firme elleniche, ma di lavoro piuttosto
scadente (5). Ma gli esempii di gran lunga migliori
sono le Ercolanesi.

Anche nell'arte di carattere veramente romano
vediamo poi il motivo della donna a, di cui specifi-

(') Reinach S., Revue des études grecqaes, 1900, p. 10,
tav. I = Culles, Mylhes et Religions, II, pp. 381 e segg.;
Brunn-Bruckmann, t. 599, testo, fig. 7.

(") Il monumento, come osserva S. Reinach, contraddice
l'asserzione del Furtwangler (Ueber die Statuenkopien in
Alterthum, p. 22), secondo la qnale niuno dei rilievi neo-attici
risalirebbe al sec. II a. C.

(3) Rómische Mitteilungen, 1900, p. 195, flg. 3.

(4) Brunn-Bruckmann, tavv. 63'!-634.

(») Olympia, III, tavv LXII-LXVII ; Hekler, or., cit.,
pp. 162 e segg.: età di Claudio.

catamente abbiamo qui fatto menzione. Nella base
di Albano al Museo Capitolino la figura di Rea
ha un motivo assai analogo, un drappeggio assai si-
mile a quello della figura a della lamina.

Il motivo della figura a vista di profilo a destra,
è pure quello della figura b vista di profilo a sini-
stra (2). La posizione retratta della gamba destra in
luogo della sinistra, ed il conseguente schema che
viene ad assumere la persona in pieno profilo, costi-
tuiscono un carattere proprio dell'arte del sec. IV,
poiché qui appunto si deve menzionare la figura di
Nike diretta a sinistra nella base di tripode ateniese.

Infatti non conosco figure di schema consimile
in rilievi anteriori. Per esempio, nel bel rilievo di
Xenokrateia, edito e studiato dallo Stais (3) e dallo
Svoronos (4), le figure delle Ninfe rsQmatuì dirette a
sinistra hanno lo schema assai ovvio della gamba
sinistra retratta, sì da far apparire esse figure non
di perfetto profilo.

Adunque, sia per gli schemi sia per il panneggio
di aggraziata sobrietà, le figure della lamina bolo-
gnese mantengono puri ed inalterati i caratteri della
grande arte attica dei decenuii attorno alla metà del
sec. IV.

Qualcosa di nuovo e denotante età seriore è nella
composizione, in cui tutte le figure non più sono
avvinte tra di loro da un tenue legame, ma, disposte
a coppie, con grande vivacità s'intrattengono fra
loro.

Più non sono singoli effetti che ciascuna figura
produce e che, riuniti insieme, vengono a formare un
unico effetto di armonia delicata e serena, soffusa da

(') Helbig, Fulirer, n 528 ; Baumeister, Denkmàler, flg. 862.

(2) La figura, in i.-pecial modo per l'accostamento al fianco
ilei gomito sinistro che stringe lo himation, per l'accavalla-
mento dello himation stesso sulla spalla sinistra, mentre la
spalla destra ne è priva, presenta analogia con la figura vien-
nese di Kora, qualora questa venga osservata di profilo dalla
sua parte sinistra (Schncider, in Jahrbuch der Kunstsamm-
lungen d. ali. Kaiserhauses, 1894, tavv. X-XI; Klein, Praxi-
teles, fig. 73).

(3) 'EffTì^sgig àgxaiokoyixrj, 1909, pp. 239 e segg., tav. 8.
(*) Op. cit, II, pp. 493 e segg., tav. CLXXX1; seguo la

datazione dello Svoronos (inizio del sec. IV) basata sulla iscri-
zione votiva. La esegesi dello Svoronos, che si appoggia sui
nomi di divinità inscritti in una pietra rinvenuta insieme col
rilievo, mi pare assai più convincente di quella espressa dello
Stais; e perciò accetto le varie denominazioni dello Svoronos.
 
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