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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0217
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214
gnifica descrizione ci ha lasciato Stazio Sylv. lib. I.
§. III. e che vuole concordemente riconoscersi in quelli
avanzi di sostruzioni di opera incerta, che veggonsi nella
vigna Gozzi, e ne'fondi adiacenti, i quali però a mio cre-
dere altro non sono che sostruzioni fatte nell'ultimo seco-
lo della republica a sostegno delle falde del monte , on-
de impedire che dilamando non avesse ostrutto 1' adito
alle acque del fiume, provvidenze rimaste inutili dopo
la gran catastrofe dell'anno 105 della era volgare, dopo
la quale il luogo cangiò intieramente faccia, onde sareb-
be tempo perduto volere oggi trovare la villa di Vopisco;
che se fosse stata là sarebbe stata in quella rovina assor-
bita. Ma io tengo un'altra opinione, appoggiandomi alla
descrizione suddetta, onde non sarà, nè inutile, nè disca-
ro al lettore di farsene una idea seguendo la guida di
quel poeta.
Manlio Vopisco poeta fiorì ai tempi di Domiziano ,
ma di lui non ci rimangono opere, e se non rimanesse
la descrizione della sua villa tiburtina fatta da Stazio,
ogni memoria sarebbe perita. Questo poeta suo contempo-
raneo ed amico chiama glaciale quel fondo e ne mostra
la freschezza in que'versi:
Illum nec calido latravit Sirius astro,
Nec gravis adspexit Nemees frondentis alumnus.
Talis hiems tectis; frangunt sic improba solem
Frigora, Pisaeumque domus non aestuat annum.
La villa giaceva sulle due ripe del fiume :
et inserto geminos Anione Penates
Aut potuit sociae commercia noscere ripae,
Certantesque sibi dominum defendere villas.
e più sotto :
Littus utrumque domi; nec te mitissimus annis
Dividit. Altemas servant praetoria ripas
Non externa sibi, fhwiumpe obstare queruntur:
 
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