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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 12.1903

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Heft 12
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Castaldi, Giuseppe: Il palazzo di Giulio de Scorciatis
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Piccirilli, Pietro: La Marsica: appunti di stora e d'arte [4]
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https://doi.org/10.11588/diglit.71018#0199

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

183

montava per sempre, ebbe segrete pratiche con il Re di Fran-
cia per godere i favori ed i privilegi del novello padrone.
Certo il povero Pontano non merita tutti gli aspri rimpro-
veri che gli si fanno, perchè vecchio e costretto dalle circo-
stanze pronunziò un'orazione alla cerimonia dell'incorona-
zione di Carlo VIII, quando si pensa alle segrete mene di
questo favorito, forse, quanto il Pontano, pur non avendo i
grandi meriti letterari e diplomatici di quello, cui gli Ara-
gonesi tanto dovevano e con tanta ingratitudine avevano
corrisposto.
Il re di Francia, occupato il reame, mantenne al de
Scorciatis quanto per lettera gli aveva promesso IL. Durò
poco per lui questo nuovo stato, perchè subito ai Francesi
si sostituirono nel reame gli Spagnuoli, ed egli, che aveva
sempre per quelli partecipato, fu da Consalvo di Cordova
dichiarato ribelle, i suoi beni incamerati dal Fisco (2) e fatto
prigione fu chiuso in Castel Novo con Tommaso Vassallo,
già presidente della R. Camera, e col barone di Rocca Ro-
mana.
Giulio tentò evadere dalla prigione; ma, scoverto, per poco
non vi rimise la vita. I compiici furono severamente pu-
niti (3). Alfine venne, dopo qualche tempo, mediante fideius-
sione, messo in libertà, ed egli non sentendosi più sicuro
in Napoli, dove aveva sofferto tanti dolori, partì in volon-
tario esilio alla volta di Roma dove lo attendevano novelli
onori e una grande fortuna.
Ad Alessandro VI era succeduto nel 1503 papa Giulio II,
che pontificò fino al 1513. Il de Scorciatis stette in Roma
una diecina di anni circa, nel qual tempo non sappiamo che
cosa facesse. Ai 13 gennaio del 1513, nuovamente senator di
Roma, fu da papa Giulio nominato grande inquisitore del
S. Uffizio in Roma (4). Ai 19 febbraio del 1513 morì papa
Giulio II e gli successe Leone X fino al 1,22. Durante questo
periodo non sappiamo più nulla di messer Giulio; nè cono-
sciamo con precisione la data della sua morte e se morisse
in Napoli o in Roma. Solo da una notizia dataci dal De
Lellis (5) arguiamo che Giulio de Scorciatis fosse già morto
nel 1520, perchè in quell'anno sua moglie Cecilia Storrente
era vedova.
Giuseppe Castaldi.

LA MARSICA
APPUNTI DI STORIA E D'ARTE.
(Cont. e fine: vedi fase. XI).
Lasciai Trasacco nell'ora del tramonto. L'immensa cam-
pagna che si fondeva a poco a poco in un turchino lac-
caceo, annebbiato, e i pioppeti uniformi e foschi, attri-
stavano.
Dopo un andare stanco di più che tre ore, la carroz-
zella, dandosi ad una corsa precipitosa, fece sosta a Ta-
gliacozzo, piccola città posta nel seno di due monti tagliati
a picco.
Tagliocozzo, fondata dai popoli di Carsoli (A, « fu così
chiamata, perchè taglia in mezzo il gozzo, ossia la gola di
due alti monti dirupati », dice il Gori (2). Ma gli storici
marsicani non la pensarono col cervello di questo scrittore.
Il Di Pietro (3), per es., fa derivare il nome Tagliacozzo
dallo stemma del Comune, che rappresenta due re che si
spartiscono una clamide, alludendo ad una divisione bonaria
di territorio fra i Marsi e gli Equi, fatta con giustizia ed
equità: talis aequitas; onde Taliequitium, Tagliacozzo. V'ha,
poi, chi è andato a dar di testa alla musa Talia (4), ad un
Cozio, re di Tracia, ad un manigoldo di nome Cozzo, che
si aggirava in quei pressi (5). Altri, infine, ha pensato al-
l'ebraico Tbelabb-godium (6), a Talus cotium (7), e via di
questo gusto.
I primi signori di Tagliacozzo furono i Berardi (8). Nel
catalogo dei Baroni del 1187 (9), si legge: Bonaventura de
Tagliacozzo tenet a Domino rege Tallacozzum, etc. Passò
in feudo nel 1239 ai De Pontibus, i quali la possedettero
fino al 1292 (io). Nel 1294 ne furono investiti gli Orsini
Rinaldo della stessa famiglia fu il primo che portò il ti-
tolo di conte, come da una lettera di lui del 1378, ricor-
data dal Brogi (12). Re Ferrante (1442), « asserendo aver ri-
dotto a sua fedeltà il magnifico G. Antonio Orsini, conte
di Tagliocozzo, donò ad esso Giann., pro se et suis bere-
dibus et successoribus, le contee di Tagliacozzo e Albe(13)», le
quali nel 1497, dopo varie vicende, furono donate da re
Federico a Fabrizio Colonna (M).

(1) V. C. Borrelli, Adparatus historicus ecc. (cod. cart. Bibl. Naz.
di Napoli), vol. III, p. 386:
« Tempore Ludovici Regis Francorum de Scorciatis lulius eques
neap. Senator Romanus, fit con. et fam. Ludovici Regis Francorum ».

(2) V. in Reg. Part. 18 Magni Capitanei (1505-1506), fol. 273.

(3) V. in Atti R. Curia Magni Capitanei (1502) nell'Arch. di Stato
di Napoli.

(4) G. Passero, Giornali, ediz. Vecchioni, Napoli 1785, p. 187.

(5) De Lellis, Notizie diverse di famiglie della città e regno di Na-

poli (cod. cart. Bibl. Naz. di Napoli), vol. III.

(1) G. Gattinara, Storia di Tagliacozzo dalla origine ai giorni no-
stri, S. Lapi, Città di Castello, 1894.
(2) Op. cit. (3) Op. cit.
(4) CoRSIGNANI, op. cit.
(5) Febonio, op. cit.
(6) PlERALICE, op. cit.
(7) Gattinara, op. cit.
(8) CoRSIGNANI, Gattinara, op. citate.
(9) Borrelli, op. cit.
(io) Borrelli, op. cit.
(11) Brogi, op. cit. (12) Op. cit.
(13) Arch. di Stato di Napoli, Quinternioni. (14) Id.
 
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