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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Taramelli, Antonio: Il ripostiglio dei bronzi nuragici di Monte Sa Idda di Decimoputzu (Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0050

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fu

IL RIPOSTIGLIO DEI BROXZI XL'RAGICI DI MONTE SA IDDA

92

solo ;il lungo periodo di tempo trascorso tra l'introdu-
zione dei modelli e la data del ripostiglio, ma anche, epiù
ancora, alla scoperta od alla lavorazione, per parie dei
protosardi, di giacimenti cupriferi nell'interno dell'isola
cheli rese più agguerriti nelle tecniche metallurgiche e
li rese meno dipendenti e bisognosi delle importazioni
esterne. Se un'attività di calcheuti si svolse nell'isola
di Sicilia, priva di rame, assai più fervida dovette essere
in Sardegna, dotata in molti punti di tali miniere, di
coltivazione accessibile ai limitati mezzi ilei Sardi. Per
questi due ordini di ragioni, i Sardi ebbero campo di
elaborarsi i loro tipi d'armi e di strumenti : le spade,
pure risentendo l'origine micenea, sono robusti e solidi
strumenti di guerra, molto lontani dagli originali mo-
delli : così le ascie a tallone, ((nelle a cannone, la scure,
i vaili tipi di strumenti e di ornamenti hanno la distinta,
impronta locale, anche le spade ad occhielli circolari
alla testa, nn. 50-51, figg. 4M. 44. i pugnali a pressioni
laterali nel codolo, e più ancora le accette con robusto
anello su uno dei margini ed una sporgenza cilindrica
sull'altro, sono prodotti diremo personali della metallo-
tecnica indigena, che si "effigiò i suoi proprii arredi, i
suoi strumenti e le sue armi, come dette una peculiare
espressione ai propri prodotti figurati di statuette votive.

La peculiare posizione d'isolamento della Sardegna,
favorita anche dalla formidabile fortificazione nùragica
di tutte le coste dell'isola e l'atteggiamento delle tribù
indigene, poco favorevole ad infiltrazioni straniere, re-
sero possibile questa più libera evoluzione dei tipi della
tecnica metallurgica e rende a noi più incerta la loro
esal la datazione, che può t ut t a via essere solo in via ap-
prossimativa stabilita sui confronti con i più caratteri-
stici ripostigli indicati.

Riferendomi alla classificazione avanzata dall'Orsi
e rial Pellegrini (11. dovremmo così stabilire questa suc-
cessiva cronologia di ripostigli:

ii) ripostigli del periodo di transizione dall'età del
bronzo all'età del ferro. Es. Baragallo S. Pellegrino,
(Reggio E.) (Pigorini, Bull. XXI, p. 10), Soncino, Cre-
mona ; Bosco della Pozza, (Mezzocorona) : Cavalocchio,
Rimini ('rollini, Atti Memorie Dep. Storia Patria Ro-
magna V, Ili»), Castions di Strada, (Udine), Pantalica,
Modica. Lcntini e (.'osta Marano. Sec. XI a X.

h) Ripostigli della prima fase dell'età del ferro :
Es. Manduria : Monte Rovello (Allumiere); Madriolo
{Hall. Paletn. Ital.',&. XXI. p. L3); Piano del Tallone,
tra Maliziano o Kamprugnano; San Francesco di Bo-
logna. Sec. X-IX.

e) Ripostigli dell'età del Eerro: Es. Giarratana,
Mineo, Piediluco di Terni, Monte Sa Idda. Sec. Vili.

(/) Ripostigli della line dell'età del ferro : Es. Gran-
michele, (Bull. Paletti. Hai, a. XXVI, p. 278); Cere
(Pigorini, ivi, a. XXI, p. 31); Abini, 'feti ; Valenza,
Nuragus. Sec. VII-VI.

Vorrei adunque porro il nostro ripostiglio tra quello di
Mineo e quello di Granmichele, ad un epoca cioè in cui
tanto la civiltà sicula che la Sarda hanno compiuto una,
grande parte del loro ciclo evolutivo; in quell'epoca!
sistemi di fortificazione indigeni siculi di tutti i pas-
sa»»! dal litorale siracusano all'intorno delle vallate,
che l'Orsi dimostrò iniziati col 2° periodo siculo e fat-
tisi formidabili durante di esso, sono già stati assaliti
in più punti od in parto forzati dai fondatori delle
prime sedi elleniche. Ma in Sardegna, io penso, lo ve-
dette e le fortificazioni nuragiche tengono ancora sal-
damente o rendono arduo un assalto dalle costo verso
l'interno e consentono un più ampio respiro alla evo-
luzione delle forino della vita locale (x).

Prima di desumere dalla presenza di materiali
archeologici e preistorici, anche notevoli per copia, o
varietà di tipi, dello conclusioni di carattere storico,noi
dovremmo sempre tenere presenti le parole di saggia
prudenza (Iellati' dal compianto e dottissimo amico
G. Angelo Colini, Bell'accennato lavoro sulla civiltà del
bronzo della Sicilia. « L'archeologia, egli dice, è effi-
cace sussidio solo quando, si rinunzi a ricostruzioni
ideali e si riconosca che essa ha por scopo principale
la scoperta e la esposizione obbiettiva dei fatti e la
illustrazione dei monumenti, classificandoli secondo i
caratteri di somiglianza e di differenza, e ricercandone
le cause dell'origine, delle l'ormo e dello sviluppo nelle
condizioni geografiche e storiche nelle quali esistettero
e mediante le comparazioni con le civiltà che presen-
tano elementi affini». Credo appunto di non disco-
starmi da questa norma di prudenza so, dopo di avere
analizzato il materiale di questo ripostiglio di Monte

(') Orsi Bull. cit.. A. XXVI, p. 284; Pellegrini, ivi.
A. XXXVII. |>. 22 sg.

(') Not. Scavi, 1!J(J4, p. 65; Colini, li'età del bromo nellaSi-
cilici, Bull Palchi. Hai, A. XXXI, p. 30; Orsi, ivi, p. 133,
 
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