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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Orsi, Paolo: Megara Hyblaea: 1917-1921; villaggio neolitico e tempio greco arcaico, e di taluni singolarissimi vasi di Paternò
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0066
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MEGARA

HYBLAKA

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di pieno accordo con loro nel ritenere, che gli Stenti-
nellesi non conoscessero la tomba a forno, ma inumas-
sero i loro morti in cassette di pietra calate nella nuda
terra ; e che appunto per la forma sepolcrale, oltre che
per la ceramica, essi si differenziassero dai Siculi. Ma
il terreno circostante al villaggio coincide colla città
greca, che vi ebbe vita per 2 y2 sec. e ne fu profonda-
mento turbato.

*

* *

Scopo del presente articolo non è quello di dare una
illustrazione definitiva del villaggio neolitico di Megàra
Hyblaea. Essa sarebbe prematura, dovendosi ancora
risolvere la questione principale della forma ed esten-
sione dell'abitato, e dovendosi tentare, sebbene con
scarsissime speranze, la ricerca della necropoli. In at-
tesa che tutto ciò possa farsi, io ho creduto di non
defraudare i lettori dei Monurttenti di una ampia infor-
mazione sulle scoperte sin qui avvenute. Dato questo
carattere del mio scritto, io non mi soffermerò di troppo
sulla illustrazione del materiale rinvenuto; ed in par-
ticolare sorvolerò sulla ceramica impressa, per la quale
occorrerebbero numerose tavole. Tutto inedito è an-
cora il materiale di Matrensa e buona parte altresì di
quello di Stentinello, all'infuori di alcuni eccellenti saggi
da me concessi ad un articolo di divulgazione (1) ; man-
cherebbero quindi gli indispensabili elementi di raffronto.
In attesa adunque delle pubblicazioni definitive su Ma-
trensa e Stentinello, io ho ritenuto di dare, quasi di
volata, un elenco per classi del materiale rinvenuto a
Megara Hyblaea, soffermandomi invece a lungo sopra
una sola di esse, cioè sulle ceramiche dipinte di origine
esotica, siccome quelle che hanno il pregio della novità
quasi assoluta. Con questa premessa dichiarativa, passo
alla rassegna sintettica del materiale.

.1) Macine manali laviche a madre e figlia testu-
dinate ; se ne segnalò una dozzina di esemplari, taluno
dei quali, attesa la sua grandezza, venne abbandonato
sul luogo. Fanno gruppo con esse anche i ciottoli di
pietre scure di varia durezza, adibiti come macinelli,
in non grande numero.

i1) K. Mauceri, La Sicilia negli albori delia sua storia, (in
Emporium (febbr. 1911, pag. 101 sgg.).

2) Ascie basaltiche, logore e spezzate se ne ricupera-
rono più di una mezza dozzina ; di più un'accettina amu-
leto di pietra oscura dura.

3) Ossidiana, un magnifico nucleo, varie diecine di
coltelli per lo più piccoli, e quasi tutti rotti ad una
od anche a 2 estremità ; molte scheggie di rifiuto, indizio,
assieme al nucleo, di una limitata lavorazione in sito.
La quantità dei manufatti di ossidiana equivale quasi
a quella dei manufatti silicei. Il dott. Ottone De Fiore,
vulcanologo consumato nella esplorazione delle Eolie,
ritiene che questa ossidiana sia di là proveniente. Ecco
dunque sicure testimonianze di remotissimi commerci
interinsulari.

4) Le selci Incorate, e per lo più sotto forma di lame
di coltelli, in minoi- quantità di raschiato], equivalgono
quantitativamente le ossidiane. Mancano la freccia ed
anche quelle rozze e larghe lame rinvenute in buona
copia nelle officine de! I periodo siculo (M. Tabuto,
M. Salia presso Comiso), di reminiscenza archeolitica.
Si ebbe invece un bel nucleo.

5) Le ossa Incorate sotto forma di punteruoli ed al-
tro furono piuttosto copiose; infattosene raccolsero
27 sesemplari acuminati ad arte e 4 spatole.

(')) / relitti dei pasti furono del paro abbondantis-
simi, appunto perchè la fossa servì anche come scarico
dei rifiuti dell'abitato. Si ricuperarono così parecchie
corbe di ossa animali, che saranno argomento di studio
per un zoologo, pochissime conchiglie marine e molte
lumache terrestri.

7) Come piccole curiosità vanno ricordati: un pun-
zoncino fittile colla testa a stella, da cui si ricavò, me-
diante impressione in creta, un motivo a stella rom-
boidale, del quale si possiedono già svariati saggi nella,
ceramica di Stentinello. TJn ciottolino piatto con dop-
pia perforazione ad uso di pendaglio. Tre segmenti di
una e più armille o grandi anelli che sieno, ricavati da
una roccia cretosa e tenera, bigio-scura, riducibile
anche col mezzo di stormenti primitivi. Dei piccoli glo-
buli di materia colorante rossa, ocra, o terra rossa,.

8Ì La ceramica grezza è rappresentata da masse
ingenti di cocciame liscio o decorato ma in gran parte
in pessime condizioni (il sottosuolo di Megara è nefasto
anche ai vasi greci), di maniera che già sul posto ho
proceduto ad una selezione e ad uno scarto su vastis-
sima scala dei pezzi piccoli e sgretolati. Di esemplari
interi nessuno ; e nessuno da poter ricomporre anche
 
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