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bilia, da altri, altro; io credo inutile entrare in tutte le
discussioni finora fatte su questi edificii in tempi, nei
quali la critica archeologica ancora non era stabilita, per-
chè sarebbe portare a lungo le cose; chi ne ha volontà
può leggere ciò che ne scrissero il Kircher , il Volpi,
il Cabrai, lo Chaupy, il Piranesi, l'Uggeri, e più re-
centemente il Sebastiani, che ne trattarono , come suol
dirsi, ex professo. A me basta dichiarare quanto più
succintamente potrò, essere questi due templi quelli di
Ercole Sassano ricordato più volte nelle lapidi tiburtine,
e di Tiburno indicato da Orazio, da Stazio, e da Sve-
tonio. Uno di questi templi è circolare, l'altro quadri-
lungo,
Chiamano quello di forma circolare più commune-
mente col nome di tempio della Sibilla, ed allegano a
sostegno di tale opinione un passo di Lattanzio Divin.
Instìt, lib. I. c. VI, il quale parlando delle sibille dice,
essere la decima tiburte, Albunea di nome, la quale a'
suoi giorni veneravasi come una dea presso le ripe del
fiume Aniene, nel cui gorgo dicevasi essere stato trova-
to il suo simulacro tenendo in mano il libro contenente
le cose sacre dal senato trasportate in Campidoglio. Ed
a questo passo pur riferiscono la Domus Albuneae reso-
nantis di Orazio in prova, che la sibilla non solo avea
culto, ma anche tempio presso la caduta dell'Aniene. Ma
questo passo di Orazio appunto si oppone a riconoscere
il tempio di Albunea in quello volgarmente chiamato
della Sibilla, imperciocché a'tempi di Orazio la caduta
dell Aniene, come più sotto farò osservare era molto di-
scosto dal punto, dove in questi ultimi tempi vedevasi
dinanzi al tempio circolare, cioè la gran catarratta era
allora sulla grotta volgarmente detta delle Sirene, e per-
ciò il poeta dà ad Albunea l'epiteto di risonante, e chia-
ma domus Albuneae un qualche antro ivi dappresso ,
bilia, da altri, altro; io credo inutile entrare in tutte le
discussioni finora fatte su questi edificii in tempi, nei
quali la critica archeologica ancora non era stabilita, per-
chè sarebbe portare a lungo le cose; chi ne ha volontà
può leggere ciò che ne scrissero il Kircher , il Volpi,
il Cabrai, lo Chaupy, il Piranesi, l'Uggeri, e più re-
centemente il Sebastiani, che ne trattarono , come suol
dirsi, ex professo. A me basta dichiarare quanto più
succintamente potrò, essere questi due templi quelli di
Ercole Sassano ricordato più volte nelle lapidi tiburtine,
e di Tiburno indicato da Orazio, da Stazio, e da Sve-
tonio. Uno di questi templi è circolare, l'altro quadri-
lungo,
Chiamano quello di forma circolare più commune-
mente col nome di tempio della Sibilla, ed allegano a
sostegno di tale opinione un passo di Lattanzio Divin.
Instìt, lib. I. c. VI, il quale parlando delle sibille dice,
essere la decima tiburte, Albunea di nome, la quale a'
suoi giorni veneravasi come una dea presso le ripe del
fiume Aniene, nel cui gorgo dicevasi essere stato trova-
to il suo simulacro tenendo in mano il libro contenente
le cose sacre dal senato trasportate in Campidoglio. Ed
a questo passo pur riferiscono la Domus Albuneae reso-
nantis di Orazio in prova, che la sibilla non solo avea
culto, ma anche tempio presso la caduta dell'Aniene. Ma
questo passo di Orazio appunto si oppone a riconoscere
il tempio di Albunea in quello volgarmente chiamato
della Sibilla, imperciocché a'tempi di Orazio la caduta
dell Aniene, come più sotto farò osservare era molto di-
scosto dal punto, dove in questi ultimi tempi vedevasi
dinanzi al tempio circolare, cioè la gran catarratta era
allora sulla grotta volgarmente detta delle Sirene, e per-
ciò il poeta dà ad Albunea l'epiteto di risonante, e chia-
ma domus Albuneae un qualche antro ivi dappresso ,