DELL^ PERFETTA
ipo
CAPITOLO DEC!MOTTAVO.
D^//^ w^Lr/7, rc^ rzJ o ^ i/ Gi^J/Xso /!//^ E/777-
^/7/L. Cs77/7Yrj R/7/A-U7r/770 ^OCO ^ R^7WC^.
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^'Or77270, ^ ^/sM77^ Aw72/7gb?; Ro7^r^O, C^/?7<?,
J; GL.* E^7T^, ^ ALrb^o poro /Tpprov^r.
ESTÀ ora da vederti, come l'Intelletto (o vogliam di-
j,L.j^ t re il Giudizio, e i'Apprentìva superiore) atlitla alle Im-
magini della Fantaha, che da lui son dirittamente co-
S!Lw^ notciute False, e quando ei le permetta Tuso di quelli
vaghi delirj. Già di topra s'e per noi dimohrato, che
la Fantatìa è una Potenza si gagliarda, che può tignoreggiare nell'
Anima uohra, e non ubbidire all'Intelletto, benché ha uhzio di lui
il reggerla, e illumìnaria per ben concepir le cote, e per formarne
un retto ragionamento. Ne'pazzi, ne frenetici, negli ubbriachi, in
chi sogna, e in chi è sorpresb da violenta ipocondria, o malinconia,
poco o nuda opera l'Intelletto, e il Giudizio. La sola Fantaha al-
lor governa l'Anima, e lenza sentire il freno del Giudizio, a suo
talento va movendo, e Iconvolgendo il Regno delle sue Immagini.
Ella allora confonde le (empiici, e naturali, ne crea delle nuove;
ma senza ordine, e lenza l'armonia, che le può, e suol tommini-
tirare la hcura (corta dell'Intelletto. Ora manifetlamente ti scorge,
che la Fantaha de'valenti Poeti non opera con quella (ovranith, ne
(prezza la briglia dell'Intelletto; poiché le Immagini loro non ton,
come quelle de'pazzi, de'frenetici, e degli addormentati; ma ton
dotare d'armonia, d'ordine, di bellezza. Adunque convien dire, che
l'Intelletto in qualche guila ritenga il suo imperio sopra la Fantaha
de'buoni Poeti, da che non può dirti, che allolutamente, e aisatto
ei la hgnoreggi, come fa ne'Fiìotbh, e negli Storici; perciocché, (e
ciò folle, non permetterebbe egli le Immagini Fantatliche, le quali,
conhderando il dritto ìor lento, evidentemente son Falle. S'accorda
egli perciò colla Fantaha de'Poeti, non come atibluto Padrone, ma
come amico d'autorita; cioè non comandandole asramente, nè im-
pedendo i suoi naturali delirj, ma conhgliando, e solamente tee.
gliendo
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CAPITOLO DEC!MOTTAVO.
D^//^ w^Lr/7, rc^ rzJ o ^ i/ Gi^J/Xso /!//^ E/777-
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^'Or77270, ^ ^/sM77^ Aw72/7gb?; Ro7^r^O, C^/?7<?,
J; GL.* E^7T^, ^ ALrb^o poro /Tpprov^r.
ESTÀ ora da vederti, come l'Intelletto (o vogliam di-
j,L.j^ t re il Giudizio, e i'Apprentìva superiore) atlitla alle Im-
magini della Fantaha, che da lui son dirittamente co-
S!Lw^ notciute False, e quando ei le permetta Tuso di quelli
vaghi delirj. Già di topra s'e per noi dimohrato, che
la Fantatìa è una Potenza si gagliarda, che può tignoreggiare nell'
Anima uohra, e non ubbidire all'Intelletto, benché ha uhzio di lui
il reggerla, e illumìnaria per ben concepir le cote, e per formarne
un retto ragionamento. Ne'pazzi, ne frenetici, negli ubbriachi, in
chi sogna, e in chi è sorpresb da violenta ipocondria, o malinconia,
poco o nuda opera l'Intelletto, e il Giudizio. La sola Fantaha al-
lor governa l'Anima, e lenza sentire il freno del Giudizio, a suo
talento va movendo, e Iconvolgendo il Regno delle sue Immagini.
Ella allora confonde le (empiici, e naturali, ne crea delle nuove;
ma senza ordine, e lenza l'armonia, che le può, e suol tommini-
tirare la hcura (corta dell'Intelletto. Ora manifetlamente ti scorge,
che la Fantaha de'valenti Poeti non opera con quella (ovranith, ne
(prezza la briglia dell'Intelletto; poiché le Immagini loro non ton,
come quelle de'pazzi, de'frenetici, e degli addormentati; ma ton
dotare d'armonia, d'ordine, di bellezza. Adunque convien dire, che
l'Intelletto in qualche guila ritenga il suo imperio sopra la Fantaha
de'buoni Poeti, da che non può dirti, che allolutamente, e aisatto
ei la hgnoreggi, come fa ne'Fiìotbh, e negli Storici; perciocché, (e
ciò folle, non permetterebbe egli le Immagini Fantatliche, le quali,
conhderando il dritto ìor lento, evidentemente son Falle. S'accorda
egli perciò colla Fantaha de'Poeti, non come atibluto Padrone, ma
come amico d'autorita; cioè non comandandole asramente, nè im-
pedendo i suoi naturali delirj, ma conhgliando, e solamente tee.
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