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Napoli nobilissima — 1.1892

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i88

NAPOLI NOBILISSIMA

istaurassero e ricoprissero di preziosi broccati e li fe’
porre nel medesimo luogo sotto ricchissimi baldacchini C1).
Nell’anno 1667 il Viceré D. Pietro d’Aragona, qual di-
scendente del re Alfonso e possessore del patronato del-
l’abbazia di Santa Maria de Poblete, volle dare esecuzione
al testamento di quel re e trasportarne il corpo in quella
chiesa. Si opposero i frati Domenicani e fu necessario un
breve di papa Clemente IV ed un ordine della regina di
Spagna perchè permettessero il trasporto del regio cada-
vere. Apertasi la cassa, fu trovata vuota; però sollevando
un doppio fondo, si rinvenne il cranio con poche ossa,
che ricomposte in altra cassa, furono consegnate al Viceré,
che le mandò in Ispagna, perchè fossero collocate presso
quelle dei suoi maggiori.
Sotto le casse già descritte ve ne sono altre cinque,
delle quali quattro senza alcuna indicazione e la quinta,
più piccola, ha la seguente iscrizione su di una lastra di
rame -.Principessa di Savoja, nata in Napoli li 20 dicembre
1800, e morta li io gennaio 1801. Era figlia di Vittorio
Emmanuele I Re di Sardegna.
Sedici casse sono nel terzo lato del corridoio. Sulla
prima della linea superiore c’è un quadro in tela rappre-
sentante un guerriero dei principii del secolo XVII senza
alcun nome : però l’arma dei Carafa ricamata sul drappo,
e le due lettere L. C. composte di chiodi innanzi ad un’al-
tra cassa, fan supporre che sia il deposito di Luigi Ca-
rafa, 2.0 Principe di Stigliano, innanzi a cui nel secolo XVII
si leggeva in un distico latino l’epitaffio di costui. La cassa
seguente rinchiude gli avanzi del celebre Marchese di Pe-
scara, il marito di Vittoria Colonna : ha questa iscrizione :
Franciscus Ferdinandus Davalos de Aquino Marchio Pisca-
riae. Caesariae Majestatis Vicarius Generalis Italiae. Obiit
anno Domini 1525. C’è il ritratto dipinto su tela, una
spada ed una bandiera lacera e consunta, sulla quale nei
passati anni si vedevano ancora le figure di due leoni e
di un liocorno, che erano le armi di Scozia : all’asta erano
appese due code di cavallo, onde fu supposto che fosse
stata guadagnata dal Marchese di Pescara in un combatti-
mento contro il Duca d’Albania, che era della casa reale
di Scozia (2). Ora non rimane più che qualche brandello,
da cui nulla si può ricavare, e le code scomparse sono
sostituite da due fiocchi di seta. Questa cassa fu nel mag-
gio 1526 messa al lato sinistro dell’altare sotto un bal-
dacchino di tela d’oro, poggiante su di una base di noce
scolpita, coperta di broccato d’oro, con sopra la spada ed
il bastone di gran Camerlengo. Qualche tempo dopo vi
fu apposta una cartella con cinque distici dell’Ariosto, com-

(1) Parrino, Teatro eroico dei Viceré, Conte di Miranda.
(2) Volpicella, p. 271.

posti per essere incisi sul monumento di marmo, che do-
vea essere eretto al Pescara e che poi non fu fatto (J).
In tre casse, che seguono, sono i corpi di D.a Maria
della Cerda Duchessa di Montalto morta il 1572, di Ma-
ria Henriquez de Ribera, figliuola di Ferdinando Duca di
Alcalà, morta il 7 maggio 1639 e di Caterina di Moncada,
figlia di Francesco di Moncada Marchese d’Aitona (2), se-
conda moglie di Ludovico Guglielmo Duca di Montalto,
morta in Madrid nel 1659. Un’altra cassa ha innanzi un
ritratto ovale di un gentiluomo con parrucca, della fine
del secolo XVII, una spada e sopra una corona princi-
pesca dorata : manca però l’indicazione del personaggio,
che vi è rinchiuso. Quattro casse, coperte di velluto rosso,
con iscrizioni su lastre di rame, contengono i cadaveri
della moglie e di tre figli di Giov. Antonio Agar Conte
Marsbourg, Ministro delle Finanze del Re Gioacchino Mu-
rai Di molte altre casse, che sono nei tre lati del corri-
doio, prive d’insegne e d’iscrizioni, non si può affermare
cosa alcuna. Si sa che nel secolo XVII nella sagrestia di
S. Domenico erano conservati i corpi di Antonio d’Ara-
gona, 2.0 Duca di Montalto e di Maria Marchesa del Va-
sto, d’Antonio IV Duca di Montalto e dei figli Giovanni
e Ferrante, di Francesco Ferrante Davalos Marchese del
Vasto e di Pescara, morto nel 1571, di una Guevara, fi-
glia di un Duca di Bovino e di Porzia Carafa; in tre
casse i corpi del Cardinal Flavio Orsini, d’un Carafa Duca
di Mondragone e della Bambina Giuseppa Gusman, figlia
del Duca di Medina de las Torres e di D.a Anna Carafa
Principessa di Stigliano; e finalmente quello di Alfonso
Davalos Marchese del Vasto, famoso capitano dell’impe-
ratore Carlo V. Ma per la mancanza di qualunque indi-
cazione non possono più distinguersi e stanno lì tutte
ugualmente polverose ed obliate, aspettando il giorno non
lontano, in cui casse e cadaveri, contenente e contenuto,
cadranno insieme a pezzi e si confonderanno nella mede-
sima polvere.
Nella rifazione della Sagrestia, fatta dai frati nel 1709
fu costruito il corridoio pensile, come si vede ai nostri
giorni, e furono collocate le casse nei due ordini, come
le abbiamo descritte; allora furono alle antiche iscrizioni
sostituite le attuali ed i tumuli reali furono adornati di
corone e scettri di legno dorato. Alla stessa epoca rimon-
tano i barocchi ritratti dei reali personaggi.
In questa sagrestia era conservato, in un ostensorio di
argento, il cuore di Carlo II d’Angiò, quel cuore, che il

(1) Passaro, o. c., p. 327.
(2) Di questo Marchese d’Aitona il Van-Dyck fece il celebre ri-
tratto a cavallo conservato oggi nella galleria del Louvre, donde Raf-
faello Morghen trasse la famosa sua stampa tanto conosciuta col no-
me di Cavallo di Morghen.
 
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