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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 30.1925

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Pace, Biagio: Ricerche cartaginesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.12552#0121
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2oy

RICERCHE CARTAGINESI

208

Così la bella sala Araba che Antonino Salinas con
tanto amore riuscì a creare nel Museo di Palermo,
è piuttosto per necessità di cose, una sala Normanna,
con oggetti di raffronto dell'Egitto moderno.

La reazione segnata dal riapparire vittorioso del
cristianesimo fu certamente la causa principale per cui
scomparvero i monumenti, in prevalenza religiosi, dei
Musulmani di Sicilia, mentre quel sicuro archivio co-
stituito per altre civiltà dalla necropoli, ci è sottratto
da un canto dal rito Musulmano, che impone, come
è noto, la deposizione dei morti in nuda terra e senza
oggetti, e dell'altra dal fatto che contrassegni esteriori
del sepolcro, lavorati ed iscritti solo in casi eccezio-

fregiati di trafori e doratura e spesso col bollo del figlilo, cfr. Amari,
Storia dei Musulmani di Sic, III, p. 794; Salinas, del R. Musco ric.,
p. 65 e Guida, p. 49.

Recentemente P. Orsi, ha pubblicato (Ceramiche arabe di
Sicilia, in Boll, d'arie, IX, 1915) alcuni pregevoli frammenti di
maioliche invetriate, provenienti da Siracusa e dai dintorni di
Comiso (Contrada Cifali), che sono di epoca sicuramente araba ;
ma non pare che possano riferirsi all'industria locale, presen-
tando piuttosto caratteri persiani. Locali sono invece con molta
probabilità alcune lucerne (Orsi, op. cit. lìg. 4) di cui un'ispe-
zione accurata delle raccolte siciliane farebbe certamente scoprire
un buon numero. Ne segnalo alcune del Museo di Palermo, ed
una a vernice verdognola del Museo Whitaker a Mozia.

Non occorre poi ricordare come nulla abbiano a vedere con
la Sicilia e con l'età araba le splendite maioliche a riflessi me-

nali, sono di solito di legno, o consistono in ru-
stiche schegge di pietra che scompaiono in breve vol-
gere di anni, come è facile costatare anche ai nostri
giorni, visitando le campagne di qualsiasi regione mu-
sulmana.

Se come credo di aver dimostrato, le necropoli di
Castelvetrano, di Castrogiovanni e di Palermo vanno
riferite agli Arabi, noi acquistiamo un criterio di un
certo interesse, per le ricerche topografiche e crono-
logiche, mentre risulta colmato il vuoto che in pro-
posito esisteva nella nostra conoscenza delle forme
sepolcrali delle varie civiltà che si sono succedute
nella Sicilia.

tarlici, di cui il pezzo principe è quello di Mazza» ora a Palermo
(Salinas, Guida, p. 47, tav. IX. Lentini, Sicilia ari. ed archeol.,
I, tav. IV) già dette arabo-sicule ed ora, meno erratamente ispano-
arabe. Pare assicurato ch'esse furono fabbricate nelle Baleari, non
primadel sec. xiv. Le più antiche maioliche siciliane risalgono al
sec. xvi e si riferisce a fabbriche di Sciacca e di Palermo, sorte,
forse, per influenza spagnuola. Sulla fabbrica di Sciacca, la più
antica notizia ci è data dal diligente Fazello, de Rebus siculis,
1560, p. 145.

Sulla nudità rituale delle tombe musulmane e la forma della
stele cfr. per la Sicilia Amari, Le epigrafi arabe di Sicilia, p. II,
inscriz. sepolcrali in Doc, per la Storia di Sicilia editi dalla
Soc. Sic. per la storia Patria, serie III, voi. I, Pai. 1873, p. 5 segg.
Per la mancanza di manufatti arabi in Sicilia cfr. Amari, Storia
dei Musulmani di Sicilia, III, p. 817 segg.
 
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