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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Orsi, Paolo: Messana: la necropoli romana di S. Placido; e di altre scoperte avvenute nel 1910-1915
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0109

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209

messana

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Sopra il chitone è buttato il mantello, che copre obli-
quamente la parte centrale del corpo, ed è ammassato
sul braccio e sulla spalla sinistra, formando cuscinetto
ad una grossa serpe, che scende a bandoliera attraverso
il torace e passa sul dorso ; di essa mancano le estre-
mità. Manca altresì tutta la spalla destra della figura,
che era di riporto, come dimostra un vasto piano ver-
ticale, con grande foro al centro, per il perno metal-

ambedue codeste statue siciliane l'assenza della testa
ci sottrae un elemento prezioso, per meglio approfon-
dire la ricerca stilistica (').

Assieme alla statua colossale di Igea si rinvenne
una spalla sinistra panneggiata di statua virile, che
pare dello stesso marmo della precedente. Segno certo
di grandi devastazioni, alle quali chiaramente allu-
dono anche i seguenti altri pezzi architettonici, quivi

Fig. 53.

lieo. E di riporto dovette essere anche la testa, di
cui rimane soltanto la base del collo mobile, innestata
in un cavo aperto al sommo del torace (fig. 52).

Il lavoro nell'insieme è alquanto sommario, ed i
panneggi, sopratutto nelle falde verticali, sono rigidi,
pesanti, metallici. La statua ora certamente decora-
tiva, sebbene anche il rovescio (così assicura il sopra-
stante CI. Ricca, che ne curò l'estrazione ed il tras-
porto in Museo, dove giace tuttora adagiata supina)
sia lavorato con altrettanta cura del dritto. Il ser-
pente della nuova statua corrisponde nel suo adatta-
mento al secondo dei sette schemi, fissati dal Thraemer
(in Roscher, Lexikon, I, pag. 2789), il quale culmina
nella Igea Hope di Ostia; la serpe, scendente a ban-
doliera attraverso il torace, lambiva la patera tenuta
nella destra. Tale dovette essere anche lo schema
della statua messinese, la quale anche nella dispo-
sizione dei panneggi molto si accosta alla ostiense,
ed ambedue riproducono un tipo ellenistico, di con-
troversa origine, ed alquanto diverso dall' Igea di
Siracusa (Notizie 1901. pp. 841 e segg.). Ma in
Monumenti Antichi Voi.. XXIV.

pure rinvenuti. Grande frammento di architrave mar-
moreo, destinato ad esser visto, almeno in parte, da
tre lati, ed appartenente perciò ad una porta o ad un
portico. Se ne veda il disegno sotto due aspetti alla
fig. 58.

Due capitelli marmorei di ordine composito (dia-
metro inf. cm. 28, altezza cm. 32), gemelli (fig. 54), con
doppio ordine di lussureggianti foglie di acanto distri-
buite attorno la canestra, dalle quali spuntano supe-
riormente le volute; al centro del tegolo quattro rosoni.
Sono certamente ellenistico-romani, di un gusto fastoso
che ci richiama un capitello ateniese tardo (2), uno
ricchissimo del Museo Nazionale Romano (3), e tanti

(') Per un Hygea recentemente scoperta a Roma, e di un
tipo alquanto diversa dalla nostra, veggansi le buone osser-
vazioni di Mariani, Statue di Piazza Colonna (Roma 1915,
Bull. arch. com. pag. 6 e sgg.

(3) Menrer, Die Ursprung formen der griech. Akantus-Or-
namentes (Berlin 1893), pp. 37 c 41.

(») Dnrm, Baukunsl der Etrusker und Roemer(2," ediz.),
pag. 392.

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