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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Galli, Edoardo: Il sarcofago etrusco di torre San Severo: con quattro scene del ciclo Trojano
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0008

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IL SARCOFAGO ETRUSCO DI TORRE SAN SEVERO ECC.

8

del lago di Bolseua ; la località è detta « Poggio della
Guardiola », ed è compresa nella regione indicata sulle
carte dello Stato Maggiore col nome di Torre San
Severo. Essa fa parte del costone nord-orientale vul-
canico dell'immane cratere corrispondente all'odierno
lago di Bolsena, ed è costituita di un tufo tenero
compatto formatosi a spese delle primordiali eruzioni
di cenere e di fanghiglia. La roccia lavica quivi non
apparisce alla superficie, che ha una fisonomia leg-
germente ondulata verso il lago, a ripiani successivi
rotti da periodici torrentelli alluvionali.

All'intorno non vi sono ruderi visibili di antichi
fabbricati; ma si hanno notizie di rade e sparse tombe
etnische per la maggior parte dell'ultimo periodo, da
riferire forse a nuclei di popolazione rurale o a pro-
prietari di terre dipendenti da Volsinii.

Dallo stesso predio di « Poggio della Guardiola »
proverrebbero due singolari spalline di lamina d'oro
sbalzate, esposte nella collezione Faina di Orvieto; e
vi è perfino chi sostiene che esse furono scoperte clan-
destinamente, circa un decennio fa, proprio nella tomba
Prullichini. Cosa del resto non improbabile, perchè si
tratta di una coppia di oggetti simili che - per quanto
nuovi come tipo - corrisponderebbero per il tempo alla
suppellettile rinvenuta in questo sepolcro. Come ho
detto, sono due vere e proprie spalline di parata fu-
nebre, forse da applicarsi sulla corazza, ottenute con
un lavoro a cesello da una sottilissima lamina d'oro
continua, come quelle dei noti diademi a foglie di
tombe femminili ('), in dipendenza da tipi tessili:
si dividono infatti in dieci ordini o zone sovrapposte
di frangie stilizzate, oltre alla parte superiore con-
cava e tondeggiante per aderire all'omero, decorata
invece con foglie a sbalzo proprio come nei diademi.

Altre leggende si sono sparse anche di recente
intorno a trafugamenti da questa tomba di oggetti
numerosi e cospicui, che sarebbero avvenuti avanti la
scoperta del sarcofago; ma ritengo che in gran parte
esse siano germinate dopoché si diffuse la voce della
singolare importanza di quest'ultimo monumento. La
realtà che fu possibile accertare è ben diversa, e sta
precisamente in questi termini. Credo opportuno di

(l) Ricordo per tutti come esempio quello assai ben con-
servato della tomba perugina di Sperandio, ora nel Museo di
Firenze. Cfr. Not. se, 1900, pag. 553 sgg. ; Milani, Guida, I,
pag. 298, e II, tav. CXXI.

insistere su tali particolari per mettere definitivamente
le cose nella loro vera luce.

Il nostro soprastante che andò per la verifica del
tentativo di scavo clandestino, riferì in un suo rap-
porto che « sul terreno si vedono sparsi alcuni fram-
menti di fresca rottura appartenenti - credo - a qualche
olla di terra rossastra, ciò denota che i violatori sono
giunti sul piano della camera sepolcrale. Peraltro la
buca è stata ricolmata, ma l'avvallamento dello scavo
recente è visibilissimo». Quando Bianconi l'anno dopo
potè procedere all'esplorazione sistematica, il sor-
vegliante governativo sig. Parlanti annotava sul suo
giornale:

a) che la camera anteriore della tomba era in
parte invasa dalla terra per essersi staccata e preci-
pitata dalla volta a causa dell'umidità;

b) che in corrispondenza dell'architrave della
porta di questa camera era stato praticato un buco
dai violatori ;

c) che presso la detta porta, all'altezza di m. 1
sul piano della tomba, si rinvennero la patera di
bronzo inscritta, nonché alcuni framménti di vasi
etruschi fra la terra che ostruiva il vano.

Dopo queste constatazioni, è assai difficile sta-
bilire se quel sepolcro fu violato di recente o in
antico; ovvero, come mi sembra più probabile, se le
violazioni furono due, una in antico che permise di aspor-
tare la maggior parte del ricco corredo funebre, e la
seconda negli ultimi tempi, quando forse fu comple-
tata l'opera di devastazione, togliendone gli ultimi
oggetti fittili e metallici di qualche valore. Certo è
che quando la tomba venne sgombrata dalla terra,
apparve in un desolante stato di devastazione: di
quella che doveva costituire in origine la parte più
cospicua ed appariscente della suppellettile, non ri-
maneva testimonianza che in pochi rottami di vasi
fittili figurati e in qualche vasetto intero. Anche l'og-
getto principale, cioè il mirabile sarcofago istoriato
e policromo, era rotto in più pezzi, ed il pesante
coperchio inoltre essendo stato tolto dalla cassa lapi-
dea, per frugarne il contenuto, erasi spezzato battendo
violentemente a terra, e giaceva poco lontano. Dal breve
elenco dei resti e dei pochi oggetti interi che vi finono
lasciati dai depredatori si potrà giudicare tuttavia,
dopo aver dato uno sguardo all'ambiente che li conte-
neva, tutta la portata della sacrilega devastazione.
 
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