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LE TERME ROMANE DI MASSACIUCCOLI

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letto. La speciale conformazione e struttura di questa
stanza, ed anche la sua ubicaziane appartata, indu-
cono all'ipotesi che potesse essere destinata a latrina
(recessus) dell'edificio termale.

Sotto al corridoio passa, obliquamente disposta,
la cloaca massima delle terme. Esplorando il sottosuolo
delle diverse stanze dell'edificio che abbiamo fin qui
esaminate e descritte, si è potuto constatare che la
fognatura principale ha origine nella stanza F, dipar-
tendosi al disotto della scala che sale nel piano del
ninfeo sul lato di mezzogiorno. Passa poi sotto al ve-
stibolo (tav. I, E) e piega ad angolo retto attraversando,
al di sotto, la soglia della porta principale del salone;
e, seguendo nel sottosuolo di questo una linea alquanto
irregolare, si dirige verso la porta nord che mette nel
corridoio anzidetto. Questo primo tratto di fognatura
è costrutto con grandi tegulae dai margini rialzati,
in serie di tre, e cioè una per piano e due accostate
a cappuccina, formando così in sezione un vano a trian-
golo equilatero di m. 0,40 di lato. Attraversata, la
soglia della porta nord del salone, la fognatura passa
sotto alle fondazioni del muro che limita ad oriente il
corridoio, e quivi raccoglie le due fognature di scarico
del grande alveo del friqidarium e del piccolo alveo
dell'abside. Nell'ultimo tratto la cloaca si trasforma
in una conduttura regolare, con le pareti laterali,
a muro di mattoni, con piano e copertura di lateres, co-
stituendo un vano di sezione quadrilatera, di m. (),'ò()
di lato ; dopo aver raccolto altre fognature, attra-
versando obliquamente il sottosuolo del corridoio,
viene a sboccare, a nord, dalla sostruzione del muro
perimetrale delle terme.

Dietro alla costruzione del pfaefurnium A osservano
le vestigia di un altra stanza (tav. I, R), di pianta
quasi quadrata (m. 3,70 per m. 4), alla quale si acce-
deva dal corridoio per mezzo di una porta, di cui si
conserva l'im.postazione delle ante (largii, m. 1,15).
Il piano della stanza è interamente sconvolto. Sotto
al muro che chiude a nord la costruzione del praefur-
nium, si scorgono tracce di fondazioni di un muro più
antico che limitava la stanza nel lato di mezzogiorno ;
così nell'angolo nord-ovest si vedono i resti di una
specie di piano elevato, del quale non possiamo indicare
la destinazione.

Tutta questa parte nord-ovest dell'edificio termale
è talmente distrutta e ridotta alle pure sostruzioni dei

muri, qua e là anche interrotte, da non potersi neppure
determinare la direzione dei mitri stessi. Così del
muro perimetrale nord delle terme si perdono le tracce
delle fondazioni verso il lato di ponente. In fianco
della costruzione del praefurnium e della stanza R,
precedentemente descritte, si intravvede la pianta
di altre due stanze quadrate (tav. I, S e T), delle
quali non si possono però determinare i lati di po-
nente. Esaminando il piccolo schizzo topografico pub-
blicato dal Ridolfi (1), nella stanza S sono indicate
delle suspensurae nel sottosuolo, da far supporre l'esi-
stenza, nella costruzione primitiva, di una cella tepi-
daria o caUdaria. In questa parte le terme devono
certamente aver subito dei rimaneggiamenti che non
possiamo precisare, dato lo sconvolgimento del sotto-
suolo ; alla quale distruzione ha concorso anche l'im-
pianto dell'oliveto sottostante che ha invaso l'area dei
ruderi.

Dall'esame dei resti dell'edificio termale, finora
compiuto seguendo la pianta planimetrica, abbiamo
potuto riscontrare che tutta la parte orientale, addos-
sata al ripiano del ninfeo, ha conservato una certa
regolare simmetria nella disposizione dei vari ambienti,
salvo alcune irregolarità che possono benissimo spie-
garsi con adattamenti seriori. Questa disposizione
simmetrica invece non si ritrova nelle costruzioni
di ponente, verso il declivio della terrazza, che ora
descriveremo.

Contiguo alla sala d'ingresso delle terme (tav. I, A),
nei lati di ponente e di nord, e situato un corridoio diviso
in due bracci disuguali, disposti ad angolo retto (cfr.
tav. I, TJ). Sono ancora visibili le vestigia delle ante
di una porta (largii, m. 1,20) che metteva nel braccio
maggiore di tale corridoio, del quale si conservano
tracce dei muri laterali, che permettono di preci-
sarne l'ampiezza (m. 1,70) ; il pavimento, ora di-
strutto, sembra che fosse ad opus tessellatum in bianco
e nero, con le tessere disposte a disegno. Di sostru-
zione al corridoio sta una fornice, pure divisa in dire
bracci, (tav. I, V) con la volta in calcestruzzo, in cui
il muro di ponente corrisponde, nella parto elevata, a
quello del corridoio, mentre quello di levante è più
interno: donde la minore ampiezza che è di m. 1,10
(cfr. tav. Ili, 2). L'ingresso di questo cryptoportico

(!) Cfr. Ridolfi, in Notizie degli Scavi, 1878, p. 229.
 
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