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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

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Orsi, Paolo: La necropoli sicula di Pantalica
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https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0183

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333

LA NECROPOLI SICULA DI PANTALICA

334

Sep. NO. 55. Di forma capricciosa, come da
piantina a fig. XIX; conteneva un piccolo scheletro
e pochi cocci.

Sepp. NO. 56-58. Elittici e tutti chiusi ermeti-
camente da piccole macerie, con un nudo scheletro
in ognuno.

Fig. XIX.

Sepp. NO. 59-63. Semielittici, con scheletri rima-
neggiati e cocci insignificanti.

IV.

I risultati finali.

Essendosi svolte le nuove campagne di Pantalica
quasi esclusivamente nella grande necropoli meridio-
nale, conviene fin da ora tener presente che questo
vastissimo gruppo aperto nella enorme cortina rocciosa
che cinge da questo lato il monte e l'Anapo, spetta
in prevalenza al secondo periodo, vorrei anzi dire alla
seconda metà di esso, protraendosi però anche agli
inizi del terzo, come viene chiaramente dimostrato
dalle forme sepolcrali, dalle ceramiche e dai bronzi.

I. Le forme sepolcrali sono ormai note per quanto
ne dissi in Pantalica, col. 62-64. Per il nostro gruppo
parlano efficacemente le descrizioni precedenti ed i
pochi disegni inseriti nel testo. Tuttavia, riassumendo,
dirò che accanto ai sepolcri elittici, prevalenti, non
difettano, sebbene in numero assai minore, quelli di
forma quadrilatera, talvolta anche di dimensioni co-
lossali. Ciò che manca assolutamente è la struttura
a d-ólot; od a cupola, caratteristica delle necropoli co-
stiere della seconda civiltà sicula, e che nell' interno
si è solo avuta nei magnifici sepolcri di Caltagirone-
Montagna {Notizie, 1904, pp. 80 ad 88-89). E poiché
Monumenti Antichi — Vol. XXI.

essa è l'esponente preciso della tectonica egea, si di-
rebbe che essa, affermatasi così bene nelle opere di
escavazione lungo le coste, non siasi fatta sentire
nella capitale della valle dell'Anapo, pure non sover-
chiamente dal mare più discosta della Montagna di
Caltagirone. Quale sia la ragione di questa mancanza,
è uno dei tanti fenomeni che ancora ci sfuggono, e
che tanto più ci sorprende, in quanto a Pantalica
possediamo copiose altre prove di commercio miceneo.
Anche il sistema delle chiusure nulla ci ha appreso,
che non fosse già noto; servivano a ciò macerie in
muratura, o lastre in calcare, nessuna delle quali de-
corata in un modo qualsiasi.

II. Il rito funebre nemmeno ci ha fornito nuovi
fatti, ed in complesso ci si manifesta nella sua lenta
evoluzione dalla forma del rattrappimento completo
a quella dell'adagiamento sopra un fianco colle gambe
debolmente piegate. In parecchie celle chiuse e total-
mente sgombere di terra si sono riconosciute ossa di
singoli scheletri disposte a mucchi, il che fa pre-
supporre accoccolamento del cadavere ; e tale sistema
si rilevò in altre celle completamente interrate. Molto
diffusa altresì la maniera di coricare il morto sopra
un fianco, piegandone alquanto le gambe. Scarsi, anzi
eccezionali, i seppellimenti a masse, propri dell'evo
siculo più antico (sepp. 32 e 224 a 12 individui).
Per avere una rapida visione dei quantitativi di de-
posizione, si dia uno sguardo all'annesso specchietto.

Deposizioni a . .

1

2

3

4

5

6

7

8

12

Totali parziali .

GO

53

18

16

4

3

0

1

2

Totale degli scheletri ben riconosciuti : n. 354 in
n. 157 sepolcri.

III. I corredi funebri constano di suppellettile
metallica e di copiosi vasellami ; il morto era coperto
e circondato di oggetti d' ornamento e di provviste di
viveri per il soggiorno ed il viaggio d' oltre tomba ;
unico indizio di una religione animistica di codeste
genti, delle quali ogni altro sintomo di idee religiose
e cultuali, per quanto rudi e grossolane, ci sfugge.
I corredi della persona erano di preferenza, e sopra
tutto, ornamentali; poco della piccola suppellettile si
riferisce alle industrie domestiche, e più poco ancora
alla guerra.

Armi e stromenti. Eppure, certamente bel-
licose e cacciataci furono queste tribù montane, vis-

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