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89

IL RIPOSTIGLIO DEI BRONZI NURAGICI DI MONTE SA IDDA

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dotti lucali, già noti ad Acini e che si connettono con
quelli alquanto più arcaici, dell'età del bronzo, della
valle del Rodano, ma che si affacciano anche nel ri-
postiglio di S. Francesco (1).

Troppo maltrattati sono i vasi in lamina di Monte
Sa, Idda, per dedurre qualche conclusióne sul tipo e sul-
l'epoca loro ; si può tuttavia osservare che la grande
ansa a ponte, con fascia ornata a rilievo, n. LIO, fig. 80*
ci condurrebbe verso modelli che in Sicilia si collegano
con le più antiche importazioni protogreche, come la
bella ansa del ripostiglio di Giarratana, che l'Orsi ritiene
coevo a quello di Mineo e riferisce al sec. Vili (2).

Il Erammento di situletta a zone distinte da, solchi
incisi, n. 109, fig. -79, può essere messo in rapporto di
discendenza con tipi di sitale di importazione calcidese,
come quella che l'Orsi ha scoperto a Leontinoi e riferito
al VII sec. (3). Sono appunto questi modelli ionici calci-
desi che il Ghirardini (*) ritiene gli eccitatori e determi-
nanti di tutta la serie delle situle atestine, da Ini giudi-
cate, contrariamente all'opinione di Grenier (6), di al-
meno un secolo più antiche che quelle della Certosa.
In tal caso, se il mio avvicinamento non è errato, si
avrebbe, con questi frammenti di situletta e con la
grande ansa in bronzo fig. 80 gli elementi estremi
della cronologia di questo ripostiglio di Monte Sa Idda.

Riassumendo quanto si è esposto in precedenza ri-
spetto all'origine dei tipi dati dal ripostiglio, vediamo in
esso la convergenza di due grandi correnti ravvivatrici
della civiltà del bronzo della Sardegna e del successivo
periodo della prima età del ferro : una corrente orientale.
dall'Asia Minore e dall'Egeo ; una, occidentale, dalle
regioni dell'Iberia, dell'Atlantico e della Francia. Si ha.
così per la Sardegna una conferma di quanto venne dal-
l'Orsi posto in luce per la Sicilia,, orientale, a proposito
dei materiali enei del II periodo, e specialmente dei ripo-
stigli di Modica, Lentini e Giarratana ('), e di ciò che il
Pinza aveva già egregiamente osservato nelle conclusioni
al suo ricordato lavoro ('). l'ale confluenza di correnti

(') Chanfre, Recherehes paleoethnol. dans le 1/nssiu dn Rhonc.
Age dubronze; tav. 37. 1.

(2) Orsi. Bull, cit, A. XXVI. p. 268. Però le decorazioni a
(•ordii, ed a spine di pesce sono peculiari della Sardegna e si tro-
vano su manici di pugnali, anelli di lancio ed armille di \liini.

(') Orsi, Bull, cit.. A. XXXVIII, p. 30.

(*) Ghirardini, Bui. cit., A. XXXFX, p. 81.

(6) Grenier, Bologne Villanovienne et Etrusque, p. 508 e sg.

(«) Orsi, Bull, cit., A. XXVI, p. 273,

(') Pinza, op. cit., col. 275 e seg.

commerciali, determinata ed imposta dalla situazione
geografica dell'isola, ci spiega come si presentino in Sar-
degna materiali d'importazione e di tipo decisamente
egeo, importato dai navigatori ai (piali è dovuta la diffu-
sione di quella civiltà, e che nei loro viaggi verso l'Iberia
e l'Atlantico avevano bisogno degli approdi sicuri della
Sardegna. A questi stessi navigatori, a cui tennero dietro
più tardi i Fenici, si debbono uli sviluppi paralleli di
forme monumentali nei paesi del .Mediterraneo. del-
l'Iberia, della Francia settentrionale, delle isole del-
l'Atlantico ; si deve la diffusione di oggetti di tipo
ibericoe di altri di tipo comune nella Grande Brettagna,
donde possono essere stati importati in Sardegna nei
viaggi di ritorno su quella rotta marinara. A questa
linea commerciale diretta, verso l'Iberia, alla via di
Tartesso, bene osserva il Pinza, si aggiunse anche quella
dall'Oriente per la Sicilia, la Sardegna e la Corsica verso
le foci del Rodano e le regioni Galliche,via di grande
importanza e battuta assai prima che dai focosi, come
supposero il l'ais ed il Mullenhoff (*), dai naviganti
Fenici, i quali però dovettero seguire le traccio segnate
in precedenza dagli stessi diffusori della civiltà enea.
E appunto la, necessità della tappa sulle coste sarde
per tale rotta verso il Rodano, che spiegale analogie
di materiali sardi con quelli della Francia meridionale,
analogie che dall'alba dei metalli ci conducono alle
fasi più avanzate dell'età del bronzo.

Più tenui sono le relazioni con l'Etruria e le sponde
italiche del Tirreno, ma neppure esse fanno difetto,
mentre invece nel ripostiglio mancano del tutto i rap-
porti con la civiltà delle terramare che. come già os-
servò il Pinza, non ha (piasi nessuna relazione con
questa della Sardegna.

Ala, osservate le influenze di elementi e di correnti
commerciali e civilizzatrici sulla formazione dei tipi della
suppellettile in questo ripostiglio di Monte Sa Idda,
comedi tutta la suppellettile nuragica, noi dobbiamo
insistere sulle differenze peculiari tra i tipi si essi ed i loro
modelli, che non sono mai esattamente imitati: anzi i
tipi insulari dànno a divedere una lenta evoluzione ed
elaborazione indipendente, compiuta nell'isola stessa.
Tale evoluzione fu già accennata dal Pinza. (2) e tale
relativa indipendenza io credo di dover ascrivere non

(') Mullenhof, Deutsche iltertumskunde, p. 'ili: Pnis, /«
Sardegna prima dtl dominio romano, p.
(") Loc. cit. p. 275,
 
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