516 Sepolcri
torre semicircolare difende Γ approccio della porta. Il
Gamucci dando la veduta di questo castello, indica che
v'erano fosse intorno ai torrioni , e che queste furono
scavate da papa Alessandro VI. ed in tale occasione si
trovò la testa colossale di Adriano ricordata di sopra, che
apparteneva alla statua di quell'augusto situata sulla som-
mità del monumento· I quattro torrioni, che chiamano
baluardi sono quelli che restano ancora: le fortificazioni
verso il ponte non sono più le medesime; imperciocché
volendo papa Urbano VIII. aggiungere le opere esterne,
e formare un pentagono, verso l'anno 1626 cangiò aspet-
to a questo castello, e gli diè quello che ancora conserva:
quindi fu variata tutta la parte rivolta al fiume, e sic-
come non poteva troncarsi l'accesso da questa parte alla
basilica vaticana , il bastione rivolto a s. Spirito è in-
tersecato dalla via: allora furono scavate le fosse che si
allagano per mezzo del Tevere deviando l'acqua per un
canale aperto verso il teatro di Tordinone, e scolando
di nuovo nel Tevere sotto la legnara di s. Spirito. Ar-
chitetto di questo lavoro fu Marcantonio de' Rossi pa-
dre di Mattia , anche esso illustre architetto del seco-
lo XVII. e grande amico del Bernini, quello stesso che
fu autore del nuovo recinto bastionato, che corona il
dorso gianicolense. Molte vedute rimangono di questo
castello anteriori alle aggiunte di Urbano VIII. che ne
mostrano lo stato durante il secolo XVI. : fra queste
particolarmente noto quella data dal Gamucci l'anno 1565
nella sua opera Dell' Antichità della Citta di Roma
p. 187. Egli dichiara che a' suoi dì vedevasi ancora un
gran pezzo di fregio con bucranii e festoni, con il suo
architrave, e di sotto il rivestimento in marmo distinto
in bugne piane , e riporta le iscrizioni di Commodo ,
e di Lucio Vero , come ancora esistenti , ma forse non
più nel luogo primitivo, poiché dice, che quella di
torre semicircolare difende Γ approccio della porta. Il
Gamucci dando la veduta di questo castello, indica che
v'erano fosse intorno ai torrioni , e che queste furono
scavate da papa Alessandro VI. ed in tale occasione si
trovò la testa colossale di Adriano ricordata di sopra, che
apparteneva alla statua di quell'augusto situata sulla som-
mità del monumento· I quattro torrioni, che chiamano
baluardi sono quelli che restano ancora: le fortificazioni
verso il ponte non sono più le medesime; imperciocché
volendo papa Urbano VIII. aggiungere le opere esterne,
e formare un pentagono, verso l'anno 1626 cangiò aspet-
to a questo castello, e gli diè quello che ancora conserva:
quindi fu variata tutta la parte rivolta al fiume, e sic-
come non poteva troncarsi l'accesso da questa parte alla
basilica vaticana , il bastione rivolto a s. Spirito è in-
tersecato dalla via: allora furono scavate le fosse che si
allagano per mezzo del Tevere deviando l'acqua per un
canale aperto verso il teatro di Tordinone, e scolando
di nuovo nel Tevere sotto la legnara di s. Spirito. Ar-
chitetto di questo lavoro fu Marcantonio de' Rossi pa-
dre di Mattia , anche esso illustre architetto del seco-
lo XVII. e grande amico del Bernini, quello stesso che
fu autore del nuovo recinto bastionato, che corona il
dorso gianicolense. Molte vedute rimangono di questo
castello anteriori alle aggiunte di Urbano VIII. che ne
mostrano lo stato durante il secolo XVI. : fra queste
particolarmente noto quella data dal Gamucci l'anno 1565
nella sua opera Dell' Antichità della Citta di Roma
p. 187. Egli dichiara che a' suoi dì vedevasi ancora un
gran pezzo di fregio con bucranii e festoni, con il suo
architrave, e di sotto il rivestimento in marmo distinto
in bugne piane , e riporta le iscrizioni di Commodo ,
e di Lucio Vero , come ancora esistenti , ma forse non
più nel luogo primitivo, poiché dice, che quella di