Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
577

VASI FIGURATI CON RIFLESSI DELLA PITTURA IH PARRASIQ

578

ed è anche documentata quella forma di alti calzari
nondimeno il concorrere di tutti questi diversi cle-
menti nel loro complesso mi sembra Fatto significativo.
Elementi apuli e in genere italioti sembrano anche
alcuni ornamenti della persona (armille, orecchini), e il
panneggio un po'pesante della clamide del vaso fi (2).

Non sembra fuori luogo rilevare come la questione
dell'origine italiota o attica di molte ceramiche sfugga
in molti casi ad una soluzione sicura ; la prova pro-
vata della fabbricazione nelle città dell'Italia meri-
dionale non si raggiungej come ognun sa, se non per quei
vasi i quali presentino caratteristici elementi indigeni,
estranei all'Attica, nella forma o meglio ancora nella
rappresentazione figurata Ma accanto a questi
vasi e sovratutto prima di essi - ormai tutti gli stu-
diosi lo riconoscono - grande copia di ceramiche do-
vette essere fabbricata nelle regioni italiane, le quali
sono prive di caratteri die possano differenziarle da
quei prodotti attici da cui derivano direttamente.
V'è chi pensa che questa, imitazione, che risale indub-
biamente al periodo geometrico e degli stili orientaliz-
zanti, non può essere scomparsa d'un tratto, per ri-
comparire nel sec. IV: ma, comunque sia, ciò non in-
teressai la nostra ricerca. Preme per noi stabilire che,
ove i vasi siracusani siano, come sembra, di fabbrica
italiota, questa medesima incertezza che perniane sul
problema, vuol dire ch'essi son opera di qualcuno di
quegli artisti che riproducono le tendenze della ce-
ramografia attica con tanta fedeltà da potersi repu-
tare— come si propone da alcuni — dei veri artisti
attici, trapiantati in Italia (4).

giovinetto pensoso dell'arte prassitelica » (cfr. Paribeni,op. eit.,
p. 45). Sull'evoluzione del tipo cfr. Furtwaengler, Annali dello
Istituto, 1.877, p. 225 segg. ; satiro imberbe in vasi di Kerc e della
Italia meridionale ivi, p. 227.nota 4 e 228 n. 1, e in Paribeni,
op. cit., sep. n. 10, 45, 64.

(*) Frammento attico del sec. IV in Furtwaengler-Reichhold,
testo, serie II, p. 41, fig. 17; Ducati, Ceramica del IV secolo,
p. 30, fig. 5.

(2) Cfr. ad. es. anfora apula di Berlino, (Furtwaengler-
Reichhold, tav. 1.49; testo, III, p. 170 segg.) con Eracle ed Ebe,
che ha i capelli in parte simili a quelli dei nostri vasi, bracciali,
collane, orecchini identici, crocette nelle vesti etc.

(3) Cfr. Patroni, La ceramica antica dell'Italia meridionale,
in Atti dclVAccad. di archeologia, lettere e belle arti di Napoli,
voi. XIX, p. 135 e i noti lavori del Macchioni, in parte citati
nella nota seguente.

(*) Per la difficoltà di differenziare molti prodotti italioti
dagli attici cfr. Furtwaengler, Masterpiece, p. 149, e testo alla
Griech. Vasenmalerei, I, p. 301 ; Jatta, Monum. dei Lincei,

In ogni caso sembra pertanto che possa ben dirsi
che i nostri vasi appartengano all'arte attica, tranne,
se mai, che per una contingenza topografica, del tutto
priva d'importanza per la ricerca artistica.

Degli altri vasi del gruppo, alcuni appartengono
all'industria attica, altri a quella italiota: anche in
altre classi stilistiche di ceramiche, ad esempio in
quella midiaca, si riscontra una tale duplicità di regioni
di fabbricazione, la quale è del resto, implicita nella
natura, medesima di questa parte dell'industria ita-
liota, in quanto deriva fedelmente da quella attica.
Fra »'li italioti, del tutto vicina ai tre crateri siracusani,
conterei Poenochoe Vagliasindi ; e il prof. Rizzo ini
autorizza a dichiarare che ormai concorda anche lui.
per nuovi studi e considerazioni, in questo giudizio.

Se non, come si vede, per il problema artistico,
l'origine italiota o meno dei nostri crateri avrebbe
importanza per la storia dei commerci ateniesi dopo
la guerra del Peloponneso.

E noto come alcuni studiosi ritengano che i ro-
vesci militari, subiti in Sicilia nel 414, chiudessero de-
finitivamente ad Atene l'isola come sbocco della sua
('spoliazione di vasi Altri invece ritengono — e fra
questi POrsi, basandosi specialmente sulle constata-
zioni compiute a migliaia nelle necropoli delle città
siceliote — che la guerra del Peloponneso abbia bensì
inceppato e rallentato l'esportazione attica in Si-
cilia,, ina, non già chiuso per sempre gli sbocchi del
commercio vasario (2). L'Orsi ritiene che «nemmeno
l'importazione italiota, campana sovratutto, agì sulla
Sicilia, o almeno sulle vecchie città greche, con

XVI, col. 523 ; e meglio ancora Macchioni, Derivazioni attiche
nella ceramografia italiota, in Memorie dei Lincei. XIV, p. 281
segg. Vedi anche Cultrera, Ausonia VII p. 156 segg., nonché
le acute osservazioni del Paribeni, Ausonia V, p. 47 seg.. e del
Reichhold, nel suo libro, denso di originali osservazioni tecniche.
Skizzenbueh, Monaco, 1919, p. 24.

(!) Pellegrini, Vasi con rappresentazioni di Amazzoni tro-
vati a Bologna, in Memorie della R. Deputazione di storia patria
per la Romagna, serie 111, voi. XXI. Bologna 1903, p. 35:
Rizzo, Vasi greci della Sicilia, in Monum. dei Lincei, XIV.
1904, col. 50.

(a) Orsi, Camarilla, in Monum. dei Lincei, XIV, 1904.
col. 199 segg.

Cfr. anche Winter, Aitiseli. jiing. Vasen, cit., p. 3.

(ili scritti fondamentali sul commercio dei vasi sono quelli
dello Helbig, Sopra le reiasioni commerciali degli Ateniesi in
Italia, in Renàie, dei Lincei 1889, p. 79 segg., e del Pottier, Le
commerce des vases peints aitiques aa VI siede, in Reme arehéol.
1904, p. 45 segg.
 
Annotationen