iyi DEL E^ PERFETTA
mi alia maggior parte delia gente. Vivendo il popolo aliai lungi da-
gli studj, usa egli per lo più Immagini sensìbiii, e particolari delie
cole, valendoli più delia Fantasia, che dell'Intelletto. Laonde per
concepir le cose universali, spirituali, e speculative, per intender le
Verità inlensibili, ed aslratte, gli è neceilaria un'applicazione penosa.
Dall'eccellente dipintura Poetica le gli sùol rilparmiare una tal fa-
tica, allorché 1' Immaginativa con sensìbiii colori, con espreslioni,
per dir cosi, corporee, velie le Verità dilnciii, e metahliche in gui-
sa tale, che agevolmente giunge anche il rozzo popolo a ben'inten-
derle, e a saporitamente guliarie. Quello gusto d'apprendere con fa-
cilita le cole fu ollervato da Arilìotele nel lib. 3. cap. 10. della
Rettor. ove dice: 73
yp <? r/o/rs Cosi Aulonio in una
sua Elegia, che una volta s'attribuiva a Virgilio, per trattar della
fragilità della vita umana, abbandonando le ragioni Filolbhche, leg-
giadramente spele tutta l'opera in coniiderar le bellezze d'una Rola,
che nalcono, e tramontano in un Ibi giorno. Colla qual senlìbile
Immagine dilettevolmente ci fa comprendere la poca durabilità della
nostra vita. Vcggalì ancora, come gentilmente il Petrarca elpone,
e dipinge il contrailo, che in suo cuore andava facendo il piacere,
e il pentimento d'eltersi innamorato. Egli io rappresenta con quella
pellegrina invenzione di citar' Amore davanti ai Tribunal della Ra-
gione, ove aringando egli contra l'altro, e l'altro difendendoli, ci
fanno sensìbilmente rimirare, e udir tutte le Verità altratte, o i le-
greti movimenti dell'Anima del Poeta. Non sono men vaghe, e Ten-
ibili le Immagini, colie quali Angelo di Coltanzo velie lovente i
suoi penlìeri (peccativi, come in quel Sonetto, che incomincia:
<Ss f/7/or R/2g207? /'
Esr TVsour/yrp 2/ giJ
E c/rrrMryyp 7/ s7/2^0
rpy^'Upp^ % yp77/Ì, ^ ^ppp?27p
yppppr/p /ùo ^//prp .*
^pi J' 7^^ cp72/?2/yp s ^erp
- R^g/072 V777^ ^7 .
QuePa battaglia senlìbile tra la Ragione, e il Senio, mi fa pur sov*
venire d'alcuni beìiistìmi verli dì Garcilaio della Vega, uno de'più
riguardevoli Poeti della Spagna. Racconta egli in una sua Canzone,
come senza avvederlene s'innamorò; e fra le altre cole dice, ch'egli
& fermò a coniiderar le bellezze della sua Donna.
mi alia maggior parte delia gente. Vivendo il popolo aliai lungi da-
gli studj, usa egli per lo più Immagini sensìbiii, e particolari delie
cole, valendoli più delia Fantasia, che dell'Intelletto. Laonde per
concepir le cose universali, spirituali, e speculative, per intender le
Verità inlensibili, ed aslratte, gli è neceilaria un'applicazione penosa.
Dall'eccellente dipintura Poetica le gli sùol rilparmiare una tal fa-
tica, allorché 1' Immaginativa con sensìbiii colori, con espreslioni,
per dir cosi, corporee, velie le Verità dilnciii, e metahliche in gui-
sa tale, che agevolmente giunge anche il rozzo popolo a ben'inten-
derle, e a saporitamente guliarie. Quello gusto d'apprendere con fa-
cilita le cole fu ollervato da Arilìotele nel lib. 3. cap. 10. della
Rettor. ove dice: 73
yp <? r/o/rs Cosi Aulonio in una
sua Elegia, che una volta s'attribuiva a Virgilio, per trattar della
fragilità della vita umana, abbandonando le ragioni Filolbhche, leg-
giadramente spele tutta l'opera in coniiderar le bellezze d'una Rola,
che nalcono, e tramontano in un Ibi giorno. Colla qual senlìbile
Immagine dilettevolmente ci fa comprendere la poca durabilità della
nostra vita. Vcggalì ancora, come gentilmente il Petrarca elpone,
e dipinge il contrailo, che in suo cuore andava facendo il piacere,
e il pentimento d'eltersi innamorato. Egli io rappresenta con quella
pellegrina invenzione di citar' Amore davanti ai Tribunal della Ra-
gione, ove aringando egli contra l'altro, e l'altro difendendoli, ci
fanno sensìbilmente rimirare, e udir tutte le Verità altratte, o i le-
greti movimenti dell'Anima del Poeta. Non sono men vaghe, e Ten-
ibili le Immagini, colie quali Angelo di Coltanzo velie lovente i
suoi penlìeri (peccativi, come in quel Sonetto, che incomincia:
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QuePa battaglia senlìbile tra la Ragione, e il Senio, mi fa pur sov*
venire d'alcuni beìiistìmi verli dì Garcilaio della Vega, uno de'più
riguardevoli Poeti della Spagna. Racconta egli in una sua Canzone,
come senza avvederlene s'innamorò; e fra le altre cole dice, ch'egli
& fermò a coniiderar le bellezze della sua Donna.