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463

II, MONIWIEXTO SEI'OM'HAUC DEGLI AURELI

464

Ora se la veduta panoramica, che precede, ci ha
suggerito l'identificazione della città con. Roma, il
giardino protetto da recinto può bene rappresentare
la proprietà degli Aureli, e precisamente il terreno
nel quale poi ebbe a sorgere il monumento che è og-
getto del nostro studio. Vediamo, se è possibile, di
orientarci a dovere. A prescindere dalla configurazione
degli edifìci interni della città, dai quali sappiamo
bene che nessun dato topografico preciso è lecito di
rilevare, e identificando il nord con la parte più ele-
vata della città nel quadro, la porta turrita ben visi-
bile lungo il lato destro delle mura, potrà essere iden-
tificata con una delle porte seguenti della cinta ser-
viana : Viminale, Ksquilina, Oelimontana. La porta
intermedia, la Esquilina, è quella che a nostro parere
s'identifica meglio con la porta del quadro. Dalla
porta Esquilina si partivano tre strade extraurbane,
di cui quella più a mezzogiorno, non tutta in rettifilo,
era la Via Labicana, identificabile con le attuali vie
Principe Eugenio e di Porta Maggiore i1). La Labicana
può essere appunto la via, un po' tortuosa, che al-
laccia la, città con la proprietà rustica degli Aureli,
lasciando però tale proprietà alla destra e continuando
oltre di essa. Il muro lungo, disegnato a nord della
strada e da noi già riconosciuto come un acquedotto,
può, senza alcuna difficoltà, essere identificato con
uno degli acquedotti che correvano da questa parte
della città, e forse con il grande acquedotto della
Marcia Tepida Iulia, la cui visibilità in prospettiva
dalla parte della Via Labicana, e ad una certa distanza
da questa, è facilmente constatabile con l'aiuto di
una carta topografica di Poma antica (2). S'intende
che anche l'acquedotto, lungi dal terminare all'al-
tezza del recinto, proseguiva oltre per un buon tratto
ancora, a sinistra della Via Labicana. Le modeste al-
ture accennate poi dietro l'acquedotto, piantate di
cipressi e azzurrine per la distanza alla quale dovreb-
bero trovarsi, corrisponderebbero alle colline del Ve-
rano in direzione di Tivoli, oltre l'attuale quartiere di
S. Lorenzo.

Del muro, poi, che come si vede nella ricostruzione
atav. XI, sembra allacciare la cinta murata della città

P) Parecchi brevi tratti di lastricato della Via Labicana
si rinvennero negli sterri eseguiti in prossimità della Via di
Porta Maggiore, negli anni 1!)20 e 1021.

(2) Ved. Forma Urbis di E. Laudani, ai fogli 31 e 32.

col recinto in basso e a destra della via pubblica, poco
si può dire, a causa della lacuna lasciata dall'intonaco
caduto in quel punto. Crediamo tuttavia che anche
quest'ultimo braccio di muro possa essere ritenuto un
acquedotto, forse non identificabile con l'Acquedotto
Neroniano, il quale passava molto più a sud, ma con
una costruzione pure simile, più modesta, non segnata
nelle carte. Questa doveva allacciare la città con l'im-
ponente conserva d'acqua venuta in luce durante gli
scavi del 191.9-20, esattamente all'interno dell'angolo
formato dal Viale Manzoni con la Via di S. Croce in
Gerusalemme. In tal modo il giardino degli Aureli con
il relativo ampio muro di cinta, avrebbe avuto i seguenti
confini: a nord la via Labicana (attuale via Principe
Eugenio e di Porta Maggiore), da cui rimaneva divisa
soltanto mediante la fila di sepolcri adiacenti alla via
medesima, come si ò constatato in occasione degli sterri
in questi ultimi anni; a occidente e ad oriente due
vie secondarie non conosciute, ambedue parallele all'at-
tuale viale Manzoni ; a mezzogiorno un'altra via secon-
daria parallela alla via di S. Croce e certamente a
valle di questa. Tutto ciò compreso in gran parte
nell'area che la Forma Urbis di Lanciani designa
sotto il nome di «Orti Altieri», essendo mancati finora
por quest'area gli elementi necessari per qualsiasi più
precisa identificazione (1).

Gli scavi recenti, mentre ci hanno fornito elementi
bastevoli per riconoscere come il sepolcro degli Aureli
fosse protetto da un breve muro di cinta, non ci hanno in
verità permesso di identificare sul terreno tutta l'im-
ponente opera di recinzione, della quale si è fatto cenno.
Non si può tacere, tuttavia, del lungo muro di confine
rinvenuto parallelo alla Via di Porta Maggiore, tra que-
sta, e il sepolcreto degli Aureli. È d'altra parte certo
che gli innumerevoli rimaneggiamenti del suolo di Roma
non possano averci conservato per intero un'opera
simile ; uè siamo così perfettamente edotti della storia
degli scavi di questa regione della città, per poter esclu-
dere che avanzi monumentali interessanti la nostra ri-
cerca sieno andati distrutti in età anteriore alla nostra.

Si è detto già che l'azione dei quattro personaggi
nell'interno del giardino è nulla, o sembra ridursi a sem-

(x) Mi riprometto di dare prossimamente, nelle Notizie de-
gli Scivi, la descrizione e la pianta particolareggiata di tutt i
sepolcri e costruzioni varie, rinvenuti in prossimità del sepol-
creto degli Aureli, entro gli accennati confini stradali.
 
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