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Napoli nobilissima — 1.1892

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i34

NAPOLI NOBILISSIMA

Forlì 28 ottobre 1822.
Mia sempre più cara Lucia.
Ieri la sera fui dal Delegato nella di cui casa (un tempo abitazione
dei Principi Regnanti) in uno dei tre gran Cortili vi è formato un fa-
moso anfiteatro dove si danno diversi divertimenti popolari. Lì ci die-
dero dei piccioli fuochi artificiali, la compagnia era non molto nume-
rosa essendoci appena una dozzana di Signore, ed una trentina d’Uo-
mini, insomma una perfetta seccatura alla quale dovei assoggettarmi
per due ore e mezza. Ritornato bene stracco all’Albergo prima delle
nove mi coricai, ho dormito mediocremente ed alzatomi alle quattro,
da Frilli ho ricevuto le due tue affettuose lettere ed ho con sommo
raccapriccio inteso quello che ti accadde martedì all’uscire dalla Flo-
ridiana. Subbito ho reso le dovute grazie all’Altissimo e Maria San-
tissima per averti salvato da tanto pericolo, ed ho mandato le messe
all’Anime del Purgatorio che ti hanno protetta. Ti ringrazio di aver-
mi voluto scrivere per assicurarmi che stavi bene, io però non sarò
tranquillo fin che non riveda domani sera a Bologna Frilli, che ho
lasciato a Pesaro per aspettarti questa sera e rendermi esatto conto di
tua salute. Chi sa a che ora ci arriverai con questo pessimo tempo
dovendo viaggiare fra quelle orride Montagne, qui continua a piovere
dirottamente. Alle sei e mezza sono partito da Pesaro, ed in sette ore
sono felicemente arrivato. Alle due ho pranzato, ho spedito a Verona
le notizie venute da Napoli dell’eruzione del Vesuvio. Scrivo ora a te,
dirò le mie preghiere, e poi anderò al Teatro. Domani, a Dio pia-
cendo, all’ora solita partirò per Bologna. Col cuore e col pensiero vi
auguro una felice notte, vi abbraccio teneramente e sono il tuo
Affezionatissimo Comp.°
Ferdinando B.

In molte altre lettere il re fa parola della Floridiana.
Ne riporto tre a caso :
Caserta 15 Dicembre 1821.
Carissima Lucia
Coricatomi alle dieci grazie a Dio ho ben dormito fino alle cinque
e mezza, che mi sono alzato, ed ho ricevuto coll’uomo da me spedito
la tua affettuosissima risposta, che ho gradita infinitamente. Alle otto
e mezza abbiamo fatto colazione, per me però pranzo, come jeri, ed
alle nove e mezza siamo partiti per la Caccia, dalla quale siamo ri-
tornati prima delle due e mezza, io un poco fatigato ma bene e con-
tento, essendo morti 48 Lepri, e 20 Pernici. Un momento dopo è ar-
rivato il Corriere e col medesimo mi è pervenuta l’altra tua obbliga-
tissima lettera dalla quale colla massima consolazione rilevo che il
tuo catarro non sia peggiorato in seguito della conversazione di jeri
sera, che sembrami ti abbia piuttosto annojata. Voglio sperare che ti
sei ben divertita oggi alla Floridiana, la giornata essendo stata di Pa-
radiso. Sembra che così voglia continuare, che perciò a Dio piacendo
lunedì faremo la Caccia dei Cignali a Carditello alle undici della mat-
tina, non ardisco dirti niente per venirci, temendo per il tuo catarro,
ma ti prego farlo sapere a Naselli e ad A’ Court in mio nome. Do-
mani riceverai la Caccia da me uccisa, v’auguro una felice notte; v’ab-
braccio teneramente, e sono il tuo
Affezionatissimo Compagno
Ferdinando B.
Caserta 16 Dicembre 1821.
Carissima Lucia
Ieri sera per riposo mi toccò una nojosa udienza d’un ora, prima
delle dieci mi coricai, ho dormito benissimo, alle sei mi sono alzato,
e grazie a Dio, mi sento perfettamente bene. Alle otto è ritornato il

Volante, che portò la Caccia, ed ho ricevuto la tua dettagliata affet-
tuosissima lettera per la quale tanto ti ringrazio. Godo che sii stata
jeri alla Floridiana, spero che non ti abbia fatto male l’aria presa, e
che domani io abbia la consolazione di rivederti in perfetta salute a
Carditello, dove ti prevengo si ha da andare a Cavallo al luogo della
Caccia. Benché la mattinata sia bellissima io resto in Casa, subbito
dopo pranzo calarò al Boschetto per ammazzare qualche faggiano.
Questa sera ti scriverò di nuovo col Corriere, t’abbraccio tenera-
mente e sono il tuo affezionatissimo
Compagno
Ferdinando B.

Cara Lucia

Belvedere 24 maggio 1822.

Di somma consolazione mi è stata la tua affettuosa lettera ricevuta
prima delle quattro, sentendoti, grazie a Dio, bene in unione della
cara Mariannina, contenti, e che sareste andata a pranzo alla Fiori-
diana, dove spero vi siate ben divertiti, la giornata essendo superba.
Io ho mangiato di buon appetito, dormito tranquillissimamente due
ore, ho veduto poi la consegna delle stoffe, ed ora me ne vado a
passeggiare a Parito. Vi auguro una felice notte, vi abbraccio tenera-
mente, e sono il tuo

A ffezzionatissimo Compagno
Ferdinando B.


Queste lettere, che fanno parte d’una corrispondenza
inedita che si trova nelle mie mani, sono scritte in ca-
rattere assai chiaro da un segretario a cui il re le dettava.
L’intestazione e la firma sono di pugno del re. Dove mai
Ferdinando poteva aver pescato questo segretario che ce
l’aveva a morte con l’ortografia? Tutte le volte che nelle
lettere gli accade di nominare qualche specie di bestia qua-
lunque o la parola animale, egli mette la lettera maiuscola
con una rispettosa ostinazione.
 
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