P O E S 7^7 E 7 B. 77. 367
Eccovi una ragione affatto inverilìmile all'Intelletto, alla
Eantalia, alsa Natura. Poteva quei Declamatore cavar dai Mare
mille naturali, e verislime ragioni per disfornare Alefsandro; come
sarebbe: Che non dovea fidarli la vita di si gran Principe ad un'e-
lemento si feroce , ed infedele ; che le tempelìe non avrebbotio ri-
spett^ta la madia di lui, e limili cole. Ma Rimò colfui di mollrar
più Ingegno^ cercando e immaginando una ragione liraordinaria. PaR
Ramo ad altre Immagini alquanto meo paleiemenre viziose, cioè
che portano qualche apparenza di bellezza. Tale li è quella Imma-
gine d'un Autore Spagnuolo, che prega la Morte a venir lenza lar-
sì ientire a torlo di vita, perche il piacer di morire noi saccia vi-
ver di nuovo.
%7? 2^77
e/ e/ worJr
.M) w<? ror77<? 72 7%
Furono quelli verlì cosi portati in Italiano da un amico mio.
gr^h^.*
yi cdi 7/
//? gio/^ worire
72 772
Qui voi vedete la Ibttigliezza del penderò, e che troppo ricercata,
ed Inverilìmile li è la ragione di pregar la Morte a vernir si cer-
tamente ; lapendo ben tutti, che il piacere provato da un' infelice
nel lentirli colto dalla Morte, non può lerbarlo in vita, e molto
men risulcitarlo. E ciò mi fa sovvenir d'un limile lentimento in
un'Ottava Siciliana, ch'io voglio qui rapportare per ricreaaion di
chi legge.
JlTor/s, ^2? s/%2 72 ^222
g* ^27272 ^722 72 ?%72f2 g^^i.
T*M ^>02 /'77^7272722 WF2 ^2 7227*2.*
717(9} ^2, i'2 7%'^;2M ^7/Òg7222, C 222
2^2 psgg<9 77^22, /Ì?777%72 2272
^2 ^722 ;7% ^222/2,
i'222 /^7^2rv, r'^22 ^ 792227*22*2,
Dd7% 722^2gr<?X^7% 7222 772ttr27*Ò W722 .
Potrò pure chiamar'alquanto ricercati i sentimenti d'uno spiri*
tolo giovane Poeta, il quale con alcune ragioni vuol molfrare, che
Pompeo vinto fu o egualmente, o più giorioso di Celare vincitore.
Cosi dice egli.
Eccovi una ragione affatto inverilìmile all'Intelletto, alla
Eantalia, alsa Natura. Poteva quei Declamatore cavar dai Mare
mille naturali, e verislime ragioni per disfornare Alefsandro; come
sarebbe: Che non dovea fidarli la vita di si gran Principe ad un'e-
lemento si feroce , ed infedele ; che le tempelìe non avrebbotio ri-
spett^ta la madia di lui, e limili cole. Ma Rimò colfui di mollrar
più Ingegno^ cercando e immaginando una ragione liraordinaria. PaR
Ramo ad altre Immagini alquanto meo paleiemenre viziose, cioè
che portano qualche apparenza di bellezza. Tale li è quella Imma-
gine d'un Autore Spagnuolo, che prega la Morte a venir lenza lar-
sì ientire a torlo di vita, perche il piacer di morire noi saccia vi-
ver di nuovo.
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Furono quelli verlì cosi portati in Italiano da un amico mio.
gr^h^.*
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72 772
Qui voi vedete la Ibttigliezza del penderò, e che troppo ricercata,
ed Inverilìmile li è la ragione di pregar la Morte a vernir si cer-
tamente ; lapendo ben tutti, che il piacere provato da un' infelice
nel lentirli colto dalla Morte, non può lerbarlo in vita, e molto
men risulcitarlo. E ciò mi fa sovvenir d'un limile lentimento in
un'Ottava Siciliana, ch'io voglio qui rapportare per ricreaaion di
chi legge.
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Potrò pure chiamar'alquanto ricercati i sentimenti d'uno spiri*
tolo giovane Poeta, il quale con alcune ragioni vuol molfrare, che
Pompeo vinto fu o egualmente, o più giorioso di Celare vincitore.
Cosi dice egli.