149
MEGARA HYBLAEA
150
di Stentinéllo in Sicilia e sul versante adriatico dell'Italia
meridionale (da Atti Accademia di Palermo, voi. XII,
Palermo 1920). In questo nuovo scritto l'A. affronta
il gravissimo problema, da me discusso, dell'origine
esotica della ceramica colorata, apparsa entro gli strati
di Stentinéllo. Giova anzitutto segnalare come a ta-
vola VI, 9 ed a pag. 47 venga prodotto ed illustrato
un nuovo framm. di coppa col «croissant» rosso, pro-
veniente da Tre Fontane, ed in tutto analogo agli esem-
plari di Megara Hyblaea. A pag. 18 e sg. l'A. parla
della ceramica neolitica rossa a lustro; a pag. 31 e sg.
discorre, in una lunga, l'assegna critica, di quella neoli-
tica dipinta del Mezzogiorno d'Italia, procedendo egli
pure a tentoni per stabilire la origine transmarina. In
fine a pag. 37 e sg. vi è un'ampia trattazione sulle anse
cilindriche pervie ed impervie. È superfluo aggiungere,
che il nuovo scritto del barone Carici costituisce un altro
prezioso ed assennato contributo allo studio della ci-
viltà di Stentinéllo, e dei vari gravi problemi ad essa
collegati.
In questo mezzo ho potuto anche consultare uno
scritto, alla cui conoscenza molto teneva, quello dei si-
gnori Wace e Blegen, The premycenaean pottery of the
mainland (in Annual Brìi, School at Athens, voi. XXII,
1916-18, pp. 175-189 con 6 tav.), scritto che riguarda
in particolare il Peloponneso e la parte or. della Grecia
centrale, e che va considerato come un supplemento
alla nota grande opera di Thompson & Wace sulla Tes-
saglia. Ora tutta questa ceramica nulla affatto ha di
comune nelle forme colla megarese e ben poco in
qualche isolato motivo ornamentale. Anche per essa
la origine rimane sempre misteriosa.
MEGARA HYBLAEA
150
di Stentinéllo in Sicilia e sul versante adriatico dell'Italia
meridionale (da Atti Accademia di Palermo, voi. XII,
Palermo 1920). In questo nuovo scritto l'A. affronta
il gravissimo problema, da me discusso, dell'origine
esotica della ceramica colorata, apparsa entro gli strati
di Stentinéllo. Giova anzitutto segnalare come a ta-
vola VI, 9 ed a pag. 47 venga prodotto ed illustrato
un nuovo framm. di coppa col «croissant» rosso, pro-
veniente da Tre Fontane, ed in tutto analogo agli esem-
plari di Megara Hyblaea. A pag. 18 e sg. l'A. parla
della ceramica neolitica rossa a lustro; a pag. 31 e sg.
discorre, in una lunga, l'assegna critica, di quella neoli-
tica dipinta del Mezzogiorno d'Italia, procedendo egli
pure a tentoni per stabilire la origine transmarina. In
fine a pag. 37 e sg. vi è un'ampia trattazione sulle anse
cilindriche pervie ed impervie. È superfluo aggiungere,
che il nuovo scritto del barone Carici costituisce un altro
prezioso ed assennato contributo allo studio della ci-
viltà di Stentinéllo, e dei vari gravi problemi ad essa
collegati.
In questo mezzo ho potuto anche consultare uno
scritto, alla cui conoscenza molto teneva, quello dei si-
gnori Wace e Blegen, The premycenaean pottery of the
mainland (in Annual Brìi, School at Athens, voi. XXII,
1916-18, pp. 175-189 con 6 tav.), scritto che riguarda
in particolare il Peloponneso e la parte or. della Grecia
centrale, e che va considerato come un supplemento
alla nota grande opera di Thompson & Wace sulla Tes-
saglia. Ora tutta questa ceramica nulla affatto ha di
comune nelle forme colla megarese e ben poco in
qualche isolato motivo ornamentale. Anche per essa
la origine rimane sempre misteriosa.