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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Galli, Edoardo: Fidia in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0129

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FIDIA IN KTUURIA

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nismo - ormai quasi del tutto sommersa al disotto di
essa, si può determinare nitidamente non tanto in base
ai frammenti giunti sino a noi, quanto col confronto di-
retto dell'opposto frontone, e con i riscontri sussidiari
di altri monumenti nutriti dall'istessa fonte - pitto-
rica - a cui attingeva lo scultore attico.

Il disegno attribuito a Carrey e per fortuna conser-
vato del frontone occidentale, come appariva avanti
la sua totale distruzione del 1687-88, più che la nota
hydria a rilievi e dipinta di Kertsch con la disputa tra
Athena e Posidone (1), mostra la biga della dea dai
cavalli impennati, in uno schema rampante quasi aral-
dico, che si deve giustificare non tanto col carattere ed
i fenomeni della prodigiosa contesa, quanto con la loro
origine artistica, suffragata da molte altre rappresen-
tazioni, e con ogni probabilità facente capo proprio
a Fidia o quanto meno al suo ciclo (fig. 2). La contrap-
posta biga di Posidone, scomparsa in antico e non re-
gistrata dal suddetto grafico, doveva certo corrispon-
dere in tutto a quella avversaria. Lo stesso possiamo
dire nei riguardi delle due quadrighe del frontone
orientale - che più ci interessa per il nostro studio. Di
esse non restano che i seguenti pezzi.

Della quadriga A (Helios) il busto del nume auriga
e le quattro teste dei cavalli, più o meno corrose e rotte,
due delle quali - col busto predetto - ora al Museo
Britannico e due in situ sul Parthenone ; e della qua-
driga B (Selene) pure il busto della dea, acefalo e ta-
gliato alla cintola, ora al Museo dell'Acropoli, nonché
tre teste di cavalli, una al Museo Britannico e due in
silu (2), e perciò possiamo essere sicuri non solo che
trattavasi precisamente di due quadrighe, ma che
inoltre erano di tipo uguale ; del pari semi-nascoste alla
vista, tantoché non emergevano se non le teste dei
cavalli con buona parte del collo e i busti dei due divini
guidatori; e con questa sola differenza dettata dal
carattere peculiare di ognuna di esse, che i cavalli di
Helios - alta la testa, dalle narici dilatate aspiranti
la brezza del mattino (fig. 3) - rivelavano maggiore

f1) Per questo vaso del Museo dell'Eremitaggio a Pietro-
grado, si veda la riproduzione e la più completa bibliografia nel
recente lavoro del Ducati sulla Ceramica attica del sec. IV, in
Memorie morali dei Lincei, XV (1916). fase. Ili, pag. 36 sg., fig. 0,
dell'estratto. - Cfr. anche Collignon, Partii., pag. 1G5, fig. 02.

(2) Cfr. A. H. Smith. The Heulpt.nf the Partii., tav. I e fig. 15;
Collignon, Partii., pag. 146.

vivacità, al confronto di quelli crepuscolari di Selene
ormai stanchi del notturno cammino e presso a spro-
fondare nelle onde (fi'?;. 4). L'ipotesi dello Smith (M
che Selene fosse invece raffigurata a sedere sul dorso
di un cavallo, come sul frammento vascolare da Ruvo
a Napoli con Gigantomachia (2) e sul famoso cratere
Blacas al Museo Britannico - che ci offrirà più oltre
materia per altri confronti - cade non solo se si tieu

Fig. 3. — Resti di cavalli della quadriga di TIelios.

conto dell'analogia che doveva correre tra le due rap-
presentazioni angolari, ma in modo definitivo quando

Fig. 4. — La più conservata delle teste dei cavani
della quadriga di Selene.

si consideri il numero dei cavalli a cui debbono ripor-
tarsi i frammenti superstiti del lato destro a chi guarda.

(1) Tale ipotesi lo Smith espose in Journal of Eellenic Stuiics,
IX, pag. 9 sgg. e figura ibidem.

(2) Trattasi della parte inferiore di un cratere o di un'anfora
attica, di stile fiorito — quindi post-polignoteo — imitato larga-
mente in Italia — e vi si vede Helios che sale da destra all'oriz-
zonte sopra la quadriga visibile in parte — come sul cratere poli-
gnoteo di Bologna con Teseo, di cui dovremo parlare — e Selene
seduta sul cavallo — come sul cratere Blacas a Londra, del quale
pure dovremo trattare fra poco — scende a sinistra, anch'essa in
parte celata alla vista dalla linea dell'orizzonte resa con un festone
vegetale avvolto da bende, che divide idealmente i due campi
avversari : i Giganti sulla terra, i numi in cielo. - Cfr. 0. Jahn. i:i
Ann. Inst. 1869, pag. 17G: Mont. Inst, IX. tav. VI ; Guida Ruesch
del Museo Nazionale di Napoli, pag. 478 (armadio LIV).

Uno schema simile nei riguardi di Helios e di Seleae, puro ci-
tato dallo Smith, si riscontra su una tazza della. Collezione Sabou-
roff: Furtwangler, Sanimi. Hubouroff. tav. 63.
 
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