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torio tusculano e fondarono l'abbadia di Grotta Ferrata
sotto la condotta de'ss. Nilo e Bartolommeo. Gregorio II.
suo nipote mostrò sentimenti diversi: insorto insieme
con Gerardo conte di Galera , e con altri signori del
distretto di Roma contra Niccolò IL attirò la prima in-
vasione de' Normanni , che di recente eransi annidati
nella Italia meridionale, e che furono chiamati a soc-
corso da quel papa. Quella guerra, se così può chiamarsi
una invasione e devastazione barbarica, avvenne l'anno
1060. Narra il cardinal di Aragona nella vita di Nic-
colo II, inserita ne' Rerum Italie. Script. Tomo III.
P. I p. 301, che dopo la morte di Stefano IX papa, i
capi popolo, che chiama capitanei de'Romani , e par-
ticolarmente Gregorio de Tusculano, che aveano assunto
la potestà di patrizii, vollero intrudere Mincio vescovo
di Velletri , che assunse il nome di Benedetto. Questi
depose la tiara, e da Niccolò II in pena della intrusione
venne punito colla privazione dell'autorità episcopale, e
sacerdotale: i Normanni chiamati da Niccolo misero a
guasto le terre de'Prenestini, de' Tusculani, e de' No-
mentani, come ribelli del papa, e passato il Tevere, de-
vastarono Galera e tutte le castella del conte Gerardo
fino a Sutri. Da questa testimonianza ricavasi che allora
il territorio tusculano ebbe a soffrire gravissimi guasti.
A que' tempi appartiene una memoria conservataci da
Paolo Bernrieden nella vita di papa Gregorio VII ed
inserita nella raccolta del Muratori Rer. Italie. Script.
Tom. III p. 320 fa conoscere, che, dopo la metà del
secolo XI, regnando papa Alessandro II. questa città
trovavasi in perfetta concordia col papa, e godeva fama
di salubrità. Imperciocché Giovanni camerlengo di papa
Alessandro II, essendo gravato da febbri, si portò a
Tusculo per risanarsi, e di là scrisse al papa, perchè si
degnasse di portarsi a visitarlo, probabilmente avendo
da communicargli cose, che non osava affidare ad altri.
torio tusculano e fondarono l'abbadia di Grotta Ferrata
sotto la condotta de'ss. Nilo e Bartolommeo. Gregorio II.
suo nipote mostrò sentimenti diversi: insorto insieme
con Gerardo conte di Galera , e con altri signori del
distretto di Roma contra Niccolò IL attirò la prima in-
vasione de' Normanni , che di recente eransi annidati
nella Italia meridionale, e che furono chiamati a soc-
corso da quel papa. Quella guerra, se così può chiamarsi
una invasione e devastazione barbarica, avvenne l'anno
1060. Narra il cardinal di Aragona nella vita di Nic-
colo II, inserita ne' Rerum Italie. Script. Tomo III.
P. I p. 301, che dopo la morte di Stefano IX papa, i
capi popolo, che chiama capitanei de'Romani , e par-
ticolarmente Gregorio de Tusculano, che aveano assunto
la potestà di patrizii, vollero intrudere Mincio vescovo
di Velletri , che assunse il nome di Benedetto. Questi
depose la tiara, e da Niccolò II in pena della intrusione
venne punito colla privazione dell'autorità episcopale, e
sacerdotale: i Normanni chiamati da Niccolo misero a
guasto le terre de'Prenestini, de' Tusculani, e de' No-
mentani, come ribelli del papa, e passato il Tevere, de-
vastarono Galera e tutte le castella del conte Gerardo
fino a Sutri. Da questa testimonianza ricavasi che allora
il territorio tusculano ebbe a soffrire gravissimi guasti.
A que' tempi appartiene una memoria conservataci da
Paolo Bernrieden nella vita di papa Gregorio VII ed
inserita nella raccolta del Muratori Rer. Italie. Script.
Tom. III p. 320 fa conoscere, che, dopo la metà del
secolo XI, regnando papa Alessandro II. questa città
trovavasi in perfetta concordia col papa, e godeva fama
di salubrità. Imperciocché Giovanni camerlengo di papa
Alessandro II, essendo gravato da febbri, si portò a
Tusculo per risanarsi, e di là scrisse al papa, perchè si
degnasse di portarsi a visitarlo, probabilmente avendo
da communicargli cose, che non osava affidare ad altri.