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IL SEPOLCRETO VISENTINO DELLE «BUCACCE»

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l'iniziativa — d'accordo col proprietario del terreno
sig. Brenciaglia — di esplorare sistematicamente la
necropoli visentina, nella quale numerose scoperte
fortuite si erano già verificate in occasione degli an-
nuali lavori agricoli, e lasciavano bene sperare da ri-
cerche continuate e metodiche. Le esplorazioni pro-
mosse dal Paolozzi nella località » Palazzetta » furono
infatti feconde di travamenti, e vennero illustrate con
la ben nota diligenza e perizia dal eh. prof. Angelo
Pasqui in una dettagliata relazione pubblicata nelle

strate dallo stesso prof. Milani in una lucida relazione
inserita anche nelle Notizie degli Scavi del 1894,
p. 123 sg. ('). Un riassunto completo di tali scavi,
con osservazioni molto chiare e opportune, fu fatto
anche dal dott. Quintino Quagliati nel Bullettino di
Paletnologia Italiana del 1895, pp. 166-176.

Queste prime scoperte assodarono due punti capi-
tali per la storia di Visentium: la singolare impor-
tanza, fino allora non nota, di essa fra le popolazioni
protostoriche dell' Italia centrale, a giudicare dalla

Pia. 1. — Piantina del sepolcreto delle « Bucacce » nell'agro di Visentium.
N. 1, 6, 7 tombe a cassone; n. 2, 4, 9 tombe a pozzetto; n. 3, 5, 8, 10 tombe a fossa.

Notine degli Scavi del 1886, pp. 143 sg., 177 sg.,
290 sg., 309 sg. Nel Bull, dell'Inst., di quello stesso
anno 1886, p. 18 sgg., il prof. Helbig inoltre rias-
sunse e analizzò i risultati ottenuti dalle esplorazioni
del Paolozzi ; ma non avendo egli assistito agli scavi
personalmente per tutta la loro durata, nè avendo
potuto servirsi di appunti bene ordinati di chi li di-
rigeva, fu tratto qualche volta in errore.

Alcuni anni dopo si ripresero gli scavi per or-
dine del cav. Brenciaglia e diedero copiosi frutti.
Notevoli specialmente le tombe scoperte nel 1892 e
lo scavo fatto dal prof. Milani nel 1893 nella regione
detta « Polledrara ». In questi ultimi lavori furono
scoperte altre numerose tombe dello stesso tipo di
quelle illustrate dal Pasqui, e si misero in luce pe-
culiarissime suppellettili funebri, che vennero illu-

vastità della sua necropoli, non peranco tutta esplo-
rata ; e i contatti artistici e religiosi che essa ebbe se-
gnatamente con la civiltà rivelataci dai sepolcreti
primitivi dell'agro falisco da una parte, e da quelli
vetuloniesi e tarquiniesi dall'altra.

Il gruppo di tombe ultimamente messo in luce
(fìg. 1) si può considerare come un'appendice della
necropoli della « Palazzetta », che non dista molto
dal luogo della scoperta, sebbene non costituisse pro-
prio una continuazione della detta necropoli : esso
evidentemente sfuggì alle ricerche del Paolozzi, del
Pasqui e del Milani, perchè appartato in una ristretta
lacuna di terreno fra gli scheggioni della roccia lavica
che ivi emergono a fior di terra, e sarebbe rimasto chi

(») Cfr. anche Bull, di Paletti. Rai., 1894, p. 188, tav. XX.
 
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