176 Ponte Fabricius, o Quattro Capi
tudini, alle quali, meno 1’ Elio , e quello di Graziano
tutti gli altri non poterono resistere, e che non presen-
ta di moderno altro che il parapetto, il quale in que-
sto come negli altri ponti testé citati è stato rifatto più
volte.
E da questo ponte Orazio nella satira terza del li-
bro secondo v. 36. mostra, che a’ tempi suoi, erano so-
lili gittarsi per disperazione nel fiume :
un de ego mira
Descripsi docilis praecepta haec tempore, quo me
Solatus iussit sapientem pascere barbam
dtque a Faericio non tristem ponte reverti.
L’ antico scoliaste edito dal Cruquio commentando que-
sto verso dice : Fabricio : linde se in Tiberini praeci-
pitem dare voluit, clamili dolore commotus. Hic autetn
pons Fabricius dictus est a Fabricio console conditore,
qui nunc Lapideus nominatili' iunctus insulae Tiberi-
vae. Ponendo da canto 1’ errore di fai- di Fabricio, che
edificò questo ponte un console , è importante vedere,
come dal nome di Lepido, che era uno de’ consoli in-
dicati nella iscrizione riferita di sopra si fosse fatto pons
Lapideus nel secolo V- o VI. della era volgare, al qua-
le quel grammatico appartiene. L’ autore della Cosmo-
grafìa che si attribuisce ad Etico, e che appartiene alla
stessa epoca, cioè al secolo V, o VI, parlando del Te-
vere, dopo aver detto, che forma la isola nel punto che
chiamatisi i Due Ponti, ubi Duo Pontes appellantur,
confondendo il Fabricio, col prossimo oggi detto ponte
Rotto , soggiunge : post iterimi ubi unus effectus per
ponteni Lepidi, qui nunc abusive a plebe Lapideus di-
citar ec : ma nello stesso tempo fa conoscere la etimo-
logia di quel nome volgare di pons Lapideus, che al-
lora portava. Ne’ tempi bassi nomavasi il ponte de’ Giu-
dèi , Pons ludaeorum per la vicinanza degli Ebrei :
tudini, alle quali, meno 1’ Elio , e quello di Graziano
tutti gli altri non poterono resistere, e che non presen-
ta di moderno altro che il parapetto, il quale in que-
sto come negli altri ponti testé citati è stato rifatto più
volte.
E da questo ponte Orazio nella satira terza del li-
bro secondo v. 36. mostra, che a’ tempi suoi, erano so-
lili gittarsi per disperazione nel fiume :
un de ego mira
Descripsi docilis praecepta haec tempore, quo me
Solatus iussit sapientem pascere barbam
dtque a Faericio non tristem ponte reverti.
L’ antico scoliaste edito dal Cruquio commentando que-
sto verso dice : Fabricio : linde se in Tiberini praeci-
pitem dare voluit, clamili dolore commotus. Hic autetn
pons Fabricius dictus est a Fabricio console conditore,
qui nunc Lapideus nominatili' iunctus insulae Tiberi-
vae. Ponendo da canto 1’ errore di fai- di Fabricio, che
edificò questo ponte un console , è importante vedere,
come dal nome di Lepido, che era uno de’ consoli in-
dicati nella iscrizione riferita di sopra si fosse fatto pons
Lapideus nel secolo V- o VI. della era volgare, al qua-
le quel grammatico appartiene. L’ autore della Cosmo-
grafìa che si attribuisce ad Etico, e che appartiene alla
stessa epoca, cioè al secolo V, o VI, parlando del Te-
vere, dopo aver detto, che forma la isola nel punto che
chiamatisi i Due Ponti, ubi Duo Pontes appellantur,
confondendo il Fabricio, col prossimo oggi detto ponte
Rotto , soggiunge : post iterimi ubi unus effectus per
ponteni Lepidi, qui nunc abusive a plebe Lapideus di-
citar ec : ma nello stesso tempo fa conoscere la etimo-
logia di quel nome volgare di pons Lapideus, che al-
lora portava. Ne’ tempi bassi nomavasi il ponte de’ Giu-
dèi , Pons ludaeorum per la vicinanza degli Ebrei :