493
IL SEPOLCRETO VISENTINO DELLE «BUCACCE»
494
mostra soprattutto la grossa costola rilevata nel mezzo
della lama, è piuttosto raro, ma non sconosciuto in
Etruria. I pochi esemplari che più somigliano al
nostro, provengono dal quinto circolo della Sagrona e
da Poggio alla Guardia nella necropoli vetuloniese, e
sono di un sol pezzo ('); nel nostro tuttavia si nota
una differenza nella peculiare decorazione del manico
con tre anelli rilevati, mentre quelli vetuloniesi esi-
biscono un solo ingrossamento anulare, e nel fatto che
l'elsa così decorata fu concepita separatamente dalla
lama, a somiglianza dei più antichi tipi di pugnali
di rame e di bronzo (2).
Fittili d'industria locale.
I vasi di svariate forme e dimensioni, fatti a
mano di un impasto figulino nerastro con superficie
levigata a stecca, e dovuti certo a fabbriche del paese,
costituivano in queste ultime tombe scoperte nell'agro
visentiuo, come del resto in tutti i depositi sepol-
crali affini e contemporanei dell' Etruria marittima e
meridionale, il nucleo più importante fra le suppel-
lettili deposte col morto. Non credo tuttavia oppor-
tuno, dati i confini ristretti e ben definiti di questo
studio, di svolgere intorno ad essi una indagine molto
particolareggiata, la quale implicherebbe dei problemi
gravissimi, che non è ora il caso di trattare. Le mie
osservazioni in proposito, dopo la descrizione fattane
nel catalogo per ciascuna tomba, saranno quindi poche
e brevi.
I tipi di siffatti vasi sono noti e diffusi ; basta
scorrere le tavole del Montelius per trovare affinità
e somiglianze con i prodotti delle altre necropoli
etnische meridionali. Negli scavi poi praticati prece-
dentemente nella stessa Visentium si rinvennero vasi
identici ai nostri, e anche d'industria più ricca (3).
Essi tutti non sono quasi mai lisci, ma decorati con
fasce geometriche o con riquadri di linee graffite e
di puntini, sia sul ventre che sulle anse e intorno
all' orlo. Qualche volta in luogo dei puntini si ha una
decorazione, sempre di schema geometrico, a piccoli
tratti ottenuti con una punta di coltello. Qualche altra
volta le linee graffite formano delle fasce a spiga, come
sull'oenochoe riprodotta nella figura 28.
Per la constatazione che si potè fare intorno ad
alcuni vasi della tomba 3 (vedi sopra n. 29 della detta
tomba), è credibile che questi prodotti ceramici locali,
invece che con i consueti graffiti lineari, venissero tal-
volta abbelliti mediante pittura con sostanza rossa o
bianca (').
I contatti della industria vasaria del paese con
la contemporanea metallotecnica sviluppatissima, e
la loro dipendenza da un patrimonio comune di con-
cetti artistici e religiosi, non si possono mettere in
dubbio. Alcuni peculiari elementi stilistici decorativi,
comuni tanto agli oggetti di metallo che ai vasi, mo-
strano in modo chiaro le reciproche relazioni.
II primo di tali elementi è la decorazione detta
di solito a funicella o a cordone, ma che io chia-
merei piuttosto a spirale plastica, sia quando essa è
ottenuta a rilievo come sulle anse delle sitale, sui
manichi di alcuni vasi e sul ventre di qualche tazza
sia quando è resa col graffito o ad impressione più
frequentemente e specie sui fittili, isolata o insieme
con altri elementi geometrici decorativi.
I motivi artistici più importanti che fanno capo
al simbolismo religioso ereditato dalla precedente ci-
viltà del bronzo, sono l'ansa cornuta che si riscontra
nella maggior parte delle tazze (cfr. fig. 8) ed è ac-
cennata anche sui manichetti di qualcuno dei vasi
maggiori, e il disco solare, sotto forma di bottone ri-
levato o a fossetta rotonda, che si riscontra anch'esso
frequentemente sui nostri fìttili grandi e piccoli.
Uno speciale interesse presenta poi l'associazione
ripetuta su certuni dei nostri vasi del mamelon o
della fossetta solare con la semiluna a rilievo o im-
pressa. Tale associazione simbolica viene chiarita dal
pendaglio aureo descritto in precedenza, con bottone
rilevato nel mezzo e lunula d'ambra incastonata. Nei
tre vasi che esibisco per fornire degli esempì di siffatta
decorazione di carattere religioso, si vedono rappre-
sentati i due metodi di rendere plasticamente lo stesso
concetto, a rilievo nella tazza riprodotta dalla fìg. 35,
(') Perder, Le Armi di Vetulonia in STAI, III, p. 245 sg.
(3) Déchelette, op. cit., p. 190, fìg. 57-13,14; p. 194.
(3) Cfr. specialmente la tav. 255, nn. 2, 3, 10, 12 del Mon-
telius.
(') La mancanza di speciali gabinetti per le analisi chi-
miche degli oggetti di scavo rende incerta qualunque indagine
macroscopica.
(a) Montelius, op. cit., 257,8.
IL SEPOLCRETO VISENTINO DELLE «BUCACCE»
494
mostra soprattutto la grossa costola rilevata nel mezzo
della lama, è piuttosto raro, ma non sconosciuto in
Etruria. I pochi esemplari che più somigliano al
nostro, provengono dal quinto circolo della Sagrona e
da Poggio alla Guardia nella necropoli vetuloniese, e
sono di un sol pezzo ('); nel nostro tuttavia si nota
una differenza nella peculiare decorazione del manico
con tre anelli rilevati, mentre quelli vetuloniesi esi-
biscono un solo ingrossamento anulare, e nel fatto che
l'elsa così decorata fu concepita separatamente dalla
lama, a somiglianza dei più antichi tipi di pugnali
di rame e di bronzo (2).
Fittili d'industria locale.
I vasi di svariate forme e dimensioni, fatti a
mano di un impasto figulino nerastro con superficie
levigata a stecca, e dovuti certo a fabbriche del paese,
costituivano in queste ultime tombe scoperte nell'agro
visentiuo, come del resto in tutti i depositi sepol-
crali affini e contemporanei dell' Etruria marittima e
meridionale, il nucleo più importante fra le suppel-
lettili deposte col morto. Non credo tuttavia oppor-
tuno, dati i confini ristretti e ben definiti di questo
studio, di svolgere intorno ad essi una indagine molto
particolareggiata, la quale implicherebbe dei problemi
gravissimi, che non è ora il caso di trattare. Le mie
osservazioni in proposito, dopo la descrizione fattane
nel catalogo per ciascuna tomba, saranno quindi poche
e brevi.
I tipi di siffatti vasi sono noti e diffusi ; basta
scorrere le tavole del Montelius per trovare affinità
e somiglianze con i prodotti delle altre necropoli
etnische meridionali. Negli scavi poi praticati prece-
dentemente nella stessa Visentium si rinvennero vasi
identici ai nostri, e anche d'industria più ricca (3).
Essi tutti non sono quasi mai lisci, ma decorati con
fasce geometriche o con riquadri di linee graffite e
di puntini, sia sul ventre che sulle anse e intorno
all' orlo. Qualche volta in luogo dei puntini si ha una
decorazione, sempre di schema geometrico, a piccoli
tratti ottenuti con una punta di coltello. Qualche altra
volta le linee graffite formano delle fasce a spiga, come
sull'oenochoe riprodotta nella figura 28.
Per la constatazione che si potè fare intorno ad
alcuni vasi della tomba 3 (vedi sopra n. 29 della detta
tomba), è credibile che questi prodotti ceramici locali,
invece che con i consueti graffiti lineari, venissero tal-
volta abbelliti mediante pittura con sostanza rossa o
bianca (').
I contatti della industria vasaria del paese con
la contemporanea metallotecnica sviluppatissima, e
la loro dipendenza da un patrimonio comune di con-
cetti artistici e religiosi, non si possono mettere in
dubbio. Alcuni peculiari elementi stilistici decorativi,
comuni tanto agli oggetti di metallo che ai vasi, mo-
strano in modo chiaro le reciproche relazioni.
II primo di tali elementi è la decorazione detta
di solito a funicella o a cordone, ma che io chia-
merei piuttosto a spirale plastica, sia quando essa è
ottenuta a rilievo come sulle anse delle sitale, sui
manichi di alcuni vasi e sul ventre di qualche tazza
sia quando è resa col graffito o ad impressione più
frequentemente e specie sui fittili, isolata o insieme
con altri elementi geometrici decorativi.
I motivi artistici più importanti che fanno capo
al simbolismo religioso ereditato dalla precedente ci-
viltà del bronzo, sono l'ansa cornuta che si riscontra
nella maggior parte delle tazze (cfr. fig. 8) ed è ac-
cennata anche sui manichetti di qualcuno dei vasi
maggiori, e il disco solare, sotto forma di bottone ri-
levato o a fossetta rotonda, che si riscontra anch'esso
frequentemente sui nostri fìttili grandi e piccoli.
Uno speciale interesse presenta poi l'associazione
ripetuta su certuni dei nostri vasi del mamelon o
della fossetta solare con la semiluna a rilievo o im-
pressa. Tale associazione simbolica viene chiarita dal
pendaglio aureo descritto in precedenza, con bottone
rilevato nel mezzo e lunula d'ambra incastonata. Nei
tre vasi che esibisco per fornire degli esempì di siffatta
decorazione di carattere religioso, si vedono rappre-
sentati i due metodi di rendere plasticamente lo stesso
concetto, a rilievo nella tazza riprodotta dalla fìg. 35,
(') Perder, Le Armi di Vetulonia in STAI, III, p. 245 sg.
(3) Déchelette, op. cit., p. 190, fìg. 57-13,14; p. 194.
(3) Cfr. specialmente la tav. 255, nn. 2, 3, 10, 12 del Mon-
telius.
(') La mancanza di speciali gabinetti per le analisi chi-
miche degli oggetti di scavo rende incerta qualunque indagine
macroscopica.
(a) Montelius, op. cit., 257,8.