AVANZI DI LANUVIO i97
frano nel losco sacro portando nelle mani una
focaccia , ed avendo gli occhi involti da strisele
di cuojo . Uno spirito divino le mena diritto alla
tana del dragone ; esse si avanzano a passo len-
to , e tranquillamente senza offesa , come se ve-
dessero cogli occhi aperti. Che se sono vergini ac-
coglie il dragone i nud.rime.nti casti , e convenien-
ti ad un animale amico del dVume ; se poi non so-
no vergini avendo esso conosciuto prima la loro
corruzione , resta senza mangiare , e le formiche
sbricciolando in piccoli pezzi per quanto possano
portare la focaccia di quella che ha perduto la.
sua verginità , la trasportano fuori del bosco sa-
cro , purgando il luogo . Si osserva dai naturali
del paese Vavvenimento , e le vergini , che sono
entrate vengono esaminate , e quella, che ha mac-
chiata la sua verginità viene punita colle pene dal-
la legge imposte . Questo passo mentre prova l’ori-
gine Argolica del culto di Giunone in Lanuvio ,
mostra ancora un rito, che era solito osservarsi nel
bosco suo sacro. A questo rito allude ancora Pro-
perzio nella elegia ottava del quarto libro:
Lanuvium annosi vetus est tutela draconis
Hic ubi tam rarae non perit hora morae.
Qua sacer abripitur coeco descensus hiatu,
Qua penetrai ( virgo , tale iter ornile cave ) »
Jejuni serpentis honos , quum pabula poscit
Annua et ex ima sibila torquet hurno.
Talia demissae paflent ad sacra puellae :
Quum tenera augnino ereditar ore manus,
llle sibi admotas a virgine corripit escas :
p irginis in palmis ipsa canistra tremunt.
Si fuerint castae redeunt in colla parentum,
Clamantque agricola^, Fertili^ annus
frano nel losco sacro portando nelle mani una
focaccia , ed avendo gli occhi involti da strisele
di cuojo . Uno spirito divino le mena diritto alla
tana del dragone ; esse si avanzano a passo len-
to , e tranquillamente senza offesa , come se ve-
dessero cogli occhi aperti. Che se sono vergini ac-
coglie il dragone i nud.rime.nti casti , e convenien-
ti ad un animale amico del dVume ; se poi non so-
no vergini avendo esso conosciuto prima la loro
corruzione , resta senza mangiare , e le formiche
sbricciolando in piccoli pezzi per quanto possano
portare la focaccia di quella che ha perduto la.
sua verginità , la trasportano fuori del bosco sa-
cro , purgando il luogo . Si osserva dai naturali
del paese Vavvenimento , e le vergini , che sono
entrate vengono esaminate , e quella, che ha mac-
chiata la sua verginità viene punita colle pene dal-
la legge imposte . Questo passo mentre prova l’ori-
gine Argolica del culto di Giunone in Lanuvio ,
mostra ancora un rito, che era solito osservarsi nel
bosco suo sacro. A questo rito allude ancora Pro-
perzio nella elegia ottava del quarto libro:
Lanuvium annosi vetus est tutela draconis
Hic ubi tam rarae non perit hora morae.
Qua sacer abripitur coeco descensus hiatu,
Qua penetrai ( virgo , tale iter ornile cave ) »
Jejuni serpentis honos , quum pabula poscit
Annua et ex ima sibila torquet hurno.
Talia demissae paflent ad sacra puellae :
Quum tenera augnino ereditar ore manus,
llle sibi admotas a virgine corripit escas :
p irginis in palmis ipsa canistra tremunt.
Si fuerint castae redeunt in colla parentum,
Clamantque agricola^, Fertili^ annus