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219

IL TEMPIO DI GIOVA OLIMPICO IN AGRIGENTO

220

L'arch. Peirce mi ha poi fatto notare che l'esistenza
di questo davanzale o banchina su cui avrebbero pog-
giato i gigant', viene erclusa in r. odo matematico dalla
constatazione che tanto la base quanto il capitello dei
pilastri sono perfettamente « semicircolari ». Se invece
fosse esistita que'la sporgenza ideata da Koldewey e

con funzione di capitello, è di circa m. 1,72 X 2,03
(Kold.-Puch. p. 161). Questi elementi se escludono
l'ipotesi del Tornili asini, perchè per una tale base non
v'è posto nella parte sporgente quadrata dei pilastri
sull'interno del criptoportico, ben consentono invece
la collocazione sui corrispondenti pilastri dell'atrio ipe-

Puchstcin, avremmo dovuto avere una corrispondente
diversa frazione di circonferenza tra la base e la parte
supe iore del pilastro.

rmpossibilità di questo genere mancano invece del
tutto per l'ipotesi, affine a quella del Tommashr, esposta
dall'abate Nicola Maggiore, secondo la quale i tela-
moni sarebbero stati incastrati nella fronte interna dei
pilastri del corpo centrale, cioè della cella o, più esat-
tamente, dell'atrio ipetrale. Preferita dal Serradifalco
(fig. 4 c) quest'idea ha ispirato com'è manifesto le solu-
zioni caldeggiate dallo Choisy e dal Dumi, i quali sol-
tanto collocano i Giganti più in alto, lasciando cioè una
maggior parte di pilastri a base. E ad essa credo che
bisogna ritornare sostanzialmente.

La base occorrente ai Giganti è - secondo ha calco-
lato il Puchstein - di m. 1,27 X 1,30 circa ; mentre
lo sviluppo delle spalle ampliato dalle braccia ripiegate
su cui doveva poggiare la parte superiore del pilastro,

I ia!e, i quali aggettano m. 4,08, spazio del tutto conve-
niente per esservi incastrato il Gigante.

È anche da tener presente che solo nella cella ipetrale
si poteva trarne spazio sufficiente alla visuale di questi
Giganti, incastrata nel pilastro.

*

* *

L'opinione del Maggiore acquista del resto il mas-
simo grado di probabilità, non solo ove si consideri la
funzione generale degli atlanti, telamoni e cariatidi nel-
l'architettura ellenica (*), che è quella di vero e pro-
prio sostituto del pilastro o della colonna, e non mai
di un duplicato delle loro funzioni come sarebbe nel
progetto Koldewey-Puchstein ; ma ancora ove si ri-
cordi l'insegnamento che ci viene, come s'è dette, dalla

(!) Sulla figura umana adoperata come sostegno architet-
torico cfr. Durai, pug. 3G0, segg.
 
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