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nella necropoli di s. luigi a caltagirone

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or sono cocci di ceramiche sicnle e corinzie, oggi con-
servati nel Museo civico e rinvenuti nelle fondazioni di
alcuni stabili di proprietà Vaccaro ; inoltre delle tombe
a cappuccina, ma di cui sconosco il materiale, mi di-
cono essere state scoperte alcuni anni fa nella parte
nord della città, nella proprietà Velia, nei pressi del
viale Kegina Elena. Ma i rinvenimenti su cui si hanno
i dati più sicuri sono quelli avvenuti nel 1911 nella
contrada chiamata Acquanova in occasione di lavori
di fognatura eseguiti nel ramo della via omonima
che va a congiungersi con la via Ciappellano. Qui
furono realmente ritrovate tre tombe greche a cap-
puccina con boccaletti acromi, lucerne, kylikes in
ceramica attica nera e fascia rossa, qualche lekythos
decorata con figure schizzate in nero su fondo bianco,
qualche askos, qualche patera e frammenti di orec-
chini di bronzo, tutto materiale conservato anch'esso
nel Museo di Caltagirone. Questo gruppo di tombe
indicava una necropoli, necropoli che però per l'ec-
cessiva distanza dobbiamo ritenere disgiunta da quella
di S. Luigi la quale, rispetto alla prima, si troverebbe
più ad oriente.

Per la necropoli dell'Àcquanova dobbiamo dunque
per ora contentarci di questi semplici indizii; per
quella di S. Luigi i travamenti che sopra abbiamo
illustrato ci permettono di dire qualcosa di più. Le
scoperte avvenute nel 1901 nel rettifilo Arcoleo dimo-
strano fin dove certamente si estendeva la necropoli
dal lato nord ; il travamento dei due sarcofagi ci con-
sente di dire fin dove si estendesse dal lato meridio-
nale ; non conosciamo i suoi limiti ad est ; per il lato
occidentale teniamo conto del fatto che il cratere
che abbiamo illustrato fu scoperto dalla parte del viale
dei Villini e che un breve tratto separa questa strada
dal giardino pubblico, a proposito del quale il Perti-
cone nel 1841 attestava che, «formandosi il principale
viale che intersecava la pendice del colle», si trovarono
numerosi sepolcri (che egli contò fino a 47) « ricchi
di corredo e con suppellettile svariatissima » e tra
cui figuravano anche delle « casse di creta » che pro-
babilmente erano bauli fittili del genere di quelli di
cui abbiamo parlato.

L'arca occupata da questi sepolcri era dunque tut-
t'altro che piccola, quasi inadeguata ad una comunità
che fra Greci e Siculi grecizzati non doveva essere poi
tanto popolosa, sebbene si debba tener conto della du-
rata di tempo per il quale si continuarono a seppellire
i defunti in questa necropoli, la quale, probabilmente,
non occupava tutta l'area compresa nel vasto triangolo
che si osserva nell'annessa cartina topografica e che
limiterebbe le scoperte finora avvenute, ma poteva
benissimo essere suddivisa in diversi raggruppamenti.

L'avere ritrovato i due sarcofagi vicini l'uno al-
l'altro potrebbe far pensare che da questa parte
fossero raggruppati i sepolcri di persone più cospicue;
ma, a distruggere questa ipotesi, bisogna ricordare, ol-
tre al rinvenimento delle « casse di creta », cui allude
il Perticone, sulla collina del giardino pubblico, anche
il fatto che nel 1917 nella stessa località dove si tro-
varono i due bauli fittili, a poca distanza da questi,
veniva scoperta un'umile tomba greca costituita da
tegoloni d'argilla insieme con cocci di vasi acromi, il che
dimostrerebbe che nella necropoli di S. Luigi le tombe
più ricche erano miste a quelle più umili.

La topografia interna della necropoli di S. Luigi
non potrà, ad ogni modo, essere chiara fino al giorno
in cui non saranno esplorati i due fondi maggiori com-
presi entro questo triangolo, cioè il fondo Ingrassia che
già ha fornito qualche indizio di avanzi greci e, dal-
l'altra parte della strada comunale, il fondo Fanales
che dal viale delle Industrie sale verso nord-est for-
mando una collinetta dell'altezza di m. 45 che si
erge di fronte alla cosiddetta Villa Comunale (v. la
cartina a fig. 9). Ma la questione che rimarrà forse
a lungo indecisa è quella assai più importante della
posizione dell'antico centro greco-siculo rispetto al
Pogg'o di S. Secondo, se cioè quello rimaneva a nord
di detta altura entro i limiti della Caltagirone mo-
derna, come farebbero supporre i ricordati travamenti,
o se a sud est di essa e della necropoli di S. Luigi,
verso l'odierno Piano della Stazione, come suppose
l'Orsi trattando dei sepolcreti rinvenuti lungo il ret-
tifilo Arcoleo.

Guido Libertini.
 
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