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52 DELLA PERFETTA

questo affare <Jal famoso Gardinale di Richelieu, e meditava egli di
trarlo a fine; ma un sì bel disegno insieme colla sua vita mancò.
Prima del Richelieu, cioè l’An. 15^8. aveva Angelo Ingegneri dot-
tamente accennate alcune correzioni del Teatro in un Ragionamento
intitolato della Poefia Rapprefentativa, e del modo di rapprefentar le
Favole Scenicbe. Ma troppo corta è quella Operetta, corne ancor
quelle di molti Maestri della Poetica per un si gran bisogno; laon-
de riman tuttavia un bel campo da coltivare a chi volesse in tutte
le sue parti correggere, e migliorar’il Teatro. In quanto a me non
avendo asiai tempo da spendere in tale argomento, in cui forse an-
cor troppo mi sono arrestato, mi contenterò di brevemente sporre
alcuni miei sentimenti intorno a questa riforma.

Per quelio, che appartiene ai Drammi, benchè da essi niuna
utilita si rechi al Pubblico, io non son tanto indiscreto, e crudele,
che ne desideri affatto sbandito l’uso, stimando io, e predicando la
Musica per uno de’più onesti, e soavi piaceri, che s’abbia la Ter-
ra. Ma lo vorrei bensi moderato, in guisa tale che si lasciasse luo-
go a più utili Rappresentazioni Teatrali. Sarebbe d’ uopo toglierne i
moltisfimi abusi, che vi si permettono; e far la Musica più onesta,
facile, e corta, onde partissero gli Uditori dal Teatro con fame, e
non con sazieta; prender Favole di non molto viluppo, ma più to-
llo semplici, e verisimili, ajutandole poscia colla novita delie mac-
chine, delle comparse, dei balli, degi’Intermezzi, e d’altre simiii
cose, che diiettano ancora la vista; e finaimente servire colle paro-
le, e co’versi aiia Musica, giacchè in sì fatti componimenti essa
principalmente si cerca, e s’apprezza. In somma, se non si possono
i Drarnmi sar’ utili alie ben regolate Gitta, almen si facciano non
dannosi; e procurisi, che sia sano, ed onesto quei diletto, che da
loro s’aspetta. E ciò basti intorno ai Drammi, iasciando, io più to-
sto ia cura di correggerii, a chi è pratico deila Musica, perchè deb-
bo parlar delia Poesia, non serva, ma regnante, quale è quella del-
le vere Tragedie, e Gommedie recitate senza Mufìca. Prima però di
passare avanti, non voglio lasciar di dire, che siccome ne’tempi an-
tichi la Tragedia non isdegnò la compagoia della Musica, così cre-
do io, che oggidi pure assaissimo piacerebbe questa medesima unione,
se alie Tragedie recitate senza Canto si congiungessero i Gori, che
da valenti Mufici fossero poi cantati. Altrettanto si fece, allorchè per
ordine della Serenissuna Gasa d’Este si recitarono nella Corte di Fer-
rara il Sagrifizio dei Beccari, l’Egle del Giraldi, l’Aretusa del Lol-

lio,
 
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