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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Moderna — Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.68898#0573
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s. Martino a’Monti 547
suo zio, che le venisse restituita l’antica stazione, che
prima godeva, assieme a s. Silvestro in capite nel gio-
vedì dopo la quarta domenica di quadragesima. In segui-
to, s. Carlo card. Borromeo, sotto Pio IV. che gli era
zio , coprì la nave di mezzo con un soffitto abbellito
con varii intagli ; poi il card. Gabriele Paleotto pose
gli stipiti di pietra alle porte; e così altri cardinali ti-
tolari, qual più qual meno, procurarono di conserva-
re ed accrescere lo splendore del santuario di cui ave-
vano il titolo.
Un altro ristauro di gran momento fu praticato
nella chiesa l’anno 1650 dal P. Gio. Antonio Filippi-
ni romano, generale dell’ordine carmelitano , il quale
spese meglio che 70000 scudi, redati dai suoi genitori,
per adornarla con colonne e balaustri di marmo, con
statue, lavori di stucco e con altre opere utili e bel-
le. Fu in quell’occasione che si rinvenne l’antica chie-
sa edificata da s. Silvestro, della quale abbiamo parlato
superiormente: il P. Filippini la fece vuotare dalle ma-
cerie, e la restituì alla venerazion del popolo, in guisa
che il ven. cardinale Giuseppe Maria Tonimasi che ne
fu titolare, volle dopo la sua morte, avvenuta nel 1712,
esservi sepolto, e si vede la lapide postagli dai PP. Tea-
tini al cui ordine il cardinale appartenne.
Pochi anni dopo, cioè nel 1676, il P. Francesco
Scannapieco romano, anch’egli generale de’Carmelitani,
adornò questo insigne tempio, e fecegli fabbricare la
facciata , tal quale oggi si vede. In seguito, il card.
Francesco Saverio Zelada titolare, verso il 1780, ri-
sarcì tutta intera la chiesa, fece il nuovo pavimento,
ornò il presbiterio , Γ altare e la tribuna in modo
veramente magnifico, ed è fama che nel solo presbi-
terio e suoi annessi spendesse oltre 35000 scudi.
L’interno della chiesa apresi in tre navate a sof-
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