205
tato altrove che un'altro certamente ve n'era di Ercole
cognominato Saxanus, perchè posto sulla rupe, e questo
io credo che appunto sia quello. Altri credettero rav-
visarvi il sepolcro di Lucio Cellio; ma questa opinione
è tanto strana per ogni riguardo, che crederei abusare
della pazienza del lettore, se la esponessi e la confutas-
si. Più gravi appoggi ha la opinione, che fin dal seco-
lo XV era invalsa, che questo fosse un tempio di Ve-
sta, poiché è certo, che Vesta ebbe culto in Tivoli, che
parecchi marmi ricordano le vergini vestali de'Tiburti,
e che a Vesta rotondi facevansi i templi, come è questo.
Tale opinione sarebbe quasi dimostrata, come una veri-
tà, se fosse vero ciò che i sostenitori di essa asserisco-
no, che la contrada nella quale si trova ebbe il nome
di Feste ne'tempi passati. Ma dalla bolla più volte ri-
cordata di Benedetto VII. dell' anno 978 apparisce il
contrario , cioè che Vesta era il nome della contrada
sulla sponda opposta del ponte s. Martino , pel quale
la città di Tivoli communica colla cittadella antica, oggi
Castro Vetere. Considerando pertanto, che Ercole Sassa-
no ebbe culto in Tibur, e che tal cognome ebbe dalla
rupe, sulla quale il suo tempio sorgeva, circostanza, che
è pienamente contraria alla situazione del tempio gran-
de di Ercole, sia che voglia riconoscersi a Porta Oscu-
ra, sia che voglia credersi presso la cattedrale: che al
contrario si accorda colla situazione del tempio circola-
re; considerando inoltre, che ad Ercole communemente
in Roma e ne' dintorni sovente innalzavansi templi ro-
tondi, di che sono prova la Aedes rotunda Herculis
nel Foro Boario, ed il tempio sillano di Ercole presso
le carceri del Circo Flaminio ancora in parte esistente
presso la chiesa di s. Nicola a' Cesarmi ; e finalmente,
che come divinità proteggitrice e primaria di Tivoli dovè
avere un tempio nel punto più difeso della città, quale
tato altrove che un'altro certamente ve n'era di Ercole
cognominato Saxanus, perchè posto sulla rupe, e questo
io credo che appunto sia quello. Altri credettero rav-
visarvi il sepolcro di Lucio Cellio; ma questa opinione
è tanto strana per ogni riguardo, che crederei abusare
della pazienza del lettore, se la esponessi e la confutas-
si. Più gravi appoggi ha la opinione, che fin dal seco-
lo XV era invalsa, che questo fosse un tempio di Ve-
sta, poiché è certo, che Vesta ebbe culto in Tivoli, che
parecchi marmi ricordano le vergini vestali de'Tiburti,
e che a Vesta rotondi facevansi i templi, come è questo.
Tale opinione sarebbe quasi dimostrata, come una veri-
tà, se fosse vero ciò che i sostenitori di essa asserisco-
no, che la contrada nella quale si trova ebbe il nome
di Feste ne'tempi passati. Ma dalla bolla più volte ri-
cordata di Benedetto VII. dell' anno 978 apparisce il
contrario , cioè che Vesta era il nome della contrada
sulla sponda opposta del ponte s. Martino , pel quale
la città di Tivoli communica colla cittadella antica, oggi
Castro Vetere. Considerando pertanto, che Ercole Sassa-
no ebbe culto in Tibur, e che tal cognome ebbe dalla
rupe, sulla quale il suo tempio sorgeva, circostanza, che
è pienamente contraria alla situazione del tempio gran-
de di Ercole, sia che voglia riconoscersi a Porta Oscu-
ra, sia che voglia credersi presso la cattedrale: che al
contrario si accorda colla situazione del tempio circola-
re; considerando inoltre, che ad Ercole communemente
in Roma e ne' dintorni sovente innalzavansi templi ro-
tondi, di che sono prova la Aedes rotunda Herculis
nel Foro Boario, ed il tempio sillano di Ercole presso
le carceri del Circo Flaminio ancora in parte esistente
presso la chiesa di s. Nicola a' Cesarmi ; e finalmente,
che come divinità proteggitrice e primaria di Tivoli dovè
avere un tempio nel punto più difeso della città, quale