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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Editor]
Monumenti antichi — 30.1925

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Pinza, Giovanni: Ricerche su la topografia di cartagine punica
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https://doi.org/10.11588/diglit.12552#0030
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J9

RICERCHE SU LA TOPOGRAFIA DI CARTAGINE PUNICA

40

sentendolo la ristrettezza del canale; sappiamo invece
dagli scrittori arabi e traspare da Procopio che le navi
entravano nei porti a vele spiegate. Anche l'accesso
dall'area rettangolare a quella circolare è troppo ri-
stretto per il passaggio di navi a vela; infine l'area
complessiva di entrambi le piscine è assai più piccola di
quella presumibilmente atta a contenere le flotte mer-
cantile e militare di Cartagine punica W ; la conclu-
sione che questi siano stati i porti appare dunque com-
pletamente infondata. Gli scavi eseguiti recentemente
nel « porto » circolare dall' autorità francese W hanno
posto in luce i monumenti rilevati dal sig. ing. Frays-
sinet nella tav. Ili sufficiente a documentare nel modo
più tassativo la esclusione della ipotesi combattuta.

Gli scavi hanno assodato la esistenza di due muri
concentrici al perimetro dell'isola non continui; uno
più sottile esterno, più poderoso l'altro, al quale si av-
vicinano poi i dadi, resti di fondazioni successive delle
colonne. La corrispondenza di misura tra il diametro
delle colonne di marmo numidico ivi ritrovate ed i
dadi (>> prova infatti che questi e quelle appartennero
allo stesso edificio; i dadi sono in gran parte mancanti,
qualcuno è perfino fuori posto ; ma ciò si deve forse a
rifacimenti successivi secondo dispositivi diversi ; ed
alla distruzione più o meno completa del monumento.
I muri circolari e i dadi sono conservati qua e là per
circa m. 2 sul piano raggiunto dagli scavi; sono co-
struiti a sacco con opera rozzissima, evidentemente non
destinata ad apparire; non vi sono tracce di rivesti-
menti in marmo, dunque son fondazioni originaria-
mente sepolte nel sottosuolo. Il muro esterno è talmente

(1) Primo a trattare siffatto argomento fu il Daux; i con-
fronti recenti addotti da Kahrstedt (op. cit., p. 18) contro il giu-
dizio che ho espresso nel testo perdono ogni efficacia di fronte
alla notizia di Procopio che gli ammiragli di Belisario non en-
trarono nel porto commerciale di Cartagine, anche perchè lo ri-
tenevano insufficiente a contenere i loro 500 vascelli ed andarono
perciò a gettar le ancore nel porto militare, evidentemente più
grande; ora al contrario delle due lagune di Sai ambo, quella
circolare, presunto porto di guerra, ha uno specchio d'acqua assai
più ristretto dell'altro.

(2) Gli scavi furono compiuti da ufficiali dell'esercito tra il
1908 e il 1912. Ne dettero relazione Merlin in « Bull. arch. du
Comite », 1909, p. 51 e seg. pi. VI e 191 i,p. 154 e nei « Comptes
rendus de l'Acad. des Inscr. et Belles Lettres », 1912, p. 277 e seg.;
Schulten, nell'«Arch. Anzeiger» del « Jahrbuch d.lnstitut », 1910,
col. 255 e seg.

(3) Alcuni rocchi restano ancora nell'area interna; le meglio
conservate pare che siano state trasportate vicino al Lazzaretto.
Dei.attre, La nècropole des Rabs, p. 7, n. 1.

sottile che non potè esser destinato a sostenere pesi,
probabilmente servì soltanto a sostenere il lastrico in
marmo di una banchina verso il canale circolare; il
muro interno, assai più robusto, potè sostenere una
parete, i dadi antistanti le colonne.

Sono dunque questi i residui di base ad un porti-
cato che girava alla periferia dell' isolotto racchiudente
un'area circolare, nel centro della quale si elevava una
costruzione parimenti circolare assai piccola, padiglione
forse, od edicola.

Le colonne e la costruzione delle basi sono di co-
struzione certamente romana forse tarda (4) ; si tratta
dunque di mìa fabbrica della Cartagine romana, cui
furono forse connessi i residui di fistola acquaria sca-
vata da Beulè non lungi dal canale circolare.

Ad un livello più basso dell' area circolare pcrittera
ora descritta, sono stati ritrovati resti di fondazioni a
grandi conci di tufo, dipinto in rosso che talora por-
tano l'emblema di Tanit o delle lettere puniche (->\
mezze colonne scanalate e pilastri in tufo stuccato, cor-
nici pure in tufo stuccato e policromato con la carat-
teristica sagoma della gola rovescia, cos'i comune nei
monumenti egiziani. Sono questi i resti di un monu-
mento più antico dell'altro sovrastante, probabilmente
punico, benché nulla escluda che si tratti di una rico-
struzione romana sul tipo degli antichi monumenti
punici. L'esame ripetuto ed accurato degli inclusi ar-
cheologici nel terreno circostante non mi ha permesso
di rintracciare alcuna evidenza, non potendosi escludere
rimaneggiamenti dovuti ai recenti scavi; fortunatamente,
pur restando incerta l'età di questo monumento, è
possibile determinare in modo definitivo i rapporti di
data rispetto all'adiacente canale circolare. Gli allinea-
menti di blocchi in tufo un tempo almeno, dovevano
essere sovrapposti su due filari per costituire le basi di

(4) Lo riconobbero Belile, e dopo di lui Merlin, « Comptes
rendus, ecc. », 1912, p. 279; del resto nel terreno di riempimento
racchiuso da queste fondazioni romane si raccolsero monete e
perfino un coccio con graffiti latini. È interessante il riscontro
che Merlin crede di poter istituire tra le colonne di marmo nu-
midico e il testo di Appiano, 95 (Merlin, p. 283), poiché ciò
conferma l'ipotesi che espongo in seguito su le fonti della de-
scrizione di Appiano.

(5) Merlin, « Comptes rendus de l'Acad. des Inscr. », p. 281,
ove notò pure che questo monumento doveva essere orientato di-
versamente dalla centuriazione romana. Una visione fotografica
in « Bull, du Comités », 1909, voi. VI; e Schulten, « Anzeiger»,
1911, p. 243, fig. 1 e p. 244.
 
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