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E per li nojiri eftagi allora sone
remandato„
A
$8l. Mintrt, che per li ssagi illo so-
ne remandato,
Ciccantono ssette illo sinpre avisato
De a Die se raccomandare, & al
Patre biato,
Chel campajsse del pericoio, dove era
incappato 0
B
$8%, Ajssti se racomandava ilto a San-
ta Mariay
Anche a Santo Jacobo illo in fua
conpagnia ;
In quela capelia , ove ssette pengere
li sacea
Amendori in simora 9 & ijsi a. pe-
de ssagea •
C
So_$. Una cosa lo corfotava 5 era la se-
de ntea,
Che per la. Ecclesia de Roma sinpre
commattuto avea,
Anche per Mijfere Carlo, (llg) che
Re vi se sacea
A petitione de Papa Urbano, cke
Sesso sidea *
0 R I A 644
Chi che tornajsero li flagi unqua non
finone ;
E chi che non tornajsero saceano pe-
titione 0
8 86, Mintri che li ssagi a Taliacoczo
demoraro,
Molto li Aquilani alora se menaro ;
Nanti non accordaro Ranallo molto
vi sodaro ,
Non li parse vero de fine che h
tentaro *
887. Cinqtte milia siorini a Ranalio
assenaro
De bella moneta, & inanti h pa-
garo ,
Con tutto quartto quesso anche chbi-
taro ;
Nanti non lo videro molto vi penaro.
888. Che Madonna Pasca ne ahe pro*
mijssone. y
Scrisselo al Fillio > ed ijsi si ne a-
iegrone ;,
Tenneseli poco che lo contrario fone,
Mmo de dui ore quela alegrecza
durone.
884. Laflamo stare ijsso , che molto ne
penone ;
Molta autra )ents nella noflra Ter-
ra sone ,
Che li essagi non tomajssero saceano
oratiune ,
Per vedere de Ciccantono liberato de
pressone «
88p. AUora Ranatlo Orzino refe de
quellb, che solea sare ,
Ma como volfi illo sappelo accon-
zare ;
Li stagi se revennero, a volereh a-
breviare
Lo Jangue a Ciccantono comincicse a
gelare.
De quesso Jestt Crisso ajssai prega»
to sone
Dalla nossra )ente in diverfi peti-
tione ;
ji$) V. Jt. co^., e tntto ci5, che dice
dl Cario di Durazzo, £ iarsamente
spiegaro nd siao Poeraa.Gcio seguente ,
sn Qttava Rima» A
8pO. Qnanno li flagi in Aquila revs-
nia,
Vintidui jorni in quilo dl con-
plia, (n^)
Cke■
(119) Cade a* tz. d' Agosto, ch’ e il L\>
aedi della js, 897»
E per li nojiri eftagi allora sone
remandato„
A
$8l. Mintrt, che per li ssagi illo so-
ne remandato,
Ciccantono ssette illo sinpre avisato
De a Die se raccomandare, & al
Patre biato,
Chel campajsse del pericoio, dove era
incappato 0
B
$8%, Ajssti se racomandava ilto a San-
ta Mariay
Anche a Santo Jacobo illo in fua
conpagnia ;
In quela capelia , ove ssette pengere
li sacea
Amendori in simora 9 & ijsi a. pe-
de ssagea •
C
So_$. Una cosa lo corfotava 5 era la se-
de ntea,
Che per la. Ecclesia de Roma sinpre
commattuto avea,
Anche per Mijfere Carlo, (llg) che
Re vi se sacea
A petitione de Papa Urbano, cke
Sesso sidea *
0 R I A 644
Chi che tornajsero li flagi unqua non
finone ;
E chi che non tornajsero saceano pe-
titione 0
8 86, Mintri che li ssagi a Taliacoczo
demoraro,
Molto li Aquilani alora se menaro ;
Nanti non accordaro Ranallo molto
vi sodaro ,
Non li parse vero de fine che h
tentaro *
887. Cinqtte milia siorini a Ranalio
assenaro
De bella moneta, & inanti h pa-
garo ,
Con tutto quartto quesso anche chbi-
taro ;
Nanti non lo videro molto vi penaro.
888. Che Madonna Pasca ne ahe pro*
mijssone. y
Scrisselo al Fillio > ed ijsi si ne a-
iegrone ;,
Tenneseli poco che lo contrario fone,
Mmo de dui ore quela alegrecza
durone.
884. Laflamo stare ijsso , che molto ne
penone ;
Molta autra )ents nella noflra Ter-
ra sone ,
Che li essagi non tomajssero saceano
oratiune ,
Per vedere de Ciccantono liberato de
pressone «
88p. AUora Ranatlo Orzino refe de
quellb, che solea sare ,
Ma como volfi illo sappelo accon-
zare ;
Li stagi se revennero, a volereh a-
breviare
Lo Jangue a Ciccantono comincicse a
gelare.
De quesso Jestt Crisso ajssai prega»
to sone
Dalla nossra )ente in diverfi peti-
tione ;
ji$) V. Jt. co^., e tntto ci5, che dice
dl Cario di Durazzo, £ iarsamente
spiegaro nd siao Poeraa.Gcio seguente ,
sn Qttava Rima» A
8pO. Qnanno li flagi in Aquila revs-
nia,
Vintidui jorni in quilo dl con-
plia, (n^)
Cke■
(119) Cade a* tz. d' Agosto, ch’ e il L\>
aedi della js, 897»