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santo vescovo Berwardo, e si arresero a discrezione# Tan-
gmaro descrive questa dedizione: i principali de'cittadi-
ni si presentarono dinanzi l'imperadore, solo coperti da
mutande, e nella destra tenevano spade , nella sinistra
scope e dichiararono non meritare neppure la vita, onde
egli ferisse colla spada que'che ne giudicava degni, e
facesse flagellare colle scope gli altri, attaccati ad un
palo: se voleva che spianate fossero le mura essere pronti
ad eseguirlo, e non opporsi per l'avvenire mai più ai
suoi voleri. L'imperadore placato dal papa e da s. Ber-
wardo contentossi di quest' atto di sommessione e non
recò alcun danno, nè ai cittadini, nè alla città. Questo
racconto non si accorda molto con quello di s. Pier
Damiano, il quale dice essersi la collera di Ottone ri-
volta contra i Tiburtini, perchè questi aveano ucciso
un suo capitano Mazolino, e che fu placato da s. Ro-
mualdo, contentandosi, che i Tiburtini atterrassero una
parte delle mura e dessero in mano sua 1' uccisore di
Mazolino, ed ostaggi della loro fedeltà. Narra Tolom-
meo da Lucca negli Annali presso i Rerum, Italicarum
Script. T. X. p. 1252, come l'imperadore Enrico IV.
ito a Roma assediò la città tiburtina , la prese e le
recò molto danno, fatto che non potè avvenire, se non
nell'anno 1081, o 1082. Dopo la presa di Tivoli En-
rico nel ritirarsi da Roma per evitare i calori estivi ,
vi mandò come suo luogotenente 1' antipapa Guiberto ,
perchè di là avesse potuto continuare il blocco di Roma.
Egli stesso però per testimonianza di Romualdo Saler-
nitano nella cronaca inserita ne' Rer. Italie. Script.
T. VII. p. 175 vi fu assediato da Roberto Guiscardo
dopo il guasto dato a Roma, e come apprendiamo dalla
cronaca cassinense riportata nella raccolta sovraindicata
T. IV, p. 470 dalle prede che ne raccolse fece la of-
ferta in Monte Cassino di 12 libre di oro al monastero,
santo vescovo Berwardo, e si arresero a discrezione# Tan-
gmaro descrive questa dedizione: i principali de'cittadi-
ni si presentarono dinanzi l'imperadore, solo coperti da
mutande, e nella destra tenevano spade , nella sinistra
scope e dichiararono non meritare neppure la vita, onde
egli ferisse colla spada que'che ne giudicava degni, e
facesse flagellare colle scope gli altri, attaccati ad un
palo: se voleva che spianate fossero le mura essere pronti
ad eseguirlo, e non opporsi per l'avvenire mai più ai
suoi voleri. L'imperadore placato dal papa e da s. Ber-
wardo contentossi di quest' atto di sommessione e non
recò alcun danno, nè ai cittadini, nè alla città. Questo
racconto non si accorda molto con quello di s. Pier
Damiano, il quale dice essersi la collera di Ottone ri-
volta contra i Tiburtini, perchè questi aveano ucciso
un suo capitano Mazolino, e che fu placato da s. Ro-
mualdo, contentandosi, che i Tiburtini atterrassero una
parte delle mura e dessero in mano sua 1' uccisore di
Mazolino, ed ostaggi della loro fedeltà. Narra Tolom-
meo da Lucca negli Annali presso i Rerum, Italicarum
Script. T. X. p. 1252, come l'imperadore Enrico IV.
ito a Roma assediò la città tiburtina , la prese e le
recò molto danno, fatto che non potè avvenire, se non
nell'anno 1081, o 1082. Dopo la presa di Tivoli En-
rico nel ritirarsi da Roma per evitare i calori estivi ,
vi mandò come suo luogotenente 1' antipapa Guiberto ,
perchè di là avesse potuto continuare il blocco di Roma.
Egli stesso però per testimonianza di Romualdo Saler-
nitano nella cronaca inserita ne' Rer. Italie. Script.
T. VII. p. 175 vi fu assediato da Roberto Guiscardo
dopo il guasto dato a Roma, e come apprendiamo dalla
cronaca cassinense riportata nella raccolta sovraindicata
T. IV, p. 470 dalle prede che ne raccolse fece la of-
ferta in Monte Cassino di 12 libre di oro al monastero,