Fig. 1. S. ROSA: La Giustizia che si rifugia fra i contadini.
Vienna. Galleria Imperiale. □
Opere di Salvator Rosa a Vienna
Di Leandro Ozzola
L'arte di Salvator Rosa fino al principio dell' ottocento ha avuto cosi larga
fortuna che innumerevoli sono le copie e le imitazioni delle sue opere eseguite in quei
tempi, non di rado segnate anche con la sua sigla o col suo nome1). Perciö l'opera
dello studioso, invece che alla ricerca di pitture smarrite sotto il nome d'altri artisti
deve quasi esclusivamente rivolgersi alla critica delle attribuzioni false per sgombrare
dagli errori l'odierno selvaggio campo rosiano.
Questo il lavoro principale che ho dovuto compiere anche nelle gallerie di Vienna.
Nel mio volume su Salvator Rosa (Heitz. Strassburg, 1908) ho dovuto far men-
zione di parecchi quadri di queste collezioni semplicemente sulla scorta delle fotografie;
sono perciö molto lieto di poter ora affermare che lo studio degli originali ha confer-
mato pienamente le mie prime conclusioni 2).
9 Per dare un'idea di queste imitazioni basta scorrere la vasta produzione delle imitazioni
da opere del Rosa e dalle sue stampe eseguite nel sei e sette cento. Qui citeremo solo le stampe
edite dal Boydell nella seconda meta del settecento, le copie delle stampe del Rosa per opera
del Sandrart, del De Polly e di Carlo Antonini (Roma 1780).
2) Altrettanto devo dire a proposito dei quadri delle pinacoteche di Monaco e di Dresda.
Nella prima sono attribuiti al Rosa tre opere. La prima: I Soldati di Gedeone (n. 1242) e una
copia, come si puö dedurre dal colorito freddo e fuligginoso (in contrasto assoluto con le tona-
litä calde del Rosa) e dalla fattura stentata delle macchiette. I due Paesaggi (n. 1243, n. 1244)
sono deboli imitazioni (Fig. 2 e 3).
La Tempesta (Fig. 4) della Galleria di Dresda (n.468) come quella della Galleria di Berlino (n.421)
non ha col Rosa che una lontana somiglianza nelle macchiette: tutte e due sono del secolo