s. Lorenzo in Damaso 293
cende fu alla fine ristorato e restituito al pubblico culto
dal pontefice Pio VII., il quale lo ridusse quale lo ve-
diamo, con architettura del cav. Giuseppe Valadier, e
nel giorno 29 di agosto 1820 tornò ad essere aperto.
La porta per cui si entra in s. Lorenzo in Damaso
(chiesa senza facciata , perchè forma parte del palazzo
della Cancelleria) è una bella architettura del Vignola;
ma l’incontentabil Milizia, mentre la dice buona, si la-
gna poi che discordi dal rimanente dell’ edificio. L’in-
terno della basilica, preceduto da un vestibolo, è di for-
ma quadro, diviso in tre navi. Alla diritta del vestibolo
vedesi la cappella ornata con ricchi marmi dal card.
Tommaso Ruffo: l’architettura di essa è di Niccola Sal-
vi, ed il quadro del suo altare che rappresenta la Ma-
donna, s. Niccolò di Bari e s. Filippo Neri, fu colorito
da Sebastiano Conca , pittore di vaglia ; gli affreschi
della volta sono di Corrado Giaquinto. Proseguendo il
cammino dalla mano stessa sotto la nave laterale si
giunge all’altare del coro, su cui si venera un SS. Cro-
cefisso, che piamente si crede parlasse a s. Brigida, e
sotto vi riposano le ossa di s. Faustino martire, cavate
dal cimiterio di Pretestato , e donate a questa chiesa
da Clemente XI, che ne fu canonico. Nella parete os-
servasi il busto in metallo di Benedetto XIII., gettato
da Francesco Giardoni. Nella cappella che segue evvi
la statua di s. Carlo Borromeo, scolpita da Stefano Ma-
derno. Vien poi la sacristia del capitolo , ove in una
cappellelta si venera una bella immagine di Maria, di-
pinta in tavola dal cav. delle Pomarancie; ed in un ar-
madio di noce conservatisi due statue d’argento, un san
Lorenzo , cioè , ed un s. Damaso, fatte coi disegni di
Ciro Ferri. La cappella seguente . sacra all’ Arcangelo
s. Michele, ed a s. Andrea apostolo, fu di nuovo risto-
rata ed ornata di marmi e stucchi dorati con archi-
cende fu alla fine ristorato e restituito al pubblico culto
dal pontefice Pio VII., il quale lo ridusse quale lo ve-
diamo, con architettura del cav. Giuseppe Valadier, e
nel giorno 29 di agosto 1820 tornò ad essere aperto.
La porta per cui si entra in s. Lorenzo in Damaso
(chiesa senza facciata , perchè forma parte del palazzo
della Cancelleria) è una bella architettura del Vignola;
ma l’incontentabil Milizia, mentre la dice buona, si la-
gna poi che discordi dal rimanente dell’ edificio. L’in-
terno della basilica, preceduto da un vestibolo, è di for-
ma quadro, diviso in tre navi. Alla diritta del vestibolo
vedesi la cappella ornata con ricchi marmi dal card.
Tommaso Ruffo: l’architettura di essa è di Niccola Sal-
vi, ed il quadro del suo altare che rappresenta la Ma-
donna, s. Niccolò di Bari e s. Filippo Neri, fu colorito
da Sebastiano Conca , pittore di vaglia ; gli affreschi
della volta sono di Corrado Giaquinto. Proseguendo il
cammino dalla mano stessa sotto la nave laterale si
giunge all’altare del coro, su cui si venera un SS. Cro-
cefisso, che piamente si crede parlasse a s. Brigida, e
sotto vi riposano le ossa di s. Faustino martire, cavate
dal cimiterio di Pretestato , e donate a questa chiesa
da Clemente XI, che ne fu canonico. Nella parete os-
servasi il busto in metallo di Benedetto XIII., gettato
da Francesco Giardoni. Nella cappella che segue evvi
la statua di s. Carlo Borromeo, scolpita da Stefano Ma-
derno. Vien poi la sacristia del capitolo , ove in una
cappellelta si venera una bella immagine di Maria, di-
pinta in tavola dal cav. delle Pomarancie; ed in un ar-
madio di noce conservatisi due statue d’argento, un san
Lorenzo , cioè , ed un s. Damaso, fatte coi disegni di
Ciro Ferri. La cappella seguente . sacra all’ Arcangelo
s. Michele, ed a s. Andrea apostolo, fu di nuovo risto-
rata ed ornata di marmi e stucchi dorati con archi-