LETTERA DEL D.r GIUSEPPE ANGELINI
SULLA RICOGNIZIONE DELLE RELIQUIE DI S. AGNESE
In appendice all’articolo precedente è opportuno di pubblicare
la seguente, lettera inviata alla Direzione del Nuovo Bullettino
dall’egregio D.r Giuseppe Angelini di Venezia.
Pregmo Sig. Direttore
del Nuovo Bullettino di’archeologia cristiana,
Da qualche tempo si stanno facendo pratiche per aprire l’urna
d’argento, nella quale Paolo V racchiuse le ossa delle sante Agnese
ed Emercnziana, affine di chiarire qualche incertezza lasciata dal
verbale della invenzione fatta dal Cardinale Sfondrati sotto lo
stesso Pontefice e colmarne qualche lacuna.
L’utilità di questa ricognizione consiste:
1° nel constatare se l’urna contenga il capo delle sante e
più specialmente quello di s. Agnese ;
2° nello stabilire il genere di martirio di questa santa;
3° nello sceverare, se le concretae sanguinis glebae, trovate
accanto al corpo di Agnese e riposte entro l’urna in un vaso
prezioso, sieno terra commista a sangue, o come altri opina,
aromi che servirono ad imbalsamare quel sacro corpo;
4° a misurare le dimensioni delle ossa, a stabilire confronti
ed a trarne altre conseguenze che l’esattezza della scienza odierna
potrà suggerire.
E quanto al primo motivo, è noto che il processo verbale
dello Sfondrati lascia un’ombra di dubbio sulla esistenza delle
teste nell’urna. Accennando a lembi di velo rinvenuti al luogo
delle teste delle martiri, usa l’espressione: prope capita. Sebbene
NUOVO BULL. D’ARCH. CIUST. — Anno XII.
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SULLA RICOGNIZIONE DELLE RELIQUIE DI S. AGNESE
In appendice all’articolo precedente è opportuno di pubblicare
la seguente, lettera inviata alla Direzione del Nuovo Bullettino
dall’egregio D.r Giuseppe Angelini di Venezia.
Pregmo Sig. Direttore
del Nuovo Bullettino di’archeologia cristiana,
Da qualche tempo si stanno facendo pratiche per aprire l’urna
d’argento, nella quale Paolo V racchiuse le ossa delle sante Agnese
ed Emercnziana, affine di chiarire qualche incertezza lasciata dal
verbale della invenzione fatta dal Cardinale Sfondrati sotto lo
stesso Pontefice e colmarne qualche lacuna.
L’utilità di questa ricognizione consiste:
1° nel constatare se l’urna contenga il capo delle sante e
più specialmente quello di s. Agnese ;
2° nello stabilire il genere di martirio di questa santa;
3° nello sceverare, se le concretae sanguinis glebae, trovate
accanto al corpo di Agnese e riposte entro l’urna in un vaso
prezioso, sieno terra commista a sangue, o come altri opina,
aromi che servirono ad imbalsamare quel sacro corpo;
4° a misurare le dimensioni delle ossa, a stabilire confronti
ed a trarne altre conseguenze che l’esattezza della scienza odierna
potrà suggerire.
E quanto al primo motivo, è noto che il processo verbale
dello Sfondrati lascia un’ombra di dubbio sulla esistenza delle
teste nell’urna. Accennando a lembi di velo rinvenuti al luogo
delle teste delle martiri, usa l’espressione: prope capita. Sebbene
NUOVO BULL. D’ARCH. CIUST. — Anno XII.
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