Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

DOI Artikel:
Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0345
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
645

LA PANIGHINA

646

Orbene: mi paro che tale procedimento deduttivo
nini sia giusto, per deficienza di presupposto. Par-
tendo dall'esame dogli umili cocci, potremo arrivare
a conoscere la cronologia relativa di una staziono
umana preistorica, ed anche la sua facies di civiltà;
ma non potremo rintracciare l'origine di un culto,
nè il popolo a cui attribuirlo per la sua diffusione. Si
è in due campi nettamente distinti: industriale il
primo, morale il secondo.

Applicato ad esempii di epoca più recente e quindi
più nota, questo modo di ragionare ci porterebbe a
conclusioni invero abbastanza ardite. Per esempio,
poiché le primitive stipi sacre laziali contengono va-
setti greci (protocorinzi, corinzi, ecc.), dovremmo
allora arrivare a credere e sostenere che quei culti
erano d'origine greca, importati dai greci invasori
del Lazio, ecc., analogamente a quello che pensa per
i terramaricoli il Eellini.

L'esempio citato ora vale per la ceramica.

Ma se poi si vuol dar valore alle analogie che
possono sorgere tra i sistemi costruttivi lignei, usati
tanto per le costruzioni idrauliche quanto per le pa-
lafitte e tcrremare, per poterne scorgere e dedurne
affinità etniche e sacrali, si giungerebbe di nuovo a
conclusioni non certo, credo io, accettabili.

Per esempio si dovrebbero considerare dipendenti
dai terramaricoli anche i culti allo molte sorgenti,
che io ho già citato, del suolo francese. E il Rollini
infatti, ribadendo un'osservazione del Pigorini, ha col-
legato alla civiltà terramaricola il culto alla fonte
di St. Moritz (posta in Isvizzera) per le ragioni ri-
portate testualmente nella nota precedente.

Per me dunque, partendo dall'esame dei modesti
prodotti delle mani dell'uomo primitivo, non credo si
possa giungere a scoprire gli ascosi e nobili fenomeni
del suo spirito religioso.

Ma se anche il processo deduttivo usato dal chiaro
Rollini dovesse ammettersi, non si potrebbe ugual-
mente annoverare la Panighina tra i luoghi di culto

del bronzo della Bosnia, non solo legava (?) ai palafltto-ter-
ramarieoli l'uso delle-acque salutari praticati alla Panighina,
ma ci mostrava (?) anche lo stesso culto, seguito da genti della
stessa stirpe, in una età più avanzata. Invero gli oggetti, ritual-
mente sepolti sotto le costruzioni di legno della Mauritius.
(t)nelle a St. Moritz, spettano al secondo periodo nordico del
bronzo, corrispondente al nostro primo periodo del ferro ».

terramaricoli, poiché a suo tempo e luogo credo di
aver provato che il materiale ceramico rinvenuto
alla Panighina non presenta i caratteri peculiari di
quello uscito dalle terremare (Coli. 545. 579-581 (; che
i terramaricoli non ebbero altri rapporti colla Pani-
ghina all'infuori di quelli dovuti ad influenze com-
merciali, nè più nò meno come le altre genti limitrofe
o abbastanza vicine (coli. 552 e 581); infine che non
si possono considerare di stirpe terramaricola gli abi-
tatori della Panighina, se non si vuole andar contro
alla natura della suppellettile archeologica (col. 575),
ed ai dati della stratigrafia archeologica desunti dagli
scavi regolari del 1911 (coli. 571 e 580).

Per me, ripeto qui, la fonte sacra della Panighina
rappresenta un culto topico, di carattere naturistico,
sorto perchè fu favorito da singolari e locali circostanze
riguardanti la natura del liquido (acqua amara e
medicamentosa) e all'atteggiamento dello spirito di
queste genti (sentimenti di mistero avvolgente la
potenza strana dell'acqua, e, soprattutto, di grati-
tudine per i beneficii ricevuti da questa).

Sorse quindi come in generale sorgono i culti na-
turistici primitivi, cioè per le speciali condizioni del-
l'ambiente in cui nacquero, per il sentimento del-
l'animo dell'uomo che li produsse, e non quindi
perchè una gente ne avesse, dirò così, la prerogativa
e poi li propagasse ai vicini.

Solo questo carattere di nascita spontanea nel
cuore dell'uomo primitivo può spiegarci, a parer mio,
perchè tali culti siano rimasti tanto radicati nell'animo
dei popoli. Osserviamo difatti che, da quando nac-
quero, tali culti non sono morti: se si vuole, saranno
diminuiti d'importanza ed intensità per la vicinanza
di religioni più civili e più evolute; saranno stati svi-
sati al contatto delle successive e un po' diverse cor-
renti religiose ; saranno stati subordinati ad altri di
maggior entità ; magari anche saranno stati sosti-
tuiti da culti affini e più sviluppati; infine, si saranno
rifugiati in luoghi un po' appartati, per le lotte in-
tense che dovettero subire; ma, sfidando le lunghe
e gravi vicissitudini interposte tra la loro origine
ed oggigiorno, essi sono giunti fino a noi.

Li possiamo infatti rintracciare sotto nuove forme,
che possono consistere o in una stregoneria, o in una
pratica superstiziosa, o nella protezione di un santo
ad una sorgente, il quale fu a questa preposto dal Cri-
 
Annotationen