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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Orsi, Paolo: Megara Hyblaea: 1917-1921; villaggio neolitico e tempio greco arcaico, e di taluni singolarissimi vasi di Paternò
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0084
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della cella si adagiarono sul muro del valium neolitico
rimaneggiato, aggiustati) e consolidato (fìg. 3).

Di avanzi della peristasi templare ancora in posto
si ebbe un brano ragguardevole soltanto nella parte
centrale della facciata di levante. Qui il fosso neolitico
aveva determinato una profonda e pericolosa falla nella
compagine del terreno, ed i mastri costruttori provvi-
dero a ripararla, adattando sulla bocca del fosso una.
platea di poderosi lastroni incassali nella roccia, che
affiora ad una profondità non grande, e preparando, per
quel poco che si potè scorgere, il sottosuolo con una mas-

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La cella lunga ed angusta (m. 28,40 X 7,75) era sol-
cata in tutta la sua larghezza dal fosso preistorico ad
andamento serpentino: risultò evidente l'incasso per
il muro di divisione fra il pronao e la naos o cella pro-
priamente detta. E dubbio, od almeno non è suffragato
da venni dato di l'atto, che vi fosse un piccolo opisto-
domo : l'orso di esso sarebbero indizio molti conci che
apparvero strappati e disordinatamente bui lati nella
fossa preistorica, precisamente in quel punto E-F, ove
avrebbero dovuto innestarsi le fondazioni del muro di-
visionale fra la cella ed il supposto opistodomo.

MEOARA IIYBI.AKA

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Fig. 3.

sieciata sulla terra di colmata del fosso, previamente Su codesto complesso di dati, molto modesti, ognuno

compressa. E tutto ciò perchè in questo tratto veniva a comprende, come non ci sia consentito di fantasticare

cadere una delle colonne del peristilio orientale. L'am- troppo quanto alla ricostruzione del tempio megarese,

piezza in superfice di questa sottofondazione è di quale esso dovette essere in origine. A prescindere dalle

m. 3,20X2,02, lo spessore dei conci di 0,43. Al disopra ragioni storiche e dalla distruzione radicale della città

di essi si adagiava la filata normale dello stilobata, nel 482, a primo sguardo si riconoscono nell'impianto di

ed è da considerare come un vero miracolo, che questo questo edificio sacro tutti i caratteri dell'arcaismo ;

tenue ma per noi prezioso avanzo sia sfuggito ai rapina- fu un tempioesastilo periptero, verosimilmente con

tori (fìg. 4). 15 colonne nei lati lunghi. Il rapporto di 2,42 : 1,

Una analoga costruzione venne segnalata anche nel fra lunghezza e larghezza, si riscontrò con misura

fronte opposto di occidente, ed in quel tanto del fosso di approssimativamente analoga in costruzioni templari

fondazione dello stilobata, che coincideva col fosso arcaiche quali l'Apollonion di Siracusa, i templi C ed

preistorico ; a risparmio di descrizione rimando anche S di Selinunte ed in altre ancora (cfr. Perrot, HA,

qui allo schizzo di planimetria e di sezione fig. 2 e 5. voi. VII tav. XVI). Mancando però qualsiasi ulteriore ele-

Ed è inutile ripetere che questa sottomurazione fu mento sulla elevazione del tempio, panni conveniente ar-

provocata anche qui dal bisogno di consolidare il fon- restare a questo punto ogni altra considerazione, la quale

dale non più vergine, destinato a sorreggere un paio di non ci farebbe che brancolare nel buio e nella più grande

colonne. incertezza, perchè destituita da solide basi <Ji calcolo.
 
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