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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Orsi, Paolo: Megara Hyblaea: 1917-1921; villaggio neolitico e tempio greco arcaico, e di taluni singolarissimi vasi di Paternò
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0068
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MEGARÀ HYBLAEA

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che accenna a dimensioni presso a poco eguali a quelle
del precedente, presenta gli stessi requisiti di impasto,
tinta e decorazione ; dovevano essere due corna con-
giunte alla base per modo da rendere l'imagine di una
mezza luna; ma poiché l'incontro delle due prominenze
avviene ad angolo ottuso, meglio che ad una mezza luna
conviene pensare a due corna congiunte per la base.
Nel cavo fascie di linee, come sopra, ma interrotte.

La serie delle coppe a calotta assume una variazione
colPesemplare tav. B, fig. 2 dalle pareti un po' spesse,
con corpuscoli neri nell'impasto non più finissimo.
La sagoma è già più accentualmente convessa : la
superficie interna ed esterna, color avorio sporco, pure
levigata: liste verticali rosse orlate in nero tanto nel-
l'esterno come nel cavo. La pittura è molto smarrita.
Nel complsso siamo lontani dalla finezza e perfezione
tecnica del gruppo di coppe a calotta già descritte,
onde è lecita la domanda, se questo pezzo sia di importa-
zione (articolo più scadente ?) o non rappresenti un
tentativo di imitazione locale.

Ad una coppetta non più a calotta ma> colle brevi
guance verticali lievemente bombate si riferisce il
frammento tav. C, fig. 1 ; le qualità della creta sono
come nei precedenti, ma la levigatezza della superficie
è meno spiccata, anche per la minore conservazione del
pezzii. All'esterno sul fondo chiaro un fascio di linee spez-
zale brune, e bruna l'orlatura; sul fondo chiaro e pal-
lido si avverte qualche chiazza di colore rosolia ; pareti
alquanto spesse.

Col frammento tav. A, fig. 4 progrediamo ad una
ciotola nella quale il labbro lievemente concavo s'im-
posta sul ventre un po' rigonfio ; la creta è sempre la
stessa, la colorazione del cavo rosea. All'esterno : sul
collo una corona di denti di lupo diritti, rosei, contor-
nati in nero ; sul ventre fascie orizzontali r. conter-
minate da cordoni marrone. Parete un po' spessa.

Frammento tav. C, fig. 2 ; si riferisce ad una olla
o bicchiere di modiche dimensioni, essendo alta la
parte superstite inni. 122. La creta fine non ha però
più il grado di purezza degli esemplari in precedenza
descritti, in quanto racchiude minutissimi tritumi neri,
che converrebbe far esaminare al microscopio. Se fos-
sero lavici, sene trarrebbero illazioni non prive di signi-
ficato per il luogo di fabbricazione del vaso. Le due
fronti, interna ed esterna, sono bene polite e di un
colore gialletto sporco. Per la decorazione dell'esterno

più che la parola vale la osservazione del facsimile,
tav. C, fig. 2 ; anche qui talune delle fascie, orlate in
bruno, sono di colore rosella. Questo coccio è il primo
che in qualche guisa arieggi nella sagoma e nella deco-
razione vasi del 1° periodo siculo; ma tuttavia se ne
discosta pei' taluni particolari della sintassi ornamen-
tale, per la tinteggiatura delle fascie e per altri rispetti.

Il coccetto tav. C. fig. 8, di impasto ancor meno
line, con minutissimi tritumi lavici, è grezzo nell'in-
terno, a fondo rosso all'esterno e con avanzi di un
dente di lupo a reticolato sulle spalle ed altre linee brune
a graticola : ma la pittura ne è assai sconservata. An-
ch'esso arieggia in qualche guisa l'industria sicula
del T periodo.

Il coccio tav. C, fig. 7 a fondo bianco con 4 raggi
rossi mettati in nero, acromo nel cavo, malgrado l'im-
pasto meno buono (bigio chiarissimo ma senza tritumi)
ed un certo spessore della parete, torna completamente
estraneo alla ceramica sicula. Gli altri due Frammen-
tini tav. C, figg. 4 e 6, si producono, malgrado la loro
tenuità per il reticolato sul fondo chiaro, e la lisca su
fondo gialletto tra due fascie rosse. Il piccolo coccio
tav. C, fig. 5 spetta al labbro concavo di una tazza, con
denti di lupo dritti e rovesci, in rosso ad orlatura nera ;
il fondo è il bigio naturale della creta levigata ; il pezzo
completo sarà stato molto analogo a tav. A, fig. 4. Mi-
gliore è la, ereta in tav. C, fig. 3, riferibile ad una forma
imprecisata ; fondo rossigno levigato ; fascia orizzon-
tale rosea, a cui si attacca un. fascio di linee (denti di
lupo) brune. Di altre bricciole non è il caso di tenere
conto attesa la loro pochezza ; ma alcune di esse spet-
tano con certezza matematica al gruppo delle patere
a, calotta, con cui ho iniziato questo elenco descrittivo.
Giova per ultimo rilevare una particolarità tecnica, che
distingue quasi tutta codesta ceramica neolitica (tanto
quella finissima come la meno fina) da quella del 1° pe-
riodo siculo; questa è dipinta a guazzo, mentre nella
prima il fondale è ottenuto mediante una incamiciatura
ed ingubbiatura di pulviscolo umettato, steso sulla su-
perfìce e ad essa fissati), anzi incorporato, mediante un
processo di delicatissima lisciatura e brunitura, poi,
all'ultimo, cotto.

Passato in minuta e tediosa rassegna il materiale
ceramico colorato di Megara, è ora opportuno aggiun-
gere a complemento delle nostre cognizioni su questa
classe ristretta e nuova di ceramiche, quel poco o tanto
 
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