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moderna: ed il pontificato di Giulio IL quella delle arti.
A quella epoca cominciavano a cuocersi in quantità mat-
toni in Roma, mancando ormai quelli che si traevano
dalle rovine, e questi dagli antichi variano per forma,
per manifattura, e per grandezza : e quanto alla forma
venne adottata quella quadrilatera, quanto alla manifat-
tura fu adottato il metodo di servirsi della creta de’ colli
vaticani, come la fornisce il suolo, abbandonando i det-
tati degli antichi : quanto poi alla grandezza si abban-
donò il sistema de’ tegoloni che servivano di legamento.
Nel modo poi d’impiegarli fu osservata molta regolarità,
ed alcune fabbriche del secolo XVI. sotto questo rap-
porto possono stare a fronte delle antiche più belle, co-
me a cagione di esempio il Collegio Romano, la casa
del Gesù, la chiesa di s. Maria de’ Monti ec. Nel seco-
lo XVII. si abbandonò generalmente questo modo rego-
lare, e si adottò quello della intonacatura, che continua
tuttora, colla differenza che durante il secolo XVII. non
si fece alcuna scelta pe’ materiali che doveano servire
alla parete esterna; nel secolo susseguente però e nel
nostro tornò l’uso di servirsi per la parete di tevolozza,
come nel secolo V, cioè di frantumi di mattoni.
Dalla costruzione materiale passando al metodo, che
nelle fabbriche antiche si vede seguito, noterò che le
fondamenta dagli antichi facevansi scavando il terreno
in quella ampiezza e profondità che richiedeva l’edificio:
e questa fossa veniva guarentita contro le dilamature da
sbadacchi, e successivamente riempiuta di materiali mi-
sti a calce molto liquida, così che asciugandosi veniva
a formare un masso solidissimo, di un piede più grosso
del muro che dovea spiccarsi, il quale ripartivasi in due
parti eguali in guisa che il fondamento vedesi avere una
risega di un mezzo piede per parte. Le tavole ed i pali
che formavano le sbadacchiature lasciavansi sul posto,
moderna: ed il pontificato di Giulio IL quella delle arti.
A quella epoca cominciavano a cuocersi in quantità mat-
toni in Roma, mancando ormai quelli che si traevano
dalle rovine, e questi dagli antichi variano per forma,
per manifattura, e per grandezza : e quanto alla forma
venne adottata quella quadrilatera, quanto alla manifat-
tura fu adottato il metodo di servirsi della creta de’ colli
vaticani, come la fornisce il suolo, abbandonando i det-
tati degli antichi : quanto poi alla grandezza si abban-
donò il sistema de’ tegoloni che servivano di legamento.
Nel modo poi d’impiegarli fu osservata molta regolarità,
ed alcune fabbriche del secolo XVI. sotto questo rap-
porto possono stare a fronte delle antiche più belle, co-
me a cagione di esempio il Collegio Romano, la casa
del Gesù, la chiesa di s. Maria de’ Monti ec. Nel seco-
lo XVII. si abbandonò generalmente questo modo rego-
lare, e si adottò quello della intonacatura, che continua
tuttora, colla differenza che durante il secolo XVII. non
si fece alcuna scelta pe’ materiali che doveano servire
alla parete esterna; nel secolo susseguente però e nel
nostro tornò l’uso di servirsi per la parete di tevolozza,
come nel secolo V, cioè di frantumi di mattoni.
Dalla costruzione materiale passando al metodo, che
nelle fabbriche antiche si vede seguito, noterò che le
fondamenta dagli antichi facevansi scavando il terreno
in quella ampiezza e profondità che richiedeva l’edificio:
e questa fossa veniva guarentita contro le dilamature da
sbadacchi, e successivamente riempiuta di materiali mi-
sti a calce molto liquida, così che asciugandosi veniva
a formare un masso solidissimo, di un piede più grosso
del muro che dovea spiccarsi, il quale ripartivasi in due
parti eguali in guisa che il fondamento vedesi avere una
risega di un mezzo piede per parte. Le tavole ed i pali
che formavano le sbadacchiature lasciavansi sul posto,