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61

GROMA

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deduzione trova una conferma lampante nel fatto che
è possibile ricavare matematicamente da quella lunghezza
di ni. 0,234 (e di fatto abbiamo ricavato) parecchie se-
zioni orizzontali di termini, inquadrate in modo preciso
nelle antiche misure. Ed ecco il metodo tenuto nella
ricerca.

I modi più naturali e semplici che l'agrimensore po-
teva tenere nel piantare la cuspide rasente la parete
verticale esterna del termine, qualunque forma questo
potesse avere, sono due : o strisciando lungo quella pa-
rete una delle nervature della cuspide rivolta nella di-
rezione del centro del termine (fìg. 14); oppure striscian-
dovi con due nervature contigue, nel quale secondo
modo sono compresi anche quei casi speciali, nei quali
la bisettrice dell'angolo formato da queste nervature
si dirige proprio al centro del termine (fìg. 15-17).

Nel primo modo, la distanza effettiva dal ferramento
al centro del termine era m. 0,234-0,0575, rappresen-
tando questa seconda frazione l'aggetto, o sporgenza, del-
l'estremo superiore della nervatura dall'asse del ferra-

cursoriiis in effigiati Muli 241. IO: hi,nniri Xeronix. Vespasiani et
Traiani 243, 3 ; 348, 10.

b) T. lapidei e loro dimensioni (la forma non è sempre ci-
tata espressamente).

Passandoli a rassegna dai più grandi ai più piccoli, risultano :
T. rotundi alti, fuori terra, piedi 2; in terra, piedi tre, 212, 11:
242,16 ; Triumvirales, di G. Cesare, M. Antonio-e Lepido, alti fuori
terra p. 1 y2 ; in terra 2 y2 ; diam. sup. p. 1, adoperati per gli al-
lineamenti principali : 212, 8 ; Triumvirali Gracchani, del diam.
sup. di piedi 1-1 Y2, alti p. 4-4 y2 : 242, 7, accanto ai quali sono
menzionati quelli Divi Juli 242,11, Augustei 242,12, Gai Caesaris
ex saxo silice vel molari, alti fuori terra p. 1 )/2, e in terra p. 2 y2 :
242, 15 ; 348, 7 e 8. Gli Augustei, espressamente detti tetrantales,
fatti della stessa pietra e delle stesse dimensioni, avevano il diam.
sup. di p. 1: 194, 8; cfr. 213, 8. T. epipedonici, cioè a pianta qua-
drata di un piede di lato, sono ricordati ivi stesso 213, 10, come
termini medii lege Iulia. Seguono termini, sempre a sezione qua-
drata o rettangolare (?), semissales o semipedales, cioè misuranti
y> piede di lato, ovvero nel lato corto : 214, 5 ; 21B, 7 ; t. dodran-
tales, cioè di unciae 9: 214, 5 e 7; 215, 9 ; deun, cioè di unciae 10
e trian, cioè di unciae 4: 214, 7 ; 215, 10; ed altri, lunghi unciae
11 e unciae 3: 219, 4 e 5. Rettangolari nella loro pianta furono
certamente questi altri, di cui si enunciano due misure: larghi
p. 1 e unciae 2, lunghi unciae 4 (216,7); i Traianei qui mensuram
parallelogrammam recipiunt 223, 4 ; e questi ultimi : di unciae
9, e y2 piede ; unciae 10 e 1 piede ; di unciae 10 e piedi 1 e utwiae
3 (223, 4; 225, 1-2). Secondo la parola di Gaio e Teodosio, 346,
11, termvnus quam maxime ideo p. duo semis (di altezza) habel quod
ali nomine utatur.

c) Edificii varii aventi valore di termini.

Sono sepulchra 139, 23 ; 241, 9 ; 253, 7 e 22; 263, 3; 361, 12;
348,14; 365, 26; 401, 10; monumenta sepulchrorum in extremitate
posita 243,16 ; sepulturae finales 341, 17 ; monumenta, passim ;
arac lapideae 4,22 ; 114,9 ; arae triangulares 199,6 ; arcae 341,16 ;

mento ('). "Nel secondo modo la distanza effettiva mede-
sima poteva essere duplice, a seconda della forma del
termine. Se il termine era prismatico, la cuspide si
poteva insinuare nel terreno con due nervature conti-
gue, cioè col vivo del bastone, contro lo spigolo del ter-
mine stesso ; ed allora la distanza effettiva era di
m. 0,234-0,0175, essendo questa seconda misura il rag-
gio del bastone al punto donde esso si sviluppa in giù
in cuspide (*). Se il termine era cilindrico, allora la ri-
petuta distanza orizzontale, C, dall'estremità supe-
riore' delle due nervature all'asse proiettato dal centro
della croce, era ottenuta sviluppando il triangolo formato
dai lati C ora detto, A = 0,234, B= 0,0575 (= spor-
genza delle nervature, come già si è detto) ; y = 45°
(angolo compreso fra i lati A e B). Donde

C = ^A* + B* — 2A.B cos y = 0,1975 (3).

Tutto ciò sarebbe esatto se i termini fossero lavorati
così perfettamente da identificarsi con gli enti geo-
metrici, cilindro o prisma che siano ; se il terreno
circostante ai termini permettesse sempre il con-
ficcamento della cuspide, e non ostacolasse invece,

lapidea praesignes 163, 23, qui a privatorum terminorum forma
differunt ; maceriaee cohgeriss lapidum, passim ; sacra paganorum,
365,27 ; lavacra 343, 21 ; mausoleo 406, 22 ; cfr. 23. 5 e 25 ; 57,
20; 88, 16 ; 336, 25.

d) Termini distinti con i segni qromatici.

Recano i segni proprii del fcrifinio e del quadrilinio (rispetti-
vamente gamma e decusse) oltre che veri e propri termini lapidei.
243, 5 ; 250, 1 ; 281, 15 ; 286, 16 ; 348, 12 ; 360, 3 ; 406, 9 ; anche
«empiici petrae 140, 10; 282, 5: ovvero anche arbore* 144 20.
Relativi a hifinii sono i termini lineati 250, 2 (. quadrati et li-
neati 206, 6; cfr. 340, 5 ; 243, 4; 281, 15. A proposito dei sepul-
chra, nei Gr. «et., 272, 1-15, si nota che ve ne sono di quelli che,
posti sopra un solo rigor, unum lineam mittunt, e sono di gran
lunga meno importanti di quegli altri che, extremis finibus concur-
rentibus. plures decursus agrorum spectani.
B - Termini lignei.

In fatto di pali lignei, 127, 3, quasi sempre detti sacrificales
proterminis,lS, 34; 74, 10; 142, 24 ; 218, 5 ; 221, 17; 227,6; 252,
17 ; 255, 23 ; 257, 24, e che da un altro passo, 223, 1, risulta che
si rinnovavano ogni anno ; essi erano fatti dei legni più duri.
Ve ne erano di roborei 112, 12; 127,3; ilicei, oleaginei, iuniperi
138,21: cfr. 222,16; 349, 15; 361,33. Di robonei fece uso Augusto
inter aeceptas, nelle sue divisioni di terre ai veterani, 172, 6: e
così impiegati, ad partitionem acceptarum, sono da Igino distinti
col nome di pali actuarii: 122, 9.

P) Vedi a p. 29, segmento b del pezzo A, ed alla (ig. 4.

(2) Ibidem.

(3) Per la parte matematica relativa a questo capitolo del
mio studio, mi sono avvalso della gentile collaborazione del dotto
amico, ing. Luigi Iacono, che qui pubblicamente ringrazio.
 
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