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quale conoscesi la esistenza di un borgo presso Sutri,
e di abusi gravissimi che eransi introdotti in questa
città e nel suo borgo circa i testamenti de'forestieri che
ivi venivano a morte. Nel 1244 Pietro da Vico espu-
gnò Sutri, che venne ricuperata dopo da Pandolfo conte
deH'Anguillara partigiano di Carlo di Angiò: ivi pure
si ritirò Innocenzo IV fuggendo da Federico II. l'anno
1436. Eugenio IV. riunì a quella di Sutri la sede epi-
scopale di Nepi. Ne'tempi a noi più vicini Sutri diè
alla luce il celebre Anguillara traduttore delle Meta-
morfosi di Ovidio e la sede vescovile di essa fu nel se-
colo XVI. occupata del papa s. Pio V. prima di essere
promosso al cardinalato.
Io yisitai Sutri ne'primi giorni di giugno dell'anno
1835. Appena lasciata la Terra di Monte Rosi la via
per Sutri che volli seguire fu quella tracciata sull' an-
tica via cassia, la quale in questo punto diverge dalla
moderna strada postale di Ronciglione a sinistra presso
una piccipla chiesa rurale : va per poco in piano, e quin-
di comincia a salire onde scavalcare le pendici del mon-
te Tapino. Allora la strada era pessima, essendo forma-
ta da un ammasso di pezzi informi di lava. Giungendo
al ripiano della pendice parve un poco migliore, ma ben
presto tornò con piccioli intervalli la stessa. Scende
quindi a varcare sopra un ponte il rivo detto di Promon-
te, il quale raccoglie tutti gli scoli delle pendici set-
tentrionali di Rocca Romana, Monte Tapino, e Monte
Gelato, e va a confluire nel Treja sotto Castel s. Elia
col nome di fosso della Ferriera. Due miglia circa dopo
Monte Rosi , appoggiate alla falda di un colle a destra
sono le sostruzioni di una villa antica , munite di con-
trafforti. Fin presso Sutri , la strada è monotona ;
ma un miglio prima di arrivare a questa città prende
lutto ad un tratto I' aspetto il più pittorico ed ameno
quale conoscesi la esistenza di un borgo presso Sutri,
e di abusi gravissimi che eransi introdotti in questa
città e nel suo borgo circa i testamenti de'forestieri che
ivi venivano a morte. Nel 1244 Pietro da Vico espu-
gnò Sutri, che venne ricuperata dopo da Pandolfo conte
deH'Anguillara partigiano di Carlo di Angiò: ivi pure
si ritirò Innocenzo IV fuggendo da Federico II. l'anno
1436. Eugenio IV. riunì a quella di Sutri la sede epi-
scopale di Nepi. Ne'tempi a noi più vicini Sutri diè
alla luce il celebre Anguillara traduttore delle Meta-
morfosi di Ovidio e la sede vescovile di essa fu nel se-
colo XVI. occupata del papa s. Pio V. prima di essere
promosso al cardinalato.
Io yisitai Sutri ne'primi giorni di giugno dell'anno
1835. Appena lasciata la Terra di Monte Rosi la via
per Sutri che volli seguire fu quella tracciata sull' an-
tica via cassia, la quale in questo punto diverge dalla
moderna strada postale di Ronciglione a sinistra presso
una piccipla chiesa rurale : va per poco in piano, e quin-
di comincia a salire onde scavalcare le pendici del mon-
te Tapino. Allora la strada era pessima, essendo forma-
ta da un ammasso di pezzi informi di lava. Giungendo
al ripiano della pendice parve un poco migliore, ma ben
presto tornò con piccioli intervalli la stessa. Scende
quindi a varcare sopra un ponte il rivo detto di Promon-
te, il quale raccoglie tutti gli scoli delle pendici set-
tentrionali di Rocca Romana, Monte Tapino, e Monte
Gelato, e va a confluire nel Treja sotto Castel s. Elia
col nome di fosso della Ferriera. Due miglia circa dopo
Monte Rosi , appoggiate alla falda di un colle a destra
sono le sostruzioni di una villa antica , munite di con-
trafforti. Fin presso Sutri , la strada è monotona ;
ma un miglio prima di arrivare a questa città prende
lutto ad un tratto I' aspetto il più pittorico ed ameno