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Real Museo Borbonico — 15.1856

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Tavola I - LVI [Text und Tafeln]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10077#0346
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24 VOL. XV. TAV. LIV.

nesta, e sia anche per meritata punizione di comu-
ni misfatti; e che essi ebbero mozzato il capo per
servire di esemplare spettacolo al popolo, o come
mostra di meritata pena inchiodato alle porte della
residenza della giustizia punitrice, o per essere me-
nato in trionfo in lontane regioni. Ritenuto non
per tanto il ius imaginum dalla sola aristocrazia
romana , ed ammesso che la cerea immagine fosse
formata sull'uomo vivo, dobbiamo escludere inte-
ramente la classe de'delinquenti pe'delitti comuni,
e restringere a due le classi di codesti condannati, a
quella cioè di abbracciato cristianesimo (1), o a quel-
la di ribellione al legittimo potere ; e in ambo i
casi al dir di Ulpiano non si negavano a'parenti
i corpi de' giustiziati : corporei eorum , qui capite
damnantur, cognatis ipsorum negando, non sunt.
E lo stesso Diocleziano rescriveva a Gaudenzio: oh-
noxios criminum digno supplicio subjectos sepul-
turae tradì non vetamus; come del pari dobbia-
mo ridurre a brevi intervalli il tempo, in cui il
cero-plasta formò la testa di codesti infelici; dap-
poiché nella tranquillità del loro vivere non po-

(1) Vedi la precedente nota a face. 7.
 
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