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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0294
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291

in due lapidi, una riportata dall' Orellio Coll. laser.
Lat. n. 1595, e l'altra dal Fabretti p. 740 n. 505 co-
stantemente è posta senza l'aspirazione: la quantità però
che è lunga prova non solo a favore dell'aspirazione, ma
ancora della provenienza dalla greca voce fó^og, luogo
o spazio, onde Tprppo; è un luogo sia spazio, sia edi-
ficio , diviso in tre parti, triplice. La parola latina
trichorus viene usata da Stazio e da Sparziano sempre
come un edificio particolare. Il primo descrivendo la
villa tiburtina di Manlio Vopisco Sjlv. lib. I. §. III.
v. 59 dice:
Quid mine ingentia mirer
Aut quid partìtis distantia tecta trichoris.
E Sparziano nella vita di Pescennio c. XII. narra come
vedovasi la casa di questo competitore di Severo in
Roma, e che perciò Pescenniana chiamavasi ancora a'
suoi giorni, in qua simulacrum eius in trichoro con-
stituit. Questa voce ha tormentato molto gl'interpreti di
questi scrittori e specialmente Hand per Stazio, e Ca-
saubono e Salmasio per Sparziano. Il primo di questi
scrittori propende col Rodigino avere Stazio così chia-
mato una fabbrica a tre piani. Io non oso contraddire
questa congettura plausibile, ma dall'altro canto non mi
sembra neppure improbabile che per Trichorus inten-
dessero gli antichi sale a tre navate, e nicchie tripar-
tite. Quindi siccome avrà esistito una fabbrica di simil
natura in questo luogo ne derivò alla contrada il nome
di Trichorus ed anche Trichoria, travolto poscia in
Trigoria.
TUCCIANELLO.

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E una rocca oggi deserta, posta a mezza strada fra
 
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