DOI Artikel:
Colasanti, Arduino: Nuovi riscontri su la Dalmatica Vaticana: (Tav. VIII-IX)
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.18745#0188
182
A. COLASANTI
cato alla stregua dei più elementari principi! dell’ economia
politica, ci mostra assai chiaramente che le stoffe bizantine non
potevano ormai più sostenere la libera concorrenza di quelle
fabbricate fuori dell’ impero. Che se, come è lecito presumere,
l’editto imperiale si riferiva più ai drappi di uso comune che
a tessuti istoriati e di gran pregio, già abbiamo veduto se le
condizioni dell’arte a quei tempi erano tali da poter lasciare ai
Bizantini per gli oggetti suntuari quel primato che sfuggiva loro
anche per gli oggetti di uso generale. Onde, quando leggiamo
che Michele Paleologo, rientrato in Costantinopoli, donò alla
chiesa di S. Sofia tappezzerie di gran pregio 1 e, più tardi, per
rendersi amico Gregorio X, gl’ inviò ricchi tessuti, fra cui un
dorsale di sciamito rosso ornato d’argento e d’oro e istoriato
con scene della vita della Vergine e del Cristo, dobbiamo ritenere
che fossero quelle le ultime manifestazioni dell’arte del ricamo
in Oriente. Più tardi essa non ci ha lasciati altri notevoli ricordi
e il noto inventario pubblicato dal Durand, registrando sulla
fine del secolo XIV le vesti ecclesiastiche della cappella palatina
di Palermo, dove i prodotti deH’industria tessile bizantina dove-
vano esser in gran numero, su trenta paramenti sacerdotali ne
ricorda soltanto uno che era forse ornato di ligure \
L’arte potente che sulla Dalmatica Vaticana aveva cantato
il Te Deum della sua fede e della sua gloria, non aveva potuto
rimanere estranea al lento dissolvimento che in Oriente aveva
investito tutte le forme del pensiero e della vita.
AKDUINO COLASANTI.
u.r.dv/a. t5v ùmoKÓcov %pr,a%oti aÙtoT?, el y.r, (3ouAgito, coti; tvst’ àp’ etvi, aÙTÒ;
ts xaì "yho' armo; ehau’ àXX’ r, ao-vois zo~; Saa r, 'PomatwN yr, yecopye' xaì
ai Twaa'.io'/ àax.oùai %eìpe; (Nicephori Gregorae, Byzantina Historia, II,
c. 6, Bolline, Weber, MDCCCXXIX, voi. I, p. 43).
1 Georgii Pachymeris, De Michaele et Andronico Paleologis, Bonnae,
Weber, MDCCCXXXV.
2 Annales Archéologiques, XXV, p. 296.
A. COLASANTI
cato alla stregua dei più elementari principi! dell’ economia
politica, ci mostra assai chiaramente che le stoffe bizantine non
potevano ormai più sostenere la libera concorrenza di quelle
fabbricate fuori dell’ impero. Che se, come è lecito presumere,
l’editto imperiale si riferiva più ai drappi di uso comune che
a tessuti istoriati e di gran pregio, già abbiamo veduto se le
condizioni dell’arte a quei tempi erano tali da poter lasciare ai
Bizantini per gli oggetti suntuari quel primato che sfuggiva loro
anche per gli oggetti di uso generale. Onde, quando leggiamo
che Michele Paleologo, rientrato in Costantinopoli, donò alla
chiesa di S. Sofia tappezzerie di gran pregio 1 e, più tardi, per
rendersi amico Gregorio X, gl’ inviò ricchi tessuti, fra cui un
dorsale di sciamito rosso ornato d’argento e d’oro e istoriato
con scene della vita della Vergine e del Cristo, dobbiamo ritenere
che fossero quelle le ultime manifestazioni dell’arte del ricamo
in Oriente. Più tardi essa non ci ha lasciati altri notevoli ricordi
e il noto inventario pubblicato dal Durand, registrando sulla
fine del secolo XIV le vesti ecclesiastiche della cappella palatina
di Palermo, dove i prodotti deH’industria tessile bizantina dove-
vano esser in gran numero, su trenta paramenti sacerdotali ne
ricorda soltanto uno che era forse ornato di ligure \
L’arte potente che sulla Dalmatica Vaticana aveva cantato
il Te Deum della sua fede e della sua gloria, non aveva potuto
rimanere estranea al lento dissolvimento che in Oriente aveva
investito tutte le forme del pensiero e della vita.
AKDUINO COLASANTI.
u.r.dv/a. t5v ùmoKÓcov %pr,a%oti aÙtoT?, el y.r, (3ouAgito, coti; tvst’ àp’ etvi, aÙTÒ;
ts xaì "yho' armo; ehau’ àXX’ r, ao-vois zo~; Saa r, 'PomatwN yr, yecopye' xaì
ai Twaa'.io'/ àax.oùai %eìpe; (Nicephori Gregorae, Byzantina Historia, II,
c. 6, Bolline, Weber, MDCCCXXIX, voi. I, p. 43).
1 Georgii Pachymeris, De Michaele et Andronico Paleologis, Bonnae,
Weber, MDCCCXXXV.
2 Annales Archéologiques, XXV, p. 296.